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Piccolo centro rurale al limitare del confine fluviale con il Veneto, ha origine medioevale su terreni di recentissima emersione. Entrato a far parte dei beni estensi alla fine del XV sec., è dominato dalla mole del maestoso Castello progettato da Giovan Battista Aleotti. Voluto da Alfonso II D'Este, ospitò la corte in grandi feste e banchetti negli ultimi decenni del Cinquecento. Ancora cinto in parte dagli edifici di servizio, stava un tempo al vertice del triangolo di muraglia (per un perimetro di 12 chilometri) che cingeva il bosco, ove si svolgevano le ricchissime battute di caccia dei duchi di Ferrara. Di proprietà della Provincia di Ferrara è attualmente sede di numerose attività espositive e del Centro di Educazione Ambientale
La signoria Estense tentò la bonifica di queste plaghe nel XVI sec., investendovi anche ingenti risorse, ma in pochi anni la costipazione dei suoli vanificò quelle opere. Testimonianza del laborioso sforzo impegnato nella difesa idraulica del territorio resta la Torre Abate, bellissima chiavica secentesca a porte vinciane, progettata da Luca Danese su mandato dell'autorità pontificia, in sostituzione di un precedente manufatto che sorgeva poco distante, sempre in fregio al Canal Bianco, distrutto dai Veneziani.
Non lontano sorge il centro di Santa Giustina, borgo di servizio costruito negli anni Cinquanta dall'Ente Delta Padano nell'ambito dell'applicazione della legge-stralcio di riforma agraria. Si noterà la tipologia architettonica, che si ritrova in tutti gli edifici di residenza degli assegnatari della riforma. disseminati nella campagna circostante. Caratteristica è l'idrovora della Balanzetta (Sec. XIX), alla confluenza dell'omonimo collettore con il Canale della Falce, tra la Strada Corriera e il Gran Bosco della Mesola
Particolare interesse riveste anche la località di Massenzatica, dove sopravvive dal XII sec. (quando fu attuato dagli abati pomposiani) l'istituzione agraria della "comunità degli uomini", un diritto a cacciare, pescare, pascolare e farlegna in un'area nei pressi del paese, ad andamento dunoso.
Nelle vicinanze, tra Massenzatica, Italba e Monticelli, si ritrova anche un altro piccolo comparto di grande interesse geologico: si tratta delle Dune del Moraro un relitto dell'antico cordone litoraneo di epoca etrusca (Vl-lll sec, a.C.), esteso circa 50 ettari. |
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Fu realizzato tra il 1578 e il 1583 da Antonio Pasi su progetto di Giovan Battista Aleotti e per volere di Alfonso II d'Este. Ha pianta quadrata con agli angoli torri merlate pentagonali. E' attorniato da una cinta di basse tettoie oggi adibite a negozi e a botteghe artigiane, ma che un tempo accoglievano il personale di corte, scuderie, magazzini e cantine.
Dal castello dipartiva una muraglia lunga oltre 12 chilometri con un largo vallo esterno, che delimitava un bosco in cui gli Estensi si dilettavano a cacciare. Attualmente ospita il Centro di Educazione Ambientale realizzato dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara con il contributo del Ministero dell'Ambiente. Interessante, al piano nobile, l'opera in ceramica di Cesare Laurenti. valente pittore nato a Mesola nel 1854 e morto a Venezia nel 1926. Vale una visita la vicina chiesa barocca dedicata alla Natività di Maria. Il Castello della Mesola è ubicato a ridosso dell'argine destro del Po di Goro, al limite settentrionale del Delta Ferrarese. E' facilmente raggiungibile dalla strada Statale Romea. |
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Il piano delle conche risale all'inizio del Seicento e fu realizzato in prossimità dello sbocco a mare del Canal Bianco. Il deflusso delle acque era controllato da un sistema di porte vinciane ancorate a robusti pilastri a cuneo. La parte superiore fu costruita in epoca di poco successiva, probabilmente su progetto di Luca Danese, architetto ravennate cui si deve anche la realizzazione dei Trepponti a Comacchio. La torre è ubicata a est degli abitati di Mesola e Bosco Mesola, non lontana da pinete. boschi e piccoli stagni che rendono interessante la zona anche dal punto di vista ambientale. Pochi chilometri a mare, sul Canal Bianco, sorge Torre Palù e più a Sud, non lontano da Pomposa, è la Chiavica dell'Agrifoglio, importanti testimonianze del sistema di regolazione delle acque nel XVII e XVIII secolo. Nelle vicinanze del Gran Bosco della Mesola, dalla strada della Vecchia Corriera, è visibile l'impianto idrovoro della Balanzetta, realizzato nel XIX secolo. |