(Cadorago, 05 Dic 24) L'area di laminazione del Torrente Lura ai Prati del Ceppo, realizzata tra Bregnano e Lomazzo, sta effettivamente garantendo sicurezza idraulica e biodiversità, come raccontato il 2 dicembre 2024 nella sede del Consorzio Parco del Lura a Cadorago (CO), durante la presentazione del primo biennio di monitoraggio ecosistemico dell'area, che il Consorzio, in collaborazione con i ricercatori del Laboratorio di Biodiversità ed Ecosistemi dell'ENEA, ha programmato e coordina dopo la realizzazione delle aree di laminazione e degli interventi di ripristino e miglioramento ambientale.
Le aree sono state realizzate per la messa in sicurezza idrogeologica e per il miglioramento delle condizioni dell'ecosistema a favore della biodiversità, perfettamente inserita nel contesto del Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura, e i cui lavori si sono conclusi ormai 5 anni fa.
Presidente del Consorzio Parco del Lura, ingegner Stefano Benzoni: "Abitando nel territorio del Parco ho vissuto le fasi di realizzazione delle aree di laminazione. Si è trattato di un intervento concreto che permette di mostrare i benefici che un'area come questa, ed in generale un Parco, possono portare alla comunità.
Invito tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione ed al mantenimento dell'opera di divulgare il più possibile i risultati del lavoro svolto fin qui, per poter favorire la comprensione dei costi e dei benefici delle azioni che vengono messe in campo per la gestione ed il mantenimento del capitale naturale del territorio."
Dopo i saluti istituzionali di Parco e del Dr. Cerretti di Regione Lombardia, il Dott. Ciadamidaro di ENEA ha introdotto la giornata illustrando come il monitoraggio in corso vuole fare una costante supervisione dell'efficacia della difesa idrogeologica realizzata, con lo studio delle portate del torrente e la sua correlazione con eventi meteorici e funzionamento del sistema "passivo" (senza consumo di energia) per la laminazione delle piene del torrente in difesa delle aree urbanizzate a valle (seguito da ETATEC s.r.l.). Inoltre si vuole valutare l'efficacia e l'andamento degli interventi ambientali su:
· vegetazione (ENEA
· uccelli (Dott. Natur. Viganò)
· anfibi e pesci (Studio Tu.Ga.)
· piante e invertebrati acquatici (ENEA)
· libellule (ENEA)
· chimica delle acque superficiali e sotterranee e dei sedimenti (Thetys.srl)
· componente idraulica e idrologica (ETATEC)
· il piano di monitoraggio (ENEA)
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Ecco i principali punti di interesse:
La vegetazione autoctona messa a dimora si sta affermando in tutte le aree di intervento, grazie anche all'attenta manutenzione. Il 95% circa delle piante messe a dimora è attecchita ed in crescita.
La principale minaccia restano le specie esotiche invasive, come il Sycios angulatus, la zucchina matta.
Gli uccelli continuano a frequentare l'area sempre più specie rispetto ai settori limitrofi del parco: la diversificazione degli ambienti può essere la chiave per favorire il consolidarsi di questa biodiversità crescente, anche a fronte di trend regionali e nazionali particolarmente preoccupati per molte specie di volatili. Nell'ultimo biennio 2023-2024, sono state censite 98 specie.
Gli anfibi sono diffusi sempre più uniformemente in tutta l'area in cui sono presenti zone umide: il contrasto alle specie esotiche predatrici è fondamentale per garantire la sopravvivenza di queste preziose popolazioni di vertebrati. Nel 2024 sono state individuate 6 specie (tritone crestato, rospo comune, rospo smeraldino, raganella italiana settentrionale, rana agile e rana verde).
I pesci stanno andando incontro ad un processo di ricolonizzazione del torrente Lura, anche in corrispondenza dei Prati del Ceppo, con specie autoctone e strutture di popolazione in via di miglioramento. Purtroppo anche per i pesci il problema delle specie alloctone si fa sentire. Sono 7 le specie individuate nel 2024, tra le quali si segnalano la trota ed il ghiozzo padano.
Anche le libellule (con 24 specie censite nel 2023) confermano un andamento di comunità di specie sempre più ricche e ormai confrontabili con quelle presenti nell'area vasta del lago di Como – Brianza: anche qui è fondamentale la gestione delle specie predatrici alloctone, soprattutto nella fase larvale.
Le comunità di macrofite (come alghe e licheni) e macroinvertebrati fluviali (piccoli crostacei e molluschi), indicatori biologici dello stato ecologico del torrente, confermano quanto già segnalato in anni passati, con un giudizio di qualità scarso o appena sufficiente: il miglioramento della qualità chimica del corso d'acqua è la chiave per sbloccare questa situazione.
E proprio le indagini chimiche finora svolte confermano le criticità riscontrate dalla biologia, pur senza evidenziare la presenza di numerose sostanze pericolose sia in acque superficiali sia in acque sotterranee. Si tratta tuttavia di dati ancora preliminari che devono essere seguiti, nei prossimi anni, da successive analisi per valutare andamenti ed escludere influenze di eventi particolati o annate anomale. I risultati delle indagini svolte indicano uno stato ecologico del torrente di valore sufficiente, in leggero miglioramento rispetto ai rilievi effettuati nel 2019.
Per ogni componente gli esperti coinvolti nel monitoraggio hanno avuto modo di presentare indirizzi di gestione migliorativi che potrebbero essere messi in atto dal Parco per garantire il miglioramento delle specifiche condizioni. Esse potranno essere valutate e attuate nei limiti del rispetto della funzionalità idraulica del sistema delle vasche, che come ha mostrato la relativa presentazione, è già entrato più volte in azione evitando danni e allagamenti a valle: una corretta analisi dei costi di manutenzione dell'area delle vasche è pertanto da tenere in considerazione quando si prenderanno in esame misure che potrebbero modificare l'assetto attuale. Dal 2018 al 2024, le vasche sono entrate in funzione una media di 8 volte l'anno, riducendo la portata del torrente diretta a valle e tutelando i Comuni più a sud.
A conclusione della mattinata è stato ribadito come l'infrastruttura verde/blu realizzata tra Bregnano e Lomazzo stia effettivamente garantendo sicurezza idraulica e biodiversità.
L'obiettivo generale di miglioramento dell'ecosistema fluviale del Lura, portatore di molteplici servizi ecosistemici e principale capitale naturale del Parco, deve passare necessariamente dalla realizzazione di una serie di interventi migliorativi e misure win-win pianificate a livello di sottobacino, all'interno del quale l'area dei Prati del Ceppo può già svolgere un ruolo di "sorgente" di biodiversità e area pilota per l'acquisizione di competenze da valorizzare in altri interventi di rispristino ambientale.