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Novità! Entra nel Parco La Mandria e curiosa nella casa delle rondini!

logo Lipu E' Aprile e in campagna è tutto un intrecciarsi di voli, rapidi e saettanti. Appena arrivate le Rondini iniziano la stagione degli amori: è quindi tempo di costruire il nido! Per farlo la Rondine ha bisogno di una trave o una sporgenza nel sottotetto di un cascinale o dentro stalle e fienili. I maschi in genere arrivano prima delle femmine e talora costruiscono i nidi da soli per attirare le compagne al loro arrivo; qualche coppia invece si unisce prima della partenza e migra insieme. Il nido è fatto di fango ed erba secca o fieno; le Rondini decidono se riutilizzare un vecchio nido o costruirne uno nuovo. I nidi artificiali rappresentano un metodo molto utile per offrire un aiuto concreto agli uccelli durante la nidificazione.

Dopo 2-4 settimane dall'arrivo le femmine depongono le uova, da 3 a 6. Le covate sono due (fine Aprile-Maggio e fine Maggio-Giugno), in condizioni particolari anche tre (Luglio-Agosto). Un'incubazione di 12-18 giorni ed ecco la nascita dei pulcini. I primi 3-4 giorni i piccoli sono accuditi dalla madre, poi aprono gli occhi. Crescono rapidamente e a 4 giorni già si affacciano al bordo del nido. A 14 giorni non sono più riscaldati dalla madre e reclamano l'imbeccata. Si nutrono di moscerini, mosche, zanzare, ma anche formiche e piccoli coleotteri.
Dopo la nascita dei piccoli mamma e papà Rondine per le 2-3 settimane di allevamento hanno un bel da fare a nutrire la covata! Raccolgono ogni giorno migliaia di piccoli insetti volanti, ma se questi scarseggiano, per le irrorazioni di pesticidi o per il maltempo, i piccoli rischiano di morire denutriti. La campagna piatta a monocultura dove siepi, filari, prati e boschetti sono stati distrutti è sempre meno naturale e povera di biodiversità: scarseggiano anche i piccoli insetti volanti di cui si nutrono le Rondini.

Ai primi di Settembre le Rondini iniziano a dare i primi segni di irrequietezza. Le giornate si fanno più corte e questo è per gli uccelli migratori un segnale irresistibile. La voglia di migrare ben si visualizza nelle file di Rondini sui fili della luce: i primi gruppi partono, si uniscono tra loro e iniziano il viaggio verso Sud. Per affrontare la migrazione bisogna raccogliere riserve di grasso: le Rondini quindi volano e mangiano in continuazione.
La sera è un momento magico: prima di partire o lungo la rotta di migrazione centinaia, migliaia di Rondini si concentrano in luoghi particolari per la notte. Nelle paludi, ad esempio, ogni canna ospita una Rondine appollaiata alla base di una foglia. La scomparsa di paludi e canneti o gli incendi distruggono ambienti importantissimi in questa delicata fase della migrazione.
I giovani probabilmente seguono gli adulti, ma dispongono anche di sofisticati sistemi di navigazione per affrontare per la prima volta il grande volo verso l'Africa. La migrazione è molto impegnativa. Per arrivare in Africa le Rondini devono volare migliaia di chilometri e superare grandi barriere come catene montuose, il Mar Mediterraneo e il grande deserto del Sahara. Molte non ce la fanno. Ma non c'è altra via: sarebbe impossibile resistere al freddo dell'Inverno europeo, quando anche gli insetti alati si ibernano. Con i suoi 25 grammi di peso e 30 centimetri di apertura alare la Rondine compie un'impresa straordinaria!
La grande maggioranza delle Rondini va a passare l'Inverno in Africa a Sud del Sahara; le Rondini italiane sembra si concentrino in Africa centrale e orientale.
Alla fine dell'Inverno le Rondini tornano in preda a una nuova eccitazione migratoria: è il segnale che bisogna andare. Per loro sarà il ritorno in Italia e l'occasione di mettere su famiglia. Guidati da un sorprendente senso dell'orientamento voleranno per cinque o seimila chilometri per approdare a quella campagna che le ha viste nascere e crescere.


(Tratto da “Progetto Rondini”, a cura di Lipu/Birdlife Italia)