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Parco Nazionale del Gargano



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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 4 - Aprile 2003

Viaggio nell'archichettura del Parco Nazionale del Gargano

Il centro storico di Cagnano Varano

Testi di Michele Giglio

L’abbandono, che, come sottolineato nei precedenti articoli, rappresenta sicuramente l’elemento cardine nella conservazione dei tratti architettonici tipici dei centri storici, ha interessato anche il nucleo antico di Cagnano Varano. Non a caso è il centro garganico con la più alta densità edilizia rispetto alla popolazione residente. Il Centro Storico di Cagnano Varano, come molti altri garganici arroccati su una collina, ha la tipica forma a “fuso” con elemento predominante rappresentato dalla Cattedrale. Le similitudini con il centro storico di Vico del Gargano per quanto riguarda l’armoniosa aggregazione degli edifici sono evidenti, anche se, rispetto a quest’ultimo, sono meno rilevanti è l’aspetto architettonico in generale. Molto interessanti appaiono le pavimentazioni in pietra, elemento che descriveremo in questo articolo, ma sarà ripreso, visti gli interessanti esempi che si ritrovano, anche nell’articolo in cui si tratterà del centro storico di Peschici. Come ormai consolidato si descriveranno specifiche pavimentazioni del paese “visitato” richiamando, però, caratteristiche comuni ad altri centri garganici, con l’obiettivo di seguire il filo conduttore nella ricerca proposta: gli elementi architettonici del Parco Nazionale del Gargano. La strada esterna al centro storico di Cagnano -vedi foto n.1-, che per buona parte lambisce il suo perimetro, ha rappresentato nei secoli la principale via di comunicazione tra il paese e le campagne presenti nelle vicinanze. La strada ha un impluvio centrale in blocchi di pietra lavorati e campitura in sassi irregolari di diverse dimensioni, a riempimento delle ampie zone in cui non affiora la roccia. I sassi della campitura non presentano la faccia superiore lavorata, di conseguenza erano posti in opera così come estratti dalla cava. La fascia centrale verso cui venivano convogliate le acque meteoriche, che quindi costituisce l’impluvio, è realizzata con pietre di maggior consistenza e della larghezza tra i 30 ed i 35 cm; queste venivano lavorate in modo da diventare sufficientemente piane e consentire così lo scorrimento delle acque. La pavimentazione stradale della foto n. 2 è esterna anch’essa al perimetro del centro storico, ma interna all’abitato, ed è sicuramente più recente rispetto alla precedente; lo testimonia la tessitura delle fasce laterali e trasversali -disegno lineare realizzato con pietre ben lavorate-, la presenza, anche se poco percepibile, di fasce in diagonale, e la campitura realizzata con ciottoli di grossa pezzatura. La tecnica costruttiva delle pavimentazioni descritte e delle pavimentazioni in pietra in genere prevedeva il posizionamento delle pietre direttamente sul terreno, nei casi delle basole più squadrate la loro sistemazione era agevolata dalla forma piramidale della parte inferiore delle stesse. Un elemento poco noto e sicuramente non adeguatamente percepito nei contesti architettonici sono i canali di gronda in pietra per la raccolta e lo scolo delle acque meteoriche sgrondate dai tetti –vedi foto n.3-. Blocchi di pietra venivano lavorati in modo tale da realizzare un incavo centrale per far defluire l’acqua; tali lastre così lavorate venivano poste in opera su altri elementi in pietra, le mensole, che, infilate nella muratura per almeno tre terzi della loro lunghezza, erano posizionate in modo tale da realizzare un’adeguata pendenza. In molti centri storici, prevalentemente in quello di Vico e di Monte Sant’Angelo, sono ancora presenti su numerosi edifici soltanto le mensole. Tale sistema di convogliamento delle acque meteoriche aveva come finalità primaria la raccolta nella cisterna dell’edificio, posta in genere nei locali interrati. L’alternativa -vedi foto n.4-, che sicuramente rappresenta un’evoluzione della tecnica costruttiva, prevede il canale di gronda realizzato con i coppi. La funzione del canale di raccolta è però non di convogliamento dell’acqua nella cisterna, ma di proteggere la sottostante porta-finestra. In alcuni restauri, pochi ma a mio parere ben riusciti, sulle mensole in pietra vengono posti in opera degli embrici in laterizio che pur non essendo l’elemento originario ne riprendono il significato, consentendo la lettura chiara dell’elemento tecnico e funzionale. Il consentire un’agevole lettura degli elementi architettonici del passato e soprattutto della loro funzione è il risultato di un buon restauro, anche quindi senza dover ricorrere alla riproduzione di un elemento, ma nei nostri centri storici si corre raramente questo rischio, che ad oggi non avrebbe lo stesso significato. Come detto, interessanti esempi di canali di raccolta in pietra sorretti da mensole li troviamo a Monte Sant’Angelo, dove il sistema di raccolta e convogliamento acque piovane era stato ben studiato; sistema che verrà ampliamente descritto nell’articolo dedicato al centro storico di Monte Sant’Angelo. Avendo introdotto in questo articolo il tema degli elementi in pietra lavorati, si coglie l’occasione per formularne una classificazione, premettendo che un ampio articolo, in cui si darà ampio spazio alle fotografie, verrà realizzato nei prossimi numeri.

  • Elementi in pietra con funzione portante (statica):
    • 1) quelli che consentono la realizzazione dei vani porta e dei vani finestra, quindi stipiti, architravi;
    • 2) mensole di balconi;
    • 3) balconi stessi quando costituiti da un’unica lastra in pietra o da due affiancate;
    • 4) mensole per canali di raccolta acqua.
  • Elementi in pietra con funzione decorativa:
    • 1) mensole portatende (poste a 2/3 circa dall’imposta della finestra hanno dei fori nei quali era possibile infilare un’asta di legno alla quale veniva agganciata, o semplicemente appesa, la tenda per ripararsi dal sole);
    • 2) stemmi di portali (anche con funzione statica essendo nella maggior parte dei casi il concio di chiave di aperture centinate);
    • 3) cornicioni;
    • 4) bassorilievi, su cornici di porte e finestre;
    • 5) statue religiose (in genere poste in nicchie all’interno degli edifici e sui tetti a protezione dell’abitazione);
    • 6) cimasa in pietra a protezione delle finestre.
  • Elementi in pietra con funzioni legate ad aspetti prettamente pratici:
    • 1) i “cannutt” (canali di scolo dell’acqua- in alcuni casi anche curvilinei);
    • 2) canali di gronda e relative mensole;
    • 3) soglie di scalinate;
    • 4) elementi sovrastanti i parapetti in pietra;
    • 4) “I catned”, anelli per legare gli asini (posti ai lati delle porte delle stalle);
    • 4) paracarri.