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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 3 - Marzo 2003






Interventi

la Foresta Umbra: risorsa naturale, risorsa economica

La Foresta Umbra ha una superficie di circa 10.000 ettari ed è ubicata nella parte più interna del promontorio del Gargano, presenta una orografia accidentata con rilievi che  raggiungono gli 800 metri sul livello del mare e propaggini che si spingono fino alle coste. La Foresta anticamente apparteneva a proprietà feudali, successivamente fu ceduta ai comuni di Monte Sant’Angelo, Carpino, Ischitella, Vico del Gargano, Peschici e Mattinata.
Nel 1861, dopo la caduta del Regno delle due Sicilie, passò al Demanio del Regno d’Italia e, con legge 4 marzo 1896 n. 3713, fu dichiarata inalienabile e consegnata all’Amministrazione Forestale dello stato. Con l’avvento delle regioni, in applicazione della legge n. 281 del 16.5.1970 gran parte della Foresta Umbra è stata trasferita al demanio della Regione Puglia, che ne ha affidato la gestione all’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali fino al febbraio 2001. Da questa data è gestita direttamente dalla Regione Puglia tramite l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Foggia. Attualmente la Foresta Umbra più che produrre legname e prodotti minori quali: funghi, frutti, tartufi, fornisce numerosi servizi: ricreativi, paesaggistici, ecologici, idrogeologici che, per loro natura sono senza prezzo o meglio non commerciabili, in quanto, a differenza di altri prodotti non sono facilmente e prontamente apprezzabili dal mercato in termini monetari.
Negli ultimi decenni, con la maggiore disponibilità di tempo libero, con l’aumento del reddito pro-capite con la maggiore sensibilità dell’opinione pubblica verso la natura, la domanda di tali servizi ed in particolare di quello ricreativo è notevolmente aumentato esaltando così la conflittualità nell’impiego della risorsa foresta tra una molteplicità di usi spesso concorrenti. Si stima infatti che mediamente il flusso dei visitatori ammonti ad oltre 500.000 presenze all’anno, di cui circa l’80% concentrato nel periodo estivo. Per consentire quanto più è possibile una fruizione razionale della foresta, sono state realizzate 25 aree di picnic, 20 parcheggi per auto, 2 per pullman, per un’estensione complessiva di 35 ettari, inoltre sono state chiuse al traffico quasi tutte le strade di servizio interne. Nel 2001, l’Ispettorato Forestale di Foggia ha progettato alcune aree attrezzate e la realizzazione di una serie di sentieri pedonali con fondi della Comunità Europea. Nel 2002 è stato presentato un altro progetto finanziato con fondi dell’Unione Europea per favorire lo sviluppo di un turismo qualificato e selettivo altrimenti chiamato turismo verde puntando su interventi di valorizzazione e fruibilità interessata del bosco, al fine di contenere il flusso turistico soprattutto domenicale spesso sbadato e frettoloso. L’amministrazione pubblica si deve porre il problema di valutare una programmazione che nell’ambito dell’analisi costi/benefici, tenda a massimizzare il saldo benefici sociali/costi sociali, per cui il valore ricreativo della foresta entra nel calcolo economico, benché ad esso non corrisponda alcuna reale entrata di cassa. In realtà quest’ultimo aspetto è oggetto di dibattito, per cui si pensa di far pagare un ticket ai turisti per il parcheggio delle auto, dei pullman e per l’uso delle aree di picnic. Numerosi sono i sentieri esistenti nella Foresta Umbra; si segnalano in particolare il sentiero “CARITATE-SFILZI”, tempo di percorrenza 3 ore ed il sentiero “LAGHETTO D’UMBRA-FALASCONE”, tempo di percorrenza un’ora. La Foresta Umbra, per la ricchezza di flora, oltre 2.000b specie vegetali, fauna e vegetazione, nonché per i fenomeni di carsismo che presenta: grotte, doline e inghiottitoi, e tantissime specie vegetali, può essere definita “giardino botanico” ed è la più grande foresta italiana di latifoglie con faggi, che sono dei veri e propri monumenti botanici, con altezze di oltre 40 metri e diametri superiori al metro, circa 4.000 ettari di faggeti, querceti di Cerro, con presenza di Farnetto, Leccio, Roverella e specie nobili quali l’Acero o Palo, il Carpino bianco, l’Acero campestre, l’Acero montano, l’Orniello, il Tasso e tante altre specie, in particolare il Pino d’Aleppo nelle zone costiere. Ricca è la bassa macchia mediterranea presente diffusamente nel territorio e nel sottobosco, con Agrifogli, Vitalbe, Lentisco, Ginepro ed altre, Orchidee selvatiche con ben 65 specie: un record in tutto il bacino mediterraneo!
Anche la fauna è molto ricca e variegata, tipico è il Capriolo autoctono garganico, il Gatto selvatico, il Cinghiale, il Tasso, la Donnola, il Ghiro e l’Avifauna: il Gufo reale, il Gufo comune, il Picchio, l’Allocco, il Barbagianni, la Gazza, la Beccaccia ed altre. Il Gargano e la Foresta Umbra possono definirsi “il regno della biodiversità”, infatti, anche se il Gargano rappresenta solo per lo 0,7% del territorio nazionale, detiene il 40% della flora italiana e il 70% degli uccelli nidificati nel nostro paese. La gestione della Foresta Umbra potrebbe registrare, nel medio periodo, un bilancio in pareggio, se non addirittura in attivo se si pensa, infatti, che dal 1930 al 1950, la gestione delle foreste era positiva in quanto improntata su finalità produttive. I tagli di utilizzazione risultavano ammontare a provvigioni di circa 15.000 mc/anno, per poi scendere a 11.000 mc/anno nel periodo 1970 e ridursi drasticamente a circa 500 mc/anno nell’ultimo trentennio, produzione dovuta ad interventi limitati di diradamento, tagli fitosanitari e/o dovuti da schianti da neve o da vento. Questi ultimi tagli sono cosiddetti a “macchiatico negativo”, ossia necessita finanziare l’intervento con fondi pubblici. A differenza dei tagli intercalari colturali che, eseguiti con tecniche di selvicoltura naturalistica, migliorano il soprassuolo forestale e producono discreti quantitativi di legname con prelievi contenuti tali, comunque, tali da garantire un reddito.

Dott. Antonio Ursitti
Ispettore Capo delle Foreste Ripartimentali di Foggia