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Parco Nazionale del Gargano



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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 3 - Marzo 2003









Speleologia

Genesi ed evoluzione delle cavità sotterranee

Testi e fotografie di Carlo Fusilli
Gruppo Speleologico Dauno ONLUS

Oltre a quanto c’è dato vedere alla luce del sole, i territori carsici celano nel sottosuolo un mondo sconosciuto e misterioso, talvolta molto suggestivo, sempre comunque in netta antitesi con l’ambiente esterno. Le grotte, infatti, sono caratterizzate da un paesaggio prevalentemente minerale, dal buio più assoluto e da un’umidità prossima alla saturazione, dove l’acqua, che all’esterno scarseggia, spesso si rinviene in abbondanza.
Come si formano questi vacui sotterranei che talvolta raggiungono sviluppi e profondità davvero ragguardevoli? Questo articolo si prefigge di chiarire sinteticamente le modalità e le dinamiche speleogenetiche correlate alla loro formazione.
Le acque che raggiungono il massiccio calcareo sia sotto forma di precipitazioni meteoriche che di fiumi o torrenti, dopo un percorso superficiale più o meno lungo, penetrano nel sottosuolo attraverso le discontinuità della roccia. Il drenaggio può avvenire in forma diffusa, attraverso le innumerevoli fessure presenti nella massa rocciosa, oppure in modo concentrato, cioè tramite un sistema di importanti ed estese discontinuità quali faglie, diaclasi e giunti di stato. In quest’ultimo caso si formeranno cavità di dimensioni tali da poter essere percorse ed esplorate dall’uomo. Nella prima fase dell’attacco carsico le acque di percolazione invadono tutta la sezione dei meati e condotti che sono di piccole dimensioni (scorrimento in regime freatico) e la dissoluzione della roccia incassante avviene prevalentemente per corrosione chimica. Con il trascorrere del tempo l’ampliarsi dei vuoti conduce ad uno scorrimento delle acque a pelo libero, cioè con la contemporanea presenza della fase liquida e dell’aria (regime vadoso). In tali condizioni le acque sotterranee ruscellando all’interno dei condotti carsici espletano, oltre alla già menzionata corrosione chimica, anche una maggiore azione erosiva o meccanica dovuta ai sedimenti solidi trasportati in sospensione dal torrente ipogeo, i quali esercitano un effetto abrasivo nei confronti della roccia incassante. Le acque, per gravità, proseguono il loro cammino in profondità sino ad incontrare un substrato impermeabile. Se quest’ultimo è ubicato al di sopra del livello di base la zona satura manca, viceversa, qualora il substrato impermeabile è situato sotto il livello di base, si viene a formare una zona permanentemente allagata il cui livello corrisponde, a seconda dei casi, alla superficie marina, lacustre o fluviale delle acque che lambiscono il massiccio calcareo. Comunque sia, dopo un percorso sotterraneo più o meno lungo, le acque carsiche vengono infine restituite all’esterno tramite sorgenti di varia tipologia e diversa portata. Nel Gargano, dove lo spessore delle rocce carbonatiche supera i 3.000 metri, l’attuale livello di base è costituito dall’orizzonte marino.
Analizzando a grande scala il nostro massiccio carsico, si possono distinguere, dall’alto in basso, quattro zone caratterizzate da un diverso tipo di organizzazione della rete idrica:

  • a) una zona di assorbimento, in cui le acque si raccolgono e per trasferimento alimentano la rete idrica sotterranea;
  • b) una zona vadosa, costituita da condotti in cui l’acqua circola a pelo libero;
  • c) una zona freatica, che risulta perennemente allagata al di sotto del livello di base, con una circolazione idrica lenta e diretta verso la periferia del massiccio;
  • d) una zona di affioramento, in cui le acque vengono nuovamente a giorno.

Le morfologie più comuni presenti in una cavità sotterranea complessa sono principalmente:
le gallerie - Ambienti a sviluppo suborizzontale, impostati su sistemi di discontinuità tettoniche e/o lungo giunti di strato. Secondo il tipo di escavazione, freatica o vadosa, nel primo caso si avranno gallerie a sezione subcircolare o ellittica, nell’altro la morfologia sarà, invece, a forra con le classiche sezioni ad U e a buco di serratura;
i meandri - Condotti che presentano un andamento molto sinuoso a causa del lento scorrimento delle acque che li hanno generati;
le caverne o saloni - Vani di ampie dimensioni che si formano in corrispondenza di più arrivi d’acqua o per fusione di ambienti adiacenti in seguito anche a fenomeni di crollo;
i pozzi - Cavità a sviluppo verticale, talvolta di rilevante profondità, impostati lungo fratture che attraversano la sequenza degli strati;
i cunicoli - Condotti suborizzontali di dimensioni spesso molto anguste, dove l’azione dell’acqua si è espletata per tempi piuttosto limitati.