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Parco Nazionale del Gargano |
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Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano Anno V - Numero 3 - Marzo 2003 |
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Vico del Gargano, Gae Aulenti e il progetto di albergo diffuso
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Gae Aulenti ospite del Casino Ventrella a IschitellaSolitamente, al maestoso cancello di quello che, un tempo, fu il Casino di caccia dei potenti principi Pinto, lattuale proprietario, Claudio Marcello Ventrella accoglie gli ospiti deccezione con le suggestive note delle Quattro Stagioni di Vivaldi. È toccato anche a Gae Aulenti godere di queste musicali suggestioni. Il 14 febbraio arriverà qui insieme allurbanista Gaetano Lisciandra, per presentare nella vicina Vico del Gargano il suo Progetto di Albergo diffuso, che prevede la riqualificazione del centro storico, nel contesto di unoasi ecologica, tra collina e costa, un percorso confluente a Vico del Gargano. Matteo Fusilli, presidente del Parco del Gargano, è entusiasta: Gae Aulenti, saprà porre, come ha fatto altrove, la base per uno sviluppo di qualità del turismo internazionale dellarea protetta. Il Gargano si presta per lindividuazione di zone molto interessanti da un punto di vista paesaggistico, dalla pineta Marzini alloasi agrumaria. Da Vico si domina lintera vallata, fino al mare; nella parte agrumetata, vi sono notevoli emergenze ambientali ed architettoniche: sorgenti, mulini ad acqua, chiese rurali, casini fortificati. Vi spiccano decori neoclassici, ma anche elementi legati al ricordo delle scorrerie turche che interessarono, a più riprese, le coste del Gargano. Qualche dimora signorile, realizzata alla fine del Settecento, testimonia leccezionalità dei luoghi. Luoghi -gioiello sconosciuti ai più. Come il casino di caccia di Niunzi, dove Gae Aulenti ha soggiornato nei giorni di San Valentino. Il Casino Ventrella è un edificio di fine Settecento, passò dai principi Pinto ai Ventrella nel 1822. Fu progettata da Carlo Vanvitelli, larchitetto che ultimò la Reggia di Caserta. Tutti gli affreschi sono firmati da Nicola Mascialino, che lavorò anche nella cattedrale di Martina Franca, per i teatri di Gioia del Colle e Putignano e per diversi palazzi nobiliari a Bari. Ne I Pittori dellOttocento italiano, è lunico decoratore pugliese citato. Suites per celebrità Nel Casino di caccia di Vanvitelli hanno dimorato personaggi famosi, tra i quali Gioacchino Murat. Fu ospite dal proprietario, il principe Francesco Pinto, ministro della guerra di Francesco II, ultimo re di Napoli prima della conquista del Regno da parte di Garibaldi. Durante la 1ª guerra mondiale, Tommaso Ventrella, federale di Capitanata, ospitò Vittorio Emanuele III, in missione allIdroscalo di san Nicola Imbuti sul Varano. Tra gli ospiti recenti: Pippo Baudo, Katia Ricciarelli, Aldo Cosentino, Ermete Realacci, il ministro Alemanno, vari artisti italiani, oltre alle troupe di Sereno Variabile e di altre trasmissioni televisive. Memorabili le feste in maschera, organizzate da Claudio Ventrella fino a qualche anno fa, con raffinate scenografie. Vi affluivano artisti internazionali, fra cui il prestigioso Corpo di Ballo del Bolscioi di Mosca. Ospite fisso: Andrea Pazienza, il genio del fumetto che seppe fissare nelle sue strisce le inquietudini del movimento giovanile del 68. Vere e proprie suites, per un agriturismo dèlite, sono oggi in allestimento allinterno della tenuta. Tutto risulta perfettamente a tono, gli appartamenti ricavati dallantica colombaia e dal pollaio della residenza agreste - sono arredati con mobili napoletani e pugliesi, perfettamente restaurati. Gli alti letti di ferro battuto oppure con testate in massello con inserti madreperlacei, sono guarniti di coperte in fibre naturali, lavorate agli antichi telai a mano. Alle pareti, quadri dautore e ritratti depoca. Limmensa sala da pranzo nei locali dellex vaccareccia sta per essere ultimata. Enormi travi in legno sostengono la volta. Al centro sarà posto il carro da guerra lasciato dai Borboni dopo la rivolta del 1799: sormontato da un enorme vetro di cristallo, sarà originalissimo tavolo. Nellhangar, che ospiterà il museo, una carrozza depoca è perfettamente funzionante. Fuori, preziosi stemmi nobiliari disseminati qua è là sul sapiente restauro dei muri delle varie costruzioni, un tempo dépendances del Casino di caccia e della proprietà rurale. Dalle finestre-feritoie e dai balconcini di ferro battuto si gode un panorama unico: il lago di Varano e le Isole Tremiti campeggiano sul liquido orizzonte del mare Adriatico. Maria Teresa Rauzino |
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Gae AulentiGae Aulenti è nota come architetto, scenografa e designer. Dopo la laurea al Politecnico di Milano, insegna alla facoltà di Architettura di Venezia, al Politecnico di Milano e dal 1969 al 1975 al Collegio di Architettura di Barcellona ed al Cultural Center di Stoccolma. Cura le scenografie del regista Luca Ronconi. Suoi gli Olivetti Shops a Buenos Aires e a Parigi ed i saloni espositivi della FIAT in varie città del mondo. Ha progettato la trasformazione della Gare dOrsay di Parigi in Museo (1980-87), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985) e degli interni del Museo Nazionale dArte Moderna presso il Centro Pompidou di Parigi (1982-85). Nel dicembre 1996 ha ricevuto lincarico per il nuovo Asian Art Museum di San Francisco; nel giugno 1997 quello della ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia. Fra i principali riconoscimenti internazionali, il titolo di Chevalier del la Legion dHonneur (Parigi, 1987), il Praemium Imperiale per lArchitettura (Tokyo, 1991), il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana (Roma 1995). La testimonial del progetto Concetta Carestia è una delle 30 top-manager più importanti del mondo, nota come vice presidente della Louis Vuitton. Di origini foggiane, risiede a Parigi. Ha scelto Vico del Gargano come luogo ideale delle sue vacanze. Pause sempre fortemente rigeneranti, in una full immersion fra suggestioni ed antichi sapori delloasi agrumaria (immancabile, nel suo bagagliaio, un cesto di fragranti pomi citrini del Gargano). Per Concetta Carestia, il centro storico di Vico è un vero e proprio scrigno, un gioiello urbanistico ancora tutto da valorizzare, per unospitalità diffusa délite, a dimensione umana. Il progetto è già stato attuato con successo nei borghi antichi sulla Costa Azzurra. Il target non è la massa, ma turisti alla ricerca di qualcosa di diverso dagli anonimi villaggi-vacanza mediterranei. Non non solo sole/mare/monti, ma anche storia, tradizioni e cultura. Nel centro pulsante del piccolo borgo antico, a stretto contatto con i residenti. Ma anche nel silenzio dellOasi agrumaria del Gargano. |
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Vico e il Gargano Aulenti ssimiOra che i riflettori sullidea-progetto di un albergo diffuso nel centro antico di Vico del Gargano di Gae Aulenti lultima grande viaggiatrice, in ordine cronologico, sulle vie della Montagna del Sole sembrano spegnersi (proprio da questo momento, invece, inizia, per raggiungere lobiettivo, il lavorio prezioso delle istituzioni, dei tecnici, dei privati, affidato oltre che alla buona stella alle arti magiche della cosmesi diplomatica), si può tranquillamente affermare che Vico del Gargano si addice al geniale architetto. Nei giorni scorsi, infatti, Aulenti è stata accolta, accarezzata, accompagnata nei suoi momenti di studio, di esperimento, di messa a punto della sua idea-progetto che, più che un albergo del buon vivere, è laspirazione a una civiltà da salvare. E lartista di fama planetaria ha eletto il borgo antico del piccolo centro garganico a suo buen retiro, a laboratorio privilegiato delle idee, forse a scuola permanente. Da Vico, dunque, parte un grande progetto cui si guarda con ammirazione e forsanche con un pizzico di invidia. Si dimostra, così, che lofferta turistica di qualità rara viene sempre dai piccoli paesi, dove laria è buona, la tavola eccellente, e quel po dinerzia riflessiva dà profondità allagire: il rapporto tra spazio e tempo è qui corretto, ancora presente la misura umana, largo lo spazio della speranza. Nel Gargano delle differenze e degli ossimori, il ruolo, per così dire, mecenatesco, viene assunto, oltre che dal Comune di Vico del Gargano, dalla Comunità Montana del Gargano e dal Parco Nazionale, i quali, a chiamata, hanno risposto in maniera convinta, per dare luogo a qualche cosa di unico: un soggiorno come scrisse Antonio Baldini fuori dalle zone troppo illustrate
, una minuscola Italia di prova, ancora inedita, con degli abitanti sui generis, con un assaggio di molte se non di tutte le altre terre italiane di maggior spicco. UnItalia in compendio, dunque, ricca di boschi, di pinete, di marine, di agrumeti ancora profumati dalla canzone di Mignon, di ulivi grandi e selvaggi accuratamente coltivati: è la voce autentica del Gargano, impastata di fatica e, spesso, di dolore che cerca con dignitosa fermezza il proprio ruolo, la propria specificità. Quella voce dalle cadenze eterne ha scritto uno studioso locale di grande talento, Filippo Fiorentino invoca spazi fisici e mentali che continuino a garantire coesione e crescita delle comunità. Sappiamo bene che non mancheranno le difficoltà e che notevoli saranno gli ostacoli da superare. Ma, piace ricordare soprattutto agli scettici di professione che, nella vicina Cerignola ai tempi della Cavalleria rusticana, Mascagni, in una celebre romanza, cantò la sfinge damore: la margherita, lumile fiore dei campi. Sfoglia, sfoglia finché ne hai voglia
, sinterroga il cuore innamorato. E se la risposta non appaga subito lo scopo, suvvia, riproviamo
, dice reiteratamente il canto. Provando e riprovando il responso sarà favorevole. Giuseppe Maratea |
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