Descrizione e Cenni storici
Tra gole e dirupi, Castelli è al centro di un possente anfiteatro di monti, che si distaccano dalle vette del Gran Sasso, al quale fa da scena un dolce paesaggio di colline degradanti verso il mare, visibile a occhio nudo nelle giornate terse se ci si eleva di poco verso i folti boschi di faggio che lambiscono l'abitato. E' sovrastato dalla parete rocciosa del Monte Camicia, che, con un salto di quasi mille metri, termina nel Fondo della Salsa, il nevaio perenne più basso d'Europa.
Il suo nome probabilmente deriva dalla visione che offre al visitatore che arriva: un pugno di case arroccato in cima a uno sperone breccioso, che si eleva per quasi cento metri, alla confluenza dei torrenti Rio e Leomogna; un vero e proprio castello, inaccessibile per tre lati e facilmente difendibile nella parte attaccata alla montagna.
Il centro storico è abbastanza ben conservato tanto che Castelli, per la preziosità e la conservazione del suo territorio, unitamente alla sua storia e alle sue tradizioni, è inserito tra i "Borghi più belli d'Italia", un club esclusivo d'importanza internazionale.
Un ruolo importante gioca la bellezza della natura che lo circonda: un paesaggio d'incanto, con le alte montagne e le pareti rocciose, coperte in basso da folti boschi, che sorprende il visitatore per la sua eccezionalità nelle località dell'Appennino; una flora ricchissima e particolare che si adatta, con le sue mutazioni, alle avverse condizioni climatiche; una fauna protetta che consente spesso di ammirare i cinghiali che pascolano in branchi sui versanti delle colline, sorvolati dal volo lento e ampio delle poiane. Ma chi, appassionato delle passeggiate in montagna, si avventura nei boschi verso la montagna, può avere il piacere di imbattersi anche in un branco di lupi, ormai numerosi nel territorio del Parco, ma che in genere si tengono lontani dall'uomo, o nei camosci che prediligono questo versante della montagna, tanto da aver dato il nome alla vetta più alta, il Monte Camicia, con una variazione del nome dialettale con il quale essi erano chiamati dai castellani.
Il passato di Castelli appartiene alle sorti della Valle Siciliana (toponimo che storicamente ha designato l'area sud-est dell'Abruzzo teramano), dove nel 1000 circa a.C. non è da escludere la presenza dei Siculi migranti verso l'isola, poi rimpiazzati da popolazioni umbre. Notizie certe si hanno a partire dal medioevo, riguardo la Badia di San Salvatore, costruita nell'VIII sec. dai Longobardi e consacrata nel 1117 da Papa Pasquale II per i monaci benedettini. Il paese nasce in età carolingia, quando si diffonde il fenomeno dell'incastellamento. Luogo di naturale difesa per le popolazioni del circondario, abbondanza di risorse (estese vene di argilla, immensi boschi di faggio, acque limpide e copiose), Castelli nacque da questo incrocio e dalla iniziativa di un popolo che riuscì a raccogliersi attorno ad un progetto collettivo ed inventò il suo futuro intriso nella ceramica. Oltre ad aver dato i natali ad artisti come i Grue e i Gentile, Castelli vanta anche tra i suoi cittadini il cardinale Silvio Antoniano, precettore di San Carlo Borromeo.
Provincia: Teramo Regione: Abruzzo
Sito ufficiale: www.comune.castelli.te.it