La Storia
Deve il suo nome al fatto che un tempo i contadini usavano riporre nel ventre del maiale grossi tocchi di suino. Più che un salume costituiva una sorta di riserva di carne pregiata. Si narra che la Ventricina di Crognaleto, cucita nello stomaco di maiale, a volte farcita con le salsicce, fosse molto apprezzata dal re di Napoli nel diciottesimo secolo. Si racconta, inoltre, che in Abruzzo, al momento dell'uccisione del maiale bisognasse avere a disposizione una sedia e un bel bicchiere di vino. Durante la macellazione, infatti il capofamiglia, aveva quasi un mancamento e che appunto il sostegno della sedia e una sorsata di Montepulciano permettesse la ripresa. Questo testimonia l'affezione che si provava per il maiale vivendo in stretto contatto con la famiglia e mangiando gli avanzi della cucina. Il rito della macellazione rappresentava, dunque, un momento di festa e nello stesso tempo di triste anche se necessaria crudeltà.