La Storia
Il cece Cicer arietinum L. è un legume tra i più antichi e largamente utilizzati nell'alimentazione. Le aree in cui risulta particolarmente radicata la coltivazione del cece sono i territori circostanti Camarda e Castelvecchio Calvisio nell'area aquilana. Qui persistono ancora le varietà di colore nero e rosso caratterizzate da dimensioni ridotte molto irregolari tanto da essere individuati come ceci pizzuti, con colore della buccia scuro. Queste varietà si sono perse nelle restanti parti dell'area protetta e sono state sostituite da cultivar di dimensioni maggiori e colorazione chiara. Alle pendici del Gran Sasso nelle zone di Capitignano e Camarda è sopravvissuta la coltivazione di un particolare cece di forma regolare e dimensioni ridotte.
Quartapelle (1801) riferisce che erano in uso nel teramano tre varietà di ceci: bianchi, rossi e negri questi ultimi ritenuti migliori per sapore anche se negli ultimi decenni i ceci di colore scuro venivano destinati all'alimentazione del bestiame mentre quelli chiari all'alimentazione umana.
Una caratteristica interessante dei ceci è rappresentata dal fatto che i semi a differenza degli altri legumi non vengono parassitati dagli insetti e quindi hanno una elevata conservazione.