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La Forza dei Territori, Verso Rio+20

Il Parco Nazionale della Majella protagonista a Roma all'iniziativa di Legambiente

(Guardiagrele, 18 Giu 12) Tante sono le aspettative per il prossimo summit internazionale che si terrà a Rio, dal 20 al 22 giugno prossimi, e che ancora volta cercherà di fissare le strategie globali per uno sviluppo sostenibile e per la salvaguardia della Terra, con precisi impegni da parte dei governi.
In Italia, ad anticipare il summit, ci ha pensato Legambiente che ha provato a raccogliere tutti quegli esempi che rappresentano l'eccellenza in termini di green Economy e sviluppo sostenibile.
Un evento e una mostra che raccontano l'Italia delle buone pratiche che sono già una realtà e che, in maniera trasversale, toccano l'industria e i servizi, le istituzioni e il sociale, la cultura e l'identità territoriale. Ventisette storie che vanno dal riuso del patrimonio edilizio, all'innovazione nel trattamento dei rifiuti, alla creazioni di orti sociali e didattici, alle nuove forme di finanziamento a favore delle fonterinnovabili e del risparmio energetico.
Unica area protetta presente in questa particolare classifica, è il Parco Nazionale della Majella che con numeri importanti raccolta una realtà nuova nel quadro dei Parchi italiani.
Il territorio del Parco della Majella conta oggi oltre 100 attività di artigianato artistico con 240 addetti, 20 prodotti agroalimentari tipici del territorio, dai formaggi al vino e all'olio, dai liquori alla carne, per un fatturato annuo di circa 13 milioni di euro. Possiede un'offerta di turismo naturalistico ampia e diversificata supportata da una rete di 160 ristoranti e trattorie, 100 alberghi con una ricettività di 6.400 posti letto ai quali si aggiungono ulteriori 2.800 posti letto in 83 strutture extra alberghiere (B&B, ostelli, pensioni, etc.).
Questi sono alcuni dei numeri che raccontano il successo del Parco della Majella, un territorio divenuto patrimonio mondiale dei Parchi nazionali nel 1995 dopo decenni di aspre battaglie. L'area protetta si estende per 74.095 ettari e interessa 39 comuni delle province di Pescara, L'Aquila e Chieti, con oltre 50 mila residenti entro i suoi confini e con la presenza di specie floristiche e faunistiche di estremo interesse fra cui spiccano l'orso bruno marsicano, il lupo e il camoscio appenninico. Molti i progetti e le iniziative di conservazione della natura senza mai perdere di vista la crescita sostenibile dell'economia locale e del suo territorio: grazie al Parco sono nate 7 nuove imprese che impiegano 40 giovani, distribuite in maniera omogenea in tutto il territorio, che gestiscono servizi turistici, attivitàeducative e strutture del parco. Ma una delle risorse di questo territorio è la ricchezza d'acqua, la cui purezza ha favorito la nascita di importanti pastifici di livello internazionale come quelli di Fara San Martino. Un esempio di come l'ambiente naturale sia stato la linfa vitale dell'imprenditoria locale. Anche i servizi ecosistemici rappresentano un valore aggiunto di questa esperienza: i 30 mila ettari di pascoli possono sostentare 30 mila bovini/equini e 120 mila ovini; la CO2 abbattuta annualmente dalle foreste è pari a 298.500 t e quella stoccata nei boschi e nei prati pascoli è pari a oltre 6.600.000 tonnellate. In più il Parco garantisce la stabilità idrogeologica di tutto il suo territorio e la fruizione dello stesso per ilturismo e la ricreazione, con oltre 6 milioni di presenze/anno.
E il saldo economico è positivo: per preservare questi beni lo Stato impegna fondi per circa 2.200.000 euro/anno, circa 30 euro/ettaro protetto, mentre il valore dei prodotti e dei servizi dell'ecosistema Parco ammonta a 15.343 euro per ha/anno.
La Forza dei Territori, Verso Rio+20
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