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Cinghiali catturati nella Riserva
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Cinghiali catturati nella Riserva

Aprile 2005

I recenti interventi di contenimento dei cinghiali nella riserva del Baraccone

Il 1 Aprile 2005 L’Ente di Gestione del Parco del Po, tratto torinese, ha organizzato e coordinato un intervento mirato a ridurre il numero dei cinghiali presenti sull’isolone che si trova all’altezza della confluenza della Dora Baltea nel Po, nella Riserva Naturale Speciale del Baraccone. L’intervento ha portato all’abbattimento di 4 cinghiali ed è stato effettuato all’interno della Riserva Naturale Speciale del Baraccone, che si estende per 1600 ettari nei comuni di S. Sebastiano da Po, Lauriano, Monteu Da Po, Cavagnolo, Brusasco, Verrua Savoia, Verolengo e Crescentino. Gli animali sono stati abbattuti ad opera di 13 “selecontrollori”, cioè di cacciatori che sono stati autorizzati ad operare dentro i confini del Parco dopo aver frequentato un apposito corso, durante il quale hanno appreso le tecniche di caccia al cinghiale a minor disturbo ambientale. Fra queste vi è la tecnica della “girata”, la quale, come spiega il tecnico faunistico Giuliano Colombi, di Brescia, che ha coordinato l’intervento, “consente di ridurre notevolmente il disturbo sulla fauna protetta del Parco perché utilizza particolari razze di cani segugi, addestrati a lavorare come “cani da limiere”, ossia cani che, tenuti al guinzaglio, seguono le tracce dei cinghiali, portando il proprio conduttore direttamente nella tana di questi ungulati. L’altra tecnica usata per la caccia al cinghiale, cioè la “braccata”, sebbene più diffusa, è invece una tecnica invasiva che arreca molto disturbo al resto della fauna selvatica. La braccata consiste nel circondare grandi aree, dentro le quali vengono liberate numerose mute di cani segugi, i quali, liberi dal guinzaglio, si lanciano all’inseguimento dei cinghiali. Questi ultimi, inseguiti dai cani, fuggono, incappando nei cacciatori appostati, che li uccidono. Spesso però i cani inseguono anche caprioli e lepri oppure fanno perdere le proprie tracce, costringendo i cacciatori a recuperarli a fatica anche dopo giorni. Ecco perché l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica ha espressamente vietato la braccata come tecnica di controllo dei cinghiali all’interno dei Parchi, consigliando al suo posto l’uso di gabbie di cattura, che oltretutto evitano l’eventualità di ferire animali senza riuscire ad ucciderli subito, i quali muoiono dopo lunga agonia, o di abbattere femmine con piccoli, i quali, orfani e affamati, provocano ingenti danni nei campi. Un altro metodo di intervento, suggerito dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e che ha dato buoni risultati, è l’appostamento col fucile al tramonto. Anche l’appostamento notturno, con l’ausilio di fari, nei campi arati e nelle stoppie di mais sarebbe sicuramente proficuo, ma i terreni coltivati sono quasi sempre all’esterno della Riserva Naturale del Baraccone, dove la caccia al cinghiale rimane di competenza diretta dei cacciatori, i quali purtroppo e a quanto ci consta, non provvedono a cacciare i cinghiali laddove potrebbero farlo di persona.
L’Ente Parco del Po Torinese, inoltre sa che altri 9 cinghiali sono stati abbattuti nella stessa giornata del 1 aprile, durante un analogo intervento di controllo della popolazione di ungulati,che si è svolto all’interno dell’Azienda Faunistico-Venatoria “L’Isola”, azienda faunistica attigua al Parco del Po, nel Comune di Verolengo.
Il Direttore del Parco del Po, dott. Ippolito Ostellino, precisa: “Abbiamo effettuato questo intervento anche per smentire le voci allarmistiche circa la presenza di centinaia di cinghiali sull’isolone del Po. Ora possiamo dire che durante i due concomitanti interventi abbiamo censito sull’isola circa 30 cinghiali, 13 dei quali sono stati abbattuti”.
Per contenere il numero dei cinghiali, il Parco del Po Torinese nel 2004 ha istituito “l’Albo dei Selecontrollori” (cioè dei cacciatori di cinghiale autorizzati ad operare dentro il Parco). I selecontrollori sono normali cacciatori che hanno seguito e superato l’apposito corso di formazione che si è svolto a Verrua Savoia nell’ottobre 2004. Gli esami finali sono stati superati da 30 selecontrollori, in maggior parte residenti nei comuni del Parco. I primi interventi dei selecontrollori sono iniziati già nel novembre 2004 ed oggi ammontano ormai a 7 nella sola Riserva del Baraccone. Tali interventi hanno consentito di abbattere complessivamente 31 cinghiali. Se però si tiene conto del numero dei feti contenuti nelle femmine gravide abbattute, il numero totale di cinghiali uccisi sale a 62. Questo notevole risultato è stato ottenuto con l’impiego di 55 giornate/uomo dei nostri selecontrollori, che nel frattempo hanno migliorato l’applicazione delle conoscenze tecniche apprese durante il corso.
Per completezza di informazione occorre inoltre far presente che il nuovo “Piano di controllo del cinghiale”, che l’Ente Parco sta predisponendo, prevede per il futuro un maggiore impiego di gabbie di cattura e più attenzione alla localizzazione esatta dei danni sul territorio.

Orazio Dominici