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Campionamenti ittici mediante elettropesca nel Sangone, alla sua confluenza nel Po
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Campionamenti ittici mediante elettropesca nel Sangone, alla sua confluenza nel Po

Luglio 2006

Interreg III A 2000 - 2006 Progetto AQUA

L'Ente di Gestione del Sistema delle Aree Protette della fascia fluviale del Po - tratto torinese, sta curando e seguendo un progetto sulle portate minime vitali dei corsi d'acqua e sulla idrobiologia e sulle popolazioni ittiche degli ecosistemi fluviali nei parchi naturali regionali. Il progetto costituisce una parte del più ampio progetto Interreg III A 2000-2006, Italia - Francia, denominato "Aqua".

La qualità delle acque è in stretta relazione con quelle globali dei bacini imbriferi che alimentano i fiumi. Risulta quindi evidente la necessità di porre una particolare attenzione alla tutela degli ambienti acquatici. In particolare merita sottolineare due aspetti peculiari:

  • la qualità delle acque, come ormai ampiamente documentato da una vasta letteratura scientifica, è in relazione con i regimi idrologici, a loro volta pesantemente influenzati dalle modalità di gestione delle risorse per fini prevalentemente idroelettrici ed agricoli;
  • le popolazioni ittiche costituiscono un elemento di particolare interesse, non solo per la loro importanza naturalistica, ma anche perché rappresentano la componente più nota e di maggior richiamo presso il grande pubblico; inoltre gli studi delle popolazioni ittiche contribuiscono in modo significativo, alla definizione dello stato di qualità degli ambienti acquatici.

Le aree protette piemontesi sono caratterizzate dalla presenza di importanti ecosistemi fluviali. In particolare merita mettere in evidenza:

  • l'asta fluviale del Po (sulla quale sono presenti importanti opere di derivazioni idriche);
  • porzioni a monte dei torrenti Pesio e Chisone, quali esempi di ambienti poco o nulla "perturbati" da alterazioni dei regimi idrologici;
  • bacino del torrente Gesso, interessato, a valle dell'area protetta (Alpi Marittime), da impianti idroelettrici, anche con bacini di ritenuta.

Le popolazioni ittiche di alcuni ambienti succitati inoltre sono scarsamente conosciute. Ciò vale in particolare per il fiume Po, a valle della confluenza con il Pellice. I dati disponibili si riferiscono ai campionamenti effettuati (1988/89) per la Carta Ittica Regionale, mentre non si hanno notizie attendibili sulla presenza di specie ittiche molto importanti dal punto di vista naturalistico, quali savetta e pigo; tra l'altro sembra quasi scomparsa la lasca (endemismo del bacino del Po) a monte della diga di La Loggia (sbarramento artificiale che impedisce le migrazioni longitudinali dell'ittiofauna), sono fortemente ridotte le popolazioni di temolo ed è stata recentemente accertata la presenza di pseudorasbora (specie alloctona fino ad ora sconosciuta nella porzione più occidentale del bacino).
Le opere di captazione (traverse che "sbarrano" i corsi d'acqua) e quelle di sistemazione idraulica contribuiscono in modo determinante alle interruzioni della continuità biologica longitudinale, con gravi conseguenze sulle comunità acquatiche. Per esempio, le notevoli contrazioni delle popolazioni di lasca e di temolo sembrerebbero dovute anche e soprattutto alla mancata possibilità di migrazioni per fini trofici e riproduttivi. Tuttavia tale questione andrebbe approfondita, altrimenti si corre il rischio di valutazioni errate circa l'incidenza delle opere in alveo.
Molti problemi inoltre emergono a proposito delle forti riduzioni delle portate naturali dei fiumi a causa delle derivazioni idriche per fini diversi (prevalentemente idroelettrci ed irrigui). Fra i casi più eclatanti merita citare quelli che interessano il fiume Po. Esso risulta, in tutte le estati, del tutto prosciugato da Martiniana a Saluzzo in Provincia di Cuneo. La situazione più grave risulta a valle della traversa che alimenta il canale Cavour, in Provincia di Torino, per l'adduzione di acqua alle risaie: le portate di magra del più grande fiume italiano, che dovrebbero superare i 50 m3/s, vengono ridotte a pochi metri cubi al secondo. Le forti riduzioni di portata nei corsi d'acqua riducono notevolmente la capacità di autodepurazione naturale dei fiumi.

A corredo del lavoro di ricerca eseguito è stata realizzata una videocassetta della durata di 23 minuti, dal titolo "Acque senza frontiere", a cura di Gianni Valente e con il coordinamento di Claudio Rolando e la collaborazione del personale delle aree protette coinvolte e del Conseil Supérieur de la Pèche.

I risultati dell'indagine scientifica svolta, relativamente al fiume Po in Piemonte, sono stati inseriti su internet: Scarica il pdf con i dati relativi al fiume Po (PDF - 1Mb).

Sempre su internet sono disponibili ulteriori informazioni sul progetto, all'indirizzo: www.interreg3a-idrobiologia.com


Fabrizio Nobili