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Parco fluviale del Po tratto torinese |
InfoNews |
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Luglio 2006Il Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po, istituito dalla Regione Piemonte: un'esperienza da trasferire a scala di Bacino del Po e a scala nazionale(Documento dell'Assessorato all'Ambiente e alle Aree protette della Regione Piemonte, redatto di intesa con i 3 Enti di gestione del Parco fluviale del Po piemontese e presentato alla VIII Commissione Parlamentare della Camera dei Deputati in trasferta ad Alessandria il 24 luglio 2006).A partire dalla seconda metà degli anni '80 la Regione Piemonte aveva inserito nel quadro della programmazione e della pianificazione regionale un progetto volto a promuovere iniziative di riqualificazione del fiume Po e del territorio che lo costeggia, riguardante tutto il tratto piemontese, dalle sorgenti al confine con la Lombardia. Un programma vasto che comprende 82 comuni e quattro province e che si articola in aree a protezione speciale (Riserve naturali ed Aree attrezzate) collegate da una Zona di salvaguardia che funge da raccordo e conferisce omogeneità al Sistema. Un territorio di circa 35.000 km2 che si sviluppa lungo 235 km e che comprende numerosi Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Tre sono gli enti di gestione che ne seguono l'attività operativa (uno per il tratto cuneese, uno per il tratto torinese e uno per il tratto vercellese/alessandrino) con circa 40 unità di personale impegnato complessivamente. Le cose fatte Gli Enti-Parco hanno sviluppato azioni diversificate, ciascuno in ragione delle peculiarità del proprio ambito di riferimento, pur muovendosi in un quadro unitario:
Quanto resta da fare Tanto lavoro è stato fatto, ma oggi esiste la necessità di mettere a sistema tale impegno, condiviso anche con la Consulta delle Province rivierasche del Po e con l'Autorità di Bacino, ponendo il Sistema Po come valore a scala nazionale.
Le azioni strategiche descritte andranno a comporre un'ideale Agenda del Sistema Po, che si pone in coerenza sia con il Quadro strategico nazionale che con i Documenti strategici regionali. Per poter realizzare queste azioni chiediamo al Parlamento di sostenere le strutture e le professionalità dei Parchi, che hanno dimostrato di essere laboratori di buone pratiche e facilitatori locali di sviluppo sostenibile, riservando loro attenzioni analoghe a quelle garantite agli istituti di ricerca: anche i Parchi lo sono, nel campo della ricerca applicata sul territorio, e rappresentano una parte fondamentale del nostro futuro. |
Il Sistema delle Aree Protette della fascia fluviale del PoFascia fluviale del Po - tratto cuneese (Pian del Re - Casalgrasso)
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Fascia fluviale del Po - tratto torinese (Casalgrasso - Crescentino) Il territorio di un fiume che attraversa grandi centri urbani è molto lontano dallo stereotipo del "Parco Naturale" che ci rimanda ai grandi boschi, alle bianche cime, ai branchi di animali selvatici. La sua istituzione ad area protetta nasce dalla volontà di migliorare un ambiente afflitto dall'urbanizzazione selvaggia, dalla cementificazione delle sponde, dall'inquinamento idrico, dai dissesti legati alle attività estrattive. I fiumi dell'area torinese sono però anche i luoghi della natura, di paesaggi fluviali emozionanti, corridoi per la migrazione dell'avifauna, dove restano ancora le testimonianze della storia che ha legato l'uomo al fiume. Per garantire che questo patrimonio non venga disperso è nato il Parco del Po. Il tratto torinese del Po si estende, comprendendo porzioni di Sangone, Stura di Lanzo e Dora Baltea, attraverso 3 Province, Cuneo, Torino e Vercelli, e 35 Comuni. Le sue aree protette, Riserve Naturali Speciali ed Aree Attrezzate, sono dodici.
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Fascia fluviale del Po - tratto vercellese e alessandrino (Crescentino - Confine lombardo) Il Parco del Po prende origine dalla Riserva Naturale della Garzaia di Valenza, prima piccola area protetta piemontese istituita lungo il Po nel lontano 1979 per tutelare una lanca fluviale di grande importanza naturalistica. In questo tratto il Po assume la veste del grande fiume; di lì il suo fluire è scandito da anse sinuose e mutevoli isoloni, isole cespugliose, ampi ghiareti, vaste lanche e boschi di salici, ontani e querce. Nei luoghi più intatti si ha ancora l'emozione della scoperta dell'antico paesaggio, oggi tutelato in Riserve Naturali. Questi ambienti così diversificati creano le condizioni ottimali per la vita di molti animali. Nel territorio del Parco e nelle zone limitrofe è localizzata una delle aree più importanti a livello europeo per gli aironi. Cenerini, garzette e nitticore sono facilmente osservabili e nidificano in colonie numerosissime. Nei greti trovano condizioni ideali la sterna comune e il fraticello, che qui formano le più consistenti colonie europee lontane dalle coste, e l'occhione, specie in forte riduzione in tutta Europa a causa della progressiva artificializzazione dei corsi d'acqua. Sui bracci secondari del fiume, dove le acque scorrono lente, sono cospicue le popolazioni di anatre selvatiche, tra cui prevalgono germani reali e alzavole.
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