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Parco fluviale del Po tratto torinese



Corona Verde


Un progetto dei Parchi regionali per l'area metropolitana torinese

Area Corona Verde
Area Corona Verde
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Il Po al Meisino
Il Po al Meisino



Il corso urbano della Stura
Il corso urbano della Stura



La galleria di Diana nella Reggia di Venaria Reale
La galleria di Diana nella Reggia di Venaria Reale



Il Borgo Castello della Mandria a Venaria
Il Borgo Castello della Mandria a Venaria



Incisione della Venaria
Incisione della Venaria



La Palazzina di Caccia di Stupinigi
La Palazzina di Caccia di Stupinigi



Il Castello del Valentino
Il Castello del Valentino



Il Castello di Moncalieri
Il Castello di Moncalieri



Il Castello di Rivoli
Il Castello di Rivoli



Torino
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L'idea che sta alla base del progetto Corona verde, di per sé, non è nuovissima; ne fa cenno il Piano Regolatore del 1956/59 e se ne fa carico il Piano Intercomunale del 1964: riorganizzare il sistema verde che circonda la città dal nord-ovest con La Mandria, la collina di Rivoli ad ovest, a sud Stupinigi ed ad est la collina riunite tra loro in sistema mediante le fasce fluviali di Po, Sangone, dora Riparia e stura di Lanzo.

Ciò che oggi la rende più realistica e percorribile è che le istituzioni coinvolte hanno ormai una consolidata tradizione di collaborazione. Ma forse, il vero elemento portante, la "chiave di volta" potrebbe essere costituito dai parchi regionali che oggi "circondano" la città e proteggono proprio quei lembi di verde e quei tratti di fiume che nel progetto del 1964 dovevano costituire gli assi portanti di un sistema. E sono proprio i parchi regionali istituiti in questi anni a proporsi come l'ossatura e il traino di un progetto che abbraccia il capoluogo. Un abbraccio fatto di verde e natura che si amalgama con le testimonianze storiche ed artistiche. Corona verde - si propone di rovesciare l'idea che il verde debba "riempire" qua e là la città mettendo invece al centro della vita della città il suo verde, la sua, possibile, "naturalità". Il progetto prende le mosse dalla constatazione della ricchezza paesaggistica e storica, delle sue potenzialità ed anche fragilità, e dall'indissolubile legame che unisce la residenze sabaude di Stupinigi e de La Mandria con il loro ambiente naturale, il Po ed il suo parco, la Collina di Superga ed i suoi boschi. Quasi un salutare intrico tra i parchi cittadini, i monumenti poi, in un cerchio più ampio, i parchi regionali, ed in prospettiva fino ai laghi di Avigliana ed a quelli del Canavese. Ricchezze assiepate nel raggio di pochi chilometri percepite da tutti gli attenti osservatori del paesaggio che ebbero la ventura di visitare il capoluogo piemontese. Le Corbusier, salito a Superga durante una visita a Torino, evidenziò la qualità estetica del verde e del paesaggio ai piedi delle Alpi Cozie che nelle giornate spazzate dal vento sembrano innalzarsi subito là, dove finisce la città. Il fiume, le residenze sabaude, i parchi urbani e, negli ultimi vent'anni, i parchi regionali costituiscono una rete che sembra chiedere soltanto di essere curata e valorizzata. E la storia, breve ma ricca del sistema dei parchi regionali, potrebbe renderli capisaldi di una cultura del territorio che dovrebbe permeare ed "informare", ossia dare forma, al progetto. Progetto che proposto da alcuni parchi (Po torinese, Mandria, Stupinigi, Collina torinese) sta muovendo i primi passi con la costruzione della rete di rapporti, collaborazioni, idee e realizzazioni tra i parchi regionali e gli altri enti pubblici. Il progetto "corona verde" si propone, in estrema sintesi, di realizzare una politica integrata dell'offerta di verde, stimolare e creare iniziative nel campo della formazione e della cultura del territorio, saldare testimonianze architettoniche, storiche e paesaggistiche in un "unicum" fruibile. Obiettivi che si propongono di distribuire nel tempo e nello spazio l'utilizzo degli spazi verdi (impedendo così alle aree protette di "morire per troppo successo") ma, soprattutto dare corpo ad una cultura del territorio capace anche di costituire fonte di attrazione per un turismo moderno, fatto di molte opportunità integrate. Per le aree protette si tratta di mettere al centro l'aspetto sociale del parco, accogliendo alcuni aspetti del parco urbano come si è andato affermando a partire dal secolo scorso. Un "sistema" all'interno del sistema dei parchi piemontesi che abbracci il capoluogo offrendoli una valenza in più: quella del verde diffuso e fruibile.

La Corona Verde ha un cuore ed un'arteria: il Valentino ed il Po. Michel de Montaigne conclude il suo viaggio in Italia (1580/81) soffermandosi a "desinare" a Torino ed immediatamente ne coglie la ricchezza di acque dovuta alla fitta presenza di fiumi, torrenti, canali artificiali . Agli inizi del Seicento, Giovanni Botero, scrive "si alza lunghe un quarto di miglio su la riva del Po una montagna, che per la varietà incredibile de' siti, che qua si alzano, là s'abbassano, qua si ritirano, là s'avanzano, e per tutto acque e fieni, frutti d'ogni qualità e in partciollare ottimi vini produce, merita di essere chiamata aurea; e vi è una moltitudine di vile e di fabbriche di piacere tanto grande che fa un altro Torino" (Relazione di Piemonte, 1607). Antoine Claude Pasquin, scriverà, con lo pseudonimo di Valery, del Castello del Valentino, simile ai grandi castelli francesi, dai grandi viali, situati ai bordi della Senna o dell'Oise. Tutti i grandi viaggiatori che transiteranno o si fermeranno, tra il Settecento e l'Ottocento nella capitale sabauda sottolineano il legame tra il fiume, la collina ed il parco del Valentino. Parco che è ad un tempo, frutto e riflesso delle vicende storiche e sociali della città e del modificarsi del gusto del paesaggio e della fruizione del territorio. Quando Torino sostuisce Chambery come capitale del ducato (1563) la città con le sue mura è ancora distante dal Po. Sulla sua riva sinistra, fuori dalla "porta Nuova" si specchia soltanto una "villa fluviale". Meno di un secolo dopo la città è arrivata alle sponde, la villa, per volontà di Cristina di Francia moglie del principe ereditario Vittorio Amedeo I e gli interventi del Castellamonte è diventata un castello circondato di viali immersi nel verde per farne un luogo di loisir, un luogo di relax, diremmo oggi. Ed anche se nel 1640 durante l'assedio spagnolo si trasforma in accampamento militare l'intera area non perderà più questa sua finalità, anzi andrà arricchendola e conformandola al gusto dell'epoca.Infatti nel Settecento lo spazio di territorio dedicato alla piacevolezza ed all'amenità prende consistenza e si allarga a nouvi strati di cittadini. Non più soltanto la nobiltà a percorrere i viali ma, ci racconta un anonimo cronista del 1781, con la famiglia reale e la sua corte, un popolo immenso, allegro e ben vestito, una moltitudine "composta per vero dire di persone di differenti gradi, e condizioni, ma tutte fatte per vivere insieme". Ma l'impulso a dare nuova fisionomia alle sponde del fiume in rapporto alla collina e come collegamento verso al città viene nel periodico napoleonico quando il generale Alexandre Lameth stimola il Comune e la Commissione degli Edili per la costruzione di un giardino all'inglese. Il giardino non si fece per via di Waterloo e della parabola discendente del Bonaparte. Ma l'idea permase, tanto che fu ripresa in epoca di restaurazione sabauda che con la costruzione del Giardino dei Ripari. Poi venne l'avventura unitaria e nel breve periodo in cui Torino fu capitale di uno stato nazionale (1861-1864) venne pervasa dalla volontà di abbellimento urbano. Il modello erano i parchi europei di Londra, Parigi e delle altre grandi capitali, aperti a tutti ma in misura maggiore di questi connessi strettamente alla città. Il progetto inizia prima, nel 1850 con la cessione del possesso dei terreni e del Castello dalla Corona al demanio statale. La Municipalità decide di costruire un nuovo giardino e nel 1854 indice un concorso che porta alla scelta del progetto del Kettman. Lo spostamento della capitale del Regno da Torino a Firenze, tappa sulla via di Roma, comporta anche il ridimensionamento del progetto che comunque verrà avviato portando alla sparizione delle numerose "bealere", cascine, vie rurali e colture. Ma il Valentino progressivamente diventa baricentro della vita cittadina: nascerano qui le gloriose società di canottaggio, il fiume ed il parco fanno da fondale alle prestigiose Esposizioni Universali, addirittura negli anni Trenta atterrava qui l'idrovolante che collegava il Piemonte con Venezia e Trieste. Negli anni in mezzo al verde sorgono l'Orto Botanico, il Borgo Medioevale (1884), la Fontana dei dodici mesi (1898), la palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti (1914), Torino Esposizioni negli anni ‘50. Sull'altra sponda proprio all'inizio del viale che porta alla Villa della Regina ed alla collina, i torinesi hanno salutato il ritorno dei Savoia edificando, similpantheon romano, la Gran Madre di Dio che si propone come punto focale del paesaggio collinare che si riflette sul fiume a fianco del Monte dei Cappuccini e la cinquecentesca chiesa di Santa Maria del Monte. I viali del Valentino fanno da set alla nascente settima arte, il cinema, mentre nel laghetto (scomparso negli anni Venti) con i freddi invernali si va pattinare. Ed alberi e prati e fiori e colori. Il parco e buona parte del lungofiume che lo collega alle vie di ingresso sud della città è un'autentica festa di colori per le varietà botaniche e floristiche, specie nei mesi dell'autunno e della primavera. Il verde del Valentino ne sottolinea l'integrazione con il fiume ed il versante torinese della collina, un legame che risale al Settecento via via fattosi più saldo. Il Valentino ha sedimentato la storia di una città, i suoi momenti di crisi, quelli di splendore, i suoi problemi; nonostante l'assedio del traffico resta un'oasi verde, la meta abituale delle domeniche in città. Si va per passeggiare, "vedere qualcosa", per una pedalata raggiungendo le Vallere e Moncalieri, o in direzione opposta San Mauro. Nonostante gli anni insomma il "cuore verde" di Torino pulsa; metterlo in collegamento con la corona verde che lo circonda vorrà dire dargli respiro, valorizzando quel legame ormai indissolubilie tra verde ed architetture, tra memoria ed alberi, tra viali e testimonianze artistiche che costituiscono l'unicità del Valentino.

Alla base del progetto vi è l'iniziativa avviata nel1997 dal Parco fluviale del Po torinese e poi condivisa dalle altre aree protette regionali del concentrico urbano, che ha dato luogo alla stesura ed approvazione del documento programmatico che ha stabilito i contenuti del progetto.

Nel 1999 la regione è stata poi destinataria di uno specifico finanziamento del CIPE che ha permesso di avviare uno studio di fattibilità, che verrò ultimato nel mese di maggio 2001, e nel quale saranno delineate le linee generali di intervento per il reperimento dei fondi per le diverse Misure di attuazione.

Per saperne di più sul progetto
Rapporto Finale 2007 del progetto Corona Verde



Regione Piemonte
Sistema dei Parchi e delle Riserve naturali

Documento programmatico Corona Verde
Città intorno ai Parchi

Documento programmatico adottato dagli Enti di gestione dei Parchi periurbani del torinese

  • Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • Ente di gestione del Parco naturale di Stupinigi
  • Ente di gestione delle aree protette della Collina torinese


Un progetto finalizzato

I parchi lavorano insieme
Partendo dalla constatazione dell'importanza dei valori conservati all'interno delle aree protette periurbane gestite dagli Enti strumentali della Regione Piemonte e inserite all'interno del suo Sistema di aree protette regionali, su iniziativa degli Enti di gestione del Parco La Mandria e del Parco fluviale del Po torinese, è stato redatto il presente documento, denominato "Progetto Corona Verde Città intorno ai Parchi", con il quale vengono assunte alcune determinazioni di indirizzo fondamentali alle quali ispirare l'amministrazione delle aree protette sia in materia di gestione che di promozione.
Il presente documento ispira il proprio contenuto agli indirizzi di gestione fissati dalle leggi istitutive delle aree protette che affidano all'Ente di gestione il compito di:

  1. organizzare la fruizione delle aree protette nel rispetto degli equilibri naturali presenti
  2. individuare le forme di maggiore efficacia per una pianificazione organica dei territori naturali protetti

Riteniamo che solamente un mosaico differenziato di soggetti diversi di Enti in possesso di valori organizzativi differenziati e specifici, ognuno esperto nelle problematiche gestionali del bene affidatogli alla gestione, può, mettendo in comune le parti significative del propri lavoro quotidiano, affrontare la particolare difficoltà dei problemi legati alla gestione delle aree protette oggetto del presente documento.


I parchi, elementi del territorio
La scelta di mettere in comune le esperienze di amministrazione e di individuare nuove forme di gestione deriva inoltre dal considerare le aree protette inserite in un territorio e quindi elementi di un mosaico di risorse che possono conoscere uno sviluppo adeguato solo se aperte al dialogo con il territorio stesso, sviluppando le proprie dinamiche anche partendo dagli elementi di crescita e di modificazione del contorno territoriale nel quale sono inserite.
Inoltre riteniamo che non debba essere tralasciata la fondamentale azione di protezione indotta che le aree protette garantiscono, soprattutto quando costituite da aree di estensione significativa. La messa in sicurezza di ampie superfici da potenziali inquinamenti ed usi impropri del suolo, rappresenta infatti un elemento che deve essere riconosciuto alle aree protette, garantisce una qualità ambientale alle aree ed ai territori a valle dei Parchi. Gli elementi idrici, il suolo e le altre risorse custodite all'interno dei polmoni verdi protetti dalla Regione, rappresentano momenti di un progetto di salvaguardia ambientale che deve essere compreso in tutto il suo valore.


I parchi, modello di gestione
Un ulteriore elemento che ha determinato tale proposta sta nel considerare la gestione delle aree protette quale momento di riferimento e di confronto per i soggetti aventi funzioni di gestione del territorio all'esterno delle aree protette gestite in una visione del Parco come modello al quale rifarsi per le scelte di pianificazione del territorio.

Il documento si compone delle seguenti parti:

  1. Premessa
  2. La risorsa presente
  3. I problemi della fruizione del verde
  4. Le misure per un nuovo progetto
  5. Le prime azioni

Le linee essenziali tracciate in questo documento potranno essere integrate con altre osservazioni che il gruppo promotore, aperto alla partecipazione di altri soggetti, potrà fare proprie quali elementi di aggiornamento ed integrazione delle prime considerazioni qui proposte


1. Premessa

Il valore del paesaggio del torinese
L'area metropolitana torinese di oggi, e l'area geografica del passato che in Torino trovava il suo centro politico e geografico, contiene una ricchezza di valori paesaggistici e storici di grande valore. Lo stesso Le Courbusier in una sua visita nel Torinese ebbe a rimarcare come, in una vista da Superga, la qualità del verde e del paesaggio della città metropolitana che sorge ai piedi delle Alpi Cozie, attraversata da un fiume e cinta a est da un vasto sistema collinare, costituisse un unicum a livello europeo meritevole di particolare salvaguardia. La estesa rete di residenze reali che i Savoia distribuirono intorno a questa città, testimonia la presenza di una tradizione di cura e valorizzazione di un paesaggio dalle forti potenzialità naturali che rappresenta una rete di valori tuttora presente.
Una grande parte dei valori massimi presenti è custodita nel sistema dei Parchi della Regione Piemonte che, non è da dimenticare, rappresentano aree privilegiate e scelte nell'ambito di una rosa di risorse, e devono pertanto essere considerate quali aree di elevata sensibilità che non possono essere gestite alla stessa stregua di altri spazi verdi urbani o periurbani.
A queste realtà si affiancano una moltitudine di altre realtà naturali e di spazi verdi gestite da altri soggetti pubblici, che nel loro insieme costituiscono una rete di risorse di particolare importanza.


Un progetto integrato e unitario realizzato con un nuovo metodo di lavoro
Dalla constatazione di tale tradizione e della presenza attuale di un vasto reticolo di unità protette da diversi istituti (Regione Piemonte, Città di Torino, Provincia di Torino) oltre che dalla presenza di altre attività di progetto presenti nei comuni circostanti alla città di Torino che hanno finalmente individuato nelle aree verdi ambiti di grande valore sul quale realizzare investimenti di pari natura di quelli un tempo riservati alle sole "opere pubbliche", gli Enti di gestione dei Parchi regionali periurbani della regione Piemonte, individuati nei seguenti soggetti:

  1. Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  2. Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  3. Ente di gestione del Parco naturale di Stupinigi
  4. Ente di gestione delle aree protette della Collina torinese

sono giunti alla determinazione, ognuno secondo le proprie specificità, di avviare un processo di crescita costante dell'attenzione sulle modalità di gestione e di promozione culturale dei valori naturali e storici contenuti nelle aree del concentrico urbano torinese.
Questo processo decisionale si traduce nel presente documento di indirizzo ed orientamento con il quale gli Enti adottanti si impegnano ad indirizzare la propria azione gestionale e promozionale in una direzione comune.
Tale determinazione nasce anche dalla constatazione della necessità di adottare un nuovo metodo di lavoro che preveda una forte integrazione fra i diversi soggetti coinvolti e deputati alla salvaguardia, alla gestione ed alla organizzazione degli spazi verdi presenti.


Gli obiettivi del documento
Le problematiche territoriali hanno sempre più assunto i caratteri di "sovracomunalità" e di integrazione fra le politiche dei diversi Enti. Sotto questo profilo gli Enti di gestione delle aree protette gestite dalla Regione Piemonte intendono, con il presente documento:

  1. sollevare l'attenzione sulla squilibrata distribuzione dell'uso degli spazi verdi intorno a Torino che vedono alcune aree, promosse al pubblico in quanto aree a "Parco naturale", sottoposte ad eccessive pressioni turistiche in quanto unici luoghi di svago e tempo libero attrezzati, sottoponendo queste a stress e degrado costanti tali da rendere necessarie azioni per una più adeguata redistribuzione sul territorio della fruizione;
  2. stimolare una più puntuale definizione delle politiche regionali nel settore della protezione degli spazi naturali presenti in prossimità dei grandi concentrici urbani;
  3. tutelare, conservare e riqualificare il paesaggio e l'attività agricola ancora presente, anche attraverso, il recupero degli immobili collegati a questa attività e la conferma delle attuali destinazioni d'uso. L'attività agricola e le modificazioni teoricamente da questa determinate nell'uso dei suoli e nella loro conformazione, ha ampiamente strutturato il territori e costituisce tuttora elemento della sua leggibilità del suo significato e può contribuire a limitare i fenomeni di degrado e di indifferenziazione connessi all'espansione delle periferie ed alla scarsamente attenta localizzazione degli interventi infrastrutturali, che spesso hanno mutilato e distorto la leggibilità di questo paesaggio.
  4. riaffermare la necessità di riconoscere una specificità a questi spazi, nei quali sono presenti valori unici anche di carattere architettonico e paesaggistico, che differenziano questi territori dai restanti, imponendo per questi scelte di gestione specifiche
  5. contribuire alla realizzazione di iniziative per un maggiore investimento nel settore della formazione e della cultura del rispetto del verde quale unico vero strumento per garantire nel futuro un uso più parsimonioso ed oculato della risorsa ambientale;
  6. contribuire ad una politica più integrata dell'offerta del verde nella Regione Piemonte che, attraverso una sempre più elevata qualificazione dell'offerta turistica di alcuni comprensori di pianura o prospicienti i grandi centro urbani, permetta di attutire la pressione turistica che opprime i classici comprensori turistici montani o dei laghi, favorendo un uso più equilibrato dell'insieme delle risorse turistiche ed ambientali della Regione;

Per raggiungere tali obiettivi si ritiene di indirizzare la propria azione lungo un processo politico gestionale che preveda tre momenti specifici che costituiscono la base di lavoro del presente progetto:

  1. la costante conoscenza e monitoraggio della risorsa presente
  2. la precisa individuazione delle problematiche di base legate alla gestione e fruizione del verde
  3. l'adozione di specifiche tipologie di intervento che consentano la soluzione delle problematiche sollevate nelle aree in gestione

Tale indirizzo intende costituire modello di lavoro al quale richiamare l'attenzione degli altri soggetti titolati alla gestione dell'uso della risorsa territoriale, ed in particolare dei Comuni al cui interno possono essere avviate specifiche azioni di creazione di offerta di fruizione del verde che divengono sempre più condizione indispensabile per poter garantire una adeguata salvaguardia dei valori alti contenuti in alcune realtà dell'area metropolitana e torinese e, in senso più vasto dell'intera area circostante di livello provinciale e, in secondo ordine, di carattere regionale.


2. La risorsa presente

Le considerazioni di gestione devono partire dalla consapevolezza della natura e della qualità della risorsa gestibile. Le aree verdi presenti nell'area metropolitana torinese cono costituite dalle seguenti parti:

Le aree protette della Regione Piemonte
L'insieme delle aree che possono costituire elemento di risorsa in gestione al sistema delle aree protette della Regione Piemonte sono le seguenti:

  • L'Area attrezzata del Molinello di 252 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • L'Area Attrezzata Le Vallere di 130 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • La Riserva naturale del Meisino e dell'Isolone Bertolla di 245 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • l'Area Attrezzata dell'Arrivore e Colletta di 208 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • la Riserva naturale della confluenza dell'Orco e del Malone di 302 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • La Fascia di salvaguardia del parco del Po torinese comprendente i tratti di confluenza dei Torrenti Sangone e Stura di Lanzo di 9.918 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  • Il Parco naturale della Collina di Superga di 746 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione della del Parco naturale della Collina torinese
  • La Riserva naturale del Bosco del Vaj di 71 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione della del Parco naturale della Collina torinese
  • Il Parco naturale di Stupinigi di 1.732 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale di Stupinigi
  • Il Parco naturale della Mandria di 6.571 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • L'Area Attrezzata della Collina di Rivoli di 20 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • La zona di salvaguardia della Stura di Lanzo di 698 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • L'area attrezzata del Ponte del Diavolo di 31 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • La Riserva naturale integrale del Monte Lera di 49 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  • La Riserva naturale della Vauda di 2635 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione dei parchi e delle Riserve naturali del Canavese
  • Il Parco naturale dei Laghi di Avigliana di 409 ha di estensione
    gestita dall'Ente di gestione del parco naturale dei Laghi di Avigliana

per un totale di 24.017 ettari, di 16 aree protette sottoposte a tutela gestite da 6 enti.


Le aree verdi del Comune di Torino
L'area del Comune di Torino accoglie al proprio interno una vasta realtà di aree verdi che si compongono del seguente patrimonio:

  • aree classificate a Bosco (per un totale di 45 ettari), fra le aree ricordiamo il Parco di Superga, il Parco di Piangambino;
  • aree classificate a Parco (per un totale di 408 ettari), fra le quali ricordiamo Parco Ruffini, Parco della Pellerina, Parco Colletta, Parco del Meisino, Parco del Valentino, Parco della Maddalena, Parco Millefonti, Parco Colonnetti;
  • aree classificate a Giardino ( per un totale di 247 ettari) fra i quali ricordiamo il Giardino Reale, Villa Rignon, Monte dei Cappuccini, Villa Abegg, Parco Michelotti, Villa Genero,


3. I problemi della fruizione del verde
Dall'esperienza maturata in questi anni, le problematiche di gestione delle aree verdi periurbane si possono riassumere sinteticamente nei seguenti temi e punti, sui quali gli Enti si impegnano a raccogliere le proprie considerazioni per la stesura di un documento integrativo al presente, nel quale vengano riunite le esperienze maturate, confortate di dati e valutazioni quantitative.

  1. Eccessivo e squilibrato impatto turistico
  2. Qualità e tipologie dei comportamenti di fruizione dei visitatori
  3. Misure adottate e risultati per la regolazione dell'afflusso turistico
  4. Natura della distribuzione della fruizione nei periodi dell'anno
  5. Qualità e natura dei servizi erogati nei campi dell'informazione e delle attrezzature
  6. Livello della gestione delle risorse naturali in rapporto alla pressione turistica (fauna e foresta)
  7. Livello e qualità dei servizi erogati per la fruizione scolastica
  8. Qualità e quantità delle manifestazioni culturali organizzate


4. Le misure per un nuovo progetto

Dalle considerazioni precedentemente sviluppate derivano una serie di misure che sono ritenute prioritarie e la cui adozione può consentire il miglioramento delle condizioni di gestione delle aree protette e nel contempo una loro più efficace promozione e valorizzazione.
In particolare vengono individuate due linee di azione principali:

  • una di carattere indiretto di tipo culturale, finalizzata alla attivazione di iniziative di sensibilizzazione della attenzione pubblica e di stimolo per lo sviluppo di attività rivolte alla fruizione verde promosse dagli altri enti territoriali quali Comuni e Provincia
  • la seconda di carattere diretto di tipo gestionale-amministrativo che propone una serie di misure specifiche da adottarsi all'interno delle aree protette mirate alla loro più puntuale difesa e al potenziamento e miglioramento della qualità dei servizi di fruizione offerti.

Per la gestione di queste azioni viene costituito il Comitato di promozione della Corona Verde avente il compito di collegare e coordinare le attività dei soggetti coinvolti secondo le linee e gli indirizzi di ci al presente documento. Il Comitato, in una sua prima fase alla quale potranno seguire nuove adesioni, è così composto:

  1. un rappresentante dell'Ente di gestione del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po Tratto torinese
  2. un rappresentante dell'Ente di gestione del Parco naturale regionale La Mandria
  3. un rappresentante dell'Ente di gestione del Parco naturale di Stupinigi
  4. un rappresentante dell'Ente di gestione delle aree protette della Collina torinese
  5. un rappresentante della Regione Piemonte Assessorato al Turismo e parchi naturali
  6. un rappresentante della Città di Torino
  7. un rappresentante della Provincia di Torino

oltre ai Direttori degli Enti di gestione delle aree protette rappresentate.

Al comitato si inviteranno ad aderire anche i rappresentanti degli enti che attualmente non hanno ancora aderito all'iniziativa ovvero l'Ente gestione del parco naturale dei Laghi di Avigliana e l'Ente di gestione dei parchi e delle Riserve naturali del Canavese.


Nuove azioni e potenziamento della cultura del verde
La corretta gestione delle risorse ambientali non può prescindere dalla crescita della consapevolezza e della coscienza civile del valore di tale risorsa: sono pertanto indispensabili le azioni per la crescita della conoscenza e della cultura del rispetto del verde, senza la quale ogni azione in tal senso rischia di ottenere risultati inferiori alle previsioni.
Appare quindi fondamentale avviare azioni di sensibilizzazione verso le pubbliche amministrazioni locali per il potenziamento di servizi di fruizione del verde di carattere comunale e provinciale come misura da adottarsi all'esterno delle aree protette. Una miglior attrezzatura del verde nelle aree di fruizione esterna ai Parchi può consentire una migliore ridistribuzione della pressione turistica.
Una seconda azione fondamentale è quella di procedere alla raccolta delle informazioni ed alla produzione di materiale informativo coordinato sulla risorse verdi e sui parchi periurbani. Appare infatti alquanto poco diffusa la reale conoscenza degli spazi verdi fruibili presenti nel territorio metropolitano, quanto ancora troppo poco estesa la promozione coordinata delle risorse.
In tal senso risulta importante prevedere la ideazione di alcune iniziative di sensibilizzazione di carattere:

  • immediato (con campagne ed attività di promozione e conoscenza a mezzo stampa)
  • stabile (con proposte di carattere formativo permanente e per le scuole redatte da gruppi specializzati in tali ambiti di lavoro). Sotto questo profilo la costituzione di un comitato di coordinamento degli Enti e delle altre realtà territoriali appare di particolare importanza.


Nuove azioni di gestione diretta
I problemi di gestione delle aree verdi metropolitane devono essere però anche affrontati attraverso misure specifiche di controllo e ridistribuzione della fruizione pubblica.

a) La promozione integrata
Per una migliore e più allargata fruizione devono essere pensate attività che pongano in rete di gestione collegata per la promozione unica le diverse aree protette presenti. Immaginare programmi integrati di attività, pacchetti di visita che comprendano le diverse realtà in un filo conduttore che le leghi fra di loro, sono condizioni che possono rendere più riconoscibile e quindi rispettabile un sistema integrato.

b) La tutela e la promozione del contorno
I rispettivi enti di gestione devono inoltre potenziare la creazione di reti di collegamento fra risorse interne all'area protetta e risorse naturali e culturali esterne. Da tale attività può infatti risultare una più allargata fruizione della risorsa in gestione rendendo meno intensa e concentrata la pressione sull'area stessa. Il principio che deve ispirare tale azione deve passare attraverso la scelta di inserire i territori di pregio in progetti di tutela, quale presupposto fondamentale per avviare una reale loro valorizzazione in un progetto che promuove garantendo la qualità della risorsa ed il suo mantenimento inalterato nel tempo.

c) La valorizzazione dei patrimoni architettonici e culturali
La filosofia gestionale delle aree protette e delle aree a valenza naturale deve aprirsi a nuovi confini di valorizzazione delle proprie risorse con la creazione di pacchetti di promozione per le risorse culturali, architettoniche e monumentali interne alle aree protette stesse. Laddove sono infatti presenti tali elementi questi possono essere integrati con efficacia all'interno della proposta fruitiva dell'area protetta. In tale ambito devono assumere maggiore importanza l'organizzazione di manifestazioni culturali che pongano il ruolo delle parti monumentali ed architettoniche presenti in maggiore risalto, oltre che dare più spinta alle manifestazioni di carattere culturale (quali mostre, seminari, convegni ed altri incontri) che possono rappresentare un fondamentale veicolo di trasmissione del messaggio di protezione e salvaguardia che l'aera protetta ha il compito di estendere al territorio circostante.

d) I servizi di guida
Le aree verdi, per poter essere meglio fruite e conosciute devono contenere al proprio interno un potenziamento dei servizi di visita guidata che deve in particolare essere collegato ad una maggiore qualità della promozione esterna anche mediante l'affidamento di tali servizi a società di promozione turistica e consorzi turistici esterni che canalizzino l'afflusso turistico. A fronte di un accesso indifferenziato tale servizio può garantire una migliore scelta del fruitore.
La presenza di servizi di visita rende inoltre molto più qualificata l'immagine dell'area protetta o dell'area verde, quale area di significato particolare contenente valori e messaggi che necessitano di un supporto alla loro conoscenza.

e) Potenziamento dei servizi e delle attrezzature
L'attuale assetto dei sevizi per il pubblico presenti in molte aree protette rende indispensabile un potenziamento di tutti quei servizi di accoglimento di base che assumono un loro significato anche all'interno delle aree protette naturali (servizi igienici, aree attrezzate, punti di informazione, attrezzature per il verde, percorsi vita etcc.). E' quindi sostanzialmente da ampliare la fase di attrezzatura per la fruizione del verde, senza con ciò ritenere di porre a repentaglio la qualità e la salvaguardia dei valori naturali presenti, ma, anzi, permettendo attraverso maggiori attrezzature una più ordinata e meno dispersa fruizione delle aree stesse.

f) La formazione del personale
Per una migliore attività di promozione e di accompagnamento è necessario promuovere tutte le attività volte alla formazione delle professioni turistiche per la gestione dei servizi di informazione. Gli enti devono farsi parte attiva nel favorire la crescita professionale in tale campo sollecitando anche gli Enti preposti ad una costante attività di aggiornamento.

g) Spazi attrezzati ed a "giardino" all'interno delle aree verdi
A fianco degli interventi di riqualificazione ambientale delle aree verdi è indispensabile prevedere la creazione, laddove possibile, di spazi verdi attrezzati o di "giardini per il pubblico" finalizzati all'accoglimento dei visitatori e progettati secondo un modello che recuperi maggiormente il ruolo dell'ambiente in quanto paesaggio, prevedendo anche la creazione di aree attrezzate per la sosta aventi le caratteristiche dell'area a giardino, proponendo un modello di fruizione del verde integrata con quella dell'area naturale classica.

h) Il coinvolgimento dell'utenza nella gestione dei servizi di fruizione
Una delle azioni da intraprendere è quella di inserire, laddove le condizioni gestionali ed amministrative lo consentano anche sotto il profilo operativo, sono quelle che prevedono l'istituzione di tariffe per l'utilizzo dei servizi. Questo tipo di misura deve però essere precedentemente accompagnata dalla verifica dello stato dei servizi erogati presso l'area protetta o l'area verde. Infatti la disponibilità ed accettazione del pagamento di una tariffa è legata alla offerta di servizi efficienti: il solo pagamento di una tariffa per l'accesso ad un area è infatti elemento di gestione non proponibile. Pertanto l'istituzione del ticket di ingresso deve essere preceduto da un investimento che adegui lo stato dei servizi presenti alle nuove necessità imposte da tale nuova misura di gestione. E' infatti non immaginabile pensare di adattare ad un nuovo sistema di accesso una situazione ed una realtà che sono state pensate e gestite per decenni secondo uno spirito organizzativo differente.


5. Le prime azioni
Per dare corpo all'avvio del progetto le amministrazioni sottoscriventi il presente atto si impegnano ad avviare fin d'ora due attività specifiche, che segnano un momento formale e di impegno per la realizzazione degli obiettivi segnati:

  • La produzione di un materiale informativo integrato quale momento di unione dei progetti comuni e primo passo per una proposta coordinata ed integrata delle proprie risorse
  • La organizzazione di un seminario da tenersi entro il 1997, con il quale proporre all'opinione pubblica ed all'attenzione dei soggetti territoriali interessati il progetto Corona verde, organizzando un momento di confronto fra Enti, mondo della cultura e soggetti territoriali sul tema contenuto del presente progetto.


Le misure di progetto di Corona Verde
Le iniziative connesse al progetto Corona Verde si possono ipotizzare organizzate nelle seguenti misure:
Interventi per il completamento della fascia di salvaguardia della Corona Verde dell'Area metropolitana torinese.
Ampliamenti di aree esistenti a protezione regionali volti a: collegare fra di loro le aree protette o a comprendere porzioni di territorio funzionali rispetto ai programmi di salvaguardia
Creazione di nuove aree verdi con l'istituzione di aree protette di carattere regionale o provinciale o di parchi attrezzati urbani di iniziativa locale e/o comunale.
Creazione di corridoi di collegamento fra le aree protette o le aree verdi pubbliche costituiti da itinerari ciclistici, pedonali o con altri mezzi (equestri, canoistici etcc.)

  • Interventi per il miglioramento dei servizi di fruizione interni alle aree protette ed ai parchi attrezzati.
  • Sistemazione dei servizi per la fruizione quali servii interni, aree attrezzate, viabilità

  • Interventi di riqualificazione del paesaggio per la fruizione con misure di miglioramento dell'architettura paesaggistica delle aree a componente fruitiva preminente
  • Interventi per la conservazione dei caratteri naturali delle aree protette
  • Interventi a carico dei popolamenti forestali e di singoli consorzi forestali
  • Interventi a carico dei popolamenti faunistici o di singole specie
  • Interventi per la ricostituzione di porzioni di ambiti ecosistemici (aree umide, boschi etc..)
  • Misure di salvaguardia delle attività agricole in corso

  • Interventi a carico del patrimonio storici ed architettonico
  • Interventi sulla infrastrutturazione agricola del territorio a carico di cascinali e strutture rurali
  • Interventi sulle residenze storico ed i beni di interesse monumentale

  • Interventi per la sensibilizzazione culturale sul valore naturale e storico
  • Convegni e seminari
  • Pubblicazione del bollettino Corona Verde, qual supplemento trimestrale a Piemonte Parchi.
  • Organizzazione di mostre sul tema
  • Promozione di iniziative formative, concorsi e stage sul tema della Corona Verde con il coinvolgimento di istituti di ricerca ed universitari.

Nel 2003 la Regione Piemonte ha poi proceduto ad approvare i criteri per l'utilizzo dei fondi destinati dal DOCUP (Documento Unico di Programmazione) relativamante alla Misura "Sistema della Corona Verde", rendendo disponibili 12,5 milioni di Euro per interventi di riqualificazione.

Rapporto Finale 2007 del progetto Corona Verde