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| Denunciati due pescatori di frodo nel Po a Moncalieri24 Ottobre 2007MONCALIERI. I Guardiaparco del Parco Fluviale del Po la sera di sabato 29 settembre hanno sorpreso due cittadini rumeni che recuperavano una rete da pesca (tramaglio) di circa 40 metri di lunghezza, che tenevano nascosta in un bosco lungo il fiume Po in località Molinello.Gli agenti del Parco avevano individuato il sito lungo la sponda del fiume in cui i pescatori di frodo avevano costruito un pontile di fortuna utilizzato per calarsi nel fiume a tendere la rete. Sul posto erano anche stati rinvenuti rifiuti, pezzi di rete da pesca, alcuni materassini usati per bivaccare durante la notte ed un piccolo gommone che veniva accuratamente occultato nella fitta vegetazione. I guardiaparco, appostatisi nel tardo pomeriggio sulla sponda opposta del fiume, hanno poi visto con il binocolo i bracconieri mentre armeggiavano con la rete da pesca.I due pescatori di frodo sono stati fermati poco dopo, mentre uscivano con l'auto dai confini dell'area protetta: durante la perquisizione dell'auto e' stata rinvenuta la rete ed e' scattata pertanto la denuncia alla Procura della Repubblica di Torino per avere introdotto all'interno di un Parco regionale un mezzo di cattura della fauna non autorizzato. Sul posto e' anche intervenuta una radiomobile dei carabinieri di Moncalieri in quanto uno dei due rumeni fermati e' risultato essere privo di documenti. La rete da pesca e' stata sequestrata e il conducente dell'autovettura e' stato sanzionato amministrativamente per avere percorso con il proprio mezzo una strada chiusa al traffico.Non e' la prima volta che il personale di vigilanza del Parco del Po si trova di fronte a queste situazioni. Reti, tramagli e chilogrammi di pesce erano già stati sequestrati in diverse altre occasioni proprio nella zona del Molinello e non solo.Il bracconaggio a danno della fauna ittica e' purtroppo un fenomeno sempre più diffuso, come ben sanno i pescatori regolari, i quali peraltro spesso non esitano a segnalare alle autorità competenti queste pratiche illegali, che possono rivelarsi estremamente dannose per l'ecosistema fluviale. Basti pensare che una rete come quella sequestrata, essendo lunga oltre 40 metri, può sbarrare il corso delle acque di un fiume come il Po a Moncalieri da sponda a sponda, intercettando tutti i pesci di media e grossa taglia che si trovano a passare in quel tratto. Anche quando i pesci vengono trovati nelle reti ancora vivi dalle guardie, molti devono essere soppressi in quanto la loro cute risulta estremamente danneggiata dai fili di nylon.Non a caso la pesca non professionale con l'uso delle reti nelle acque dolci e' severamente vietata dalla nostra legislazione.La pesca e' un fenomeno sociale che trova giustificazione nel fatto che i sempre più numerosi immigrati dell'Est Europa, i rumeni soprattutto, sono culturalmente molto legati a questo tipo di attività che rappresenta per molti uno svago assai economico in quanto comporta l'utilizzo di attrezzature di bassa qualità reperibili ormai in molte catene di supermercati e viene di solito praticata nei fiumi che scorrono nelle immediate vicinanze degli agglomerati urbani e che sono pertanto facilmente raggiungibili a piedi o in bicicletta. Non bisogna poi dimenticare che per molti immigrati il pescato rappresenta anche una non disdicevole risorsa alimentare. Dopo anni di controlli a tappeto, presso gli uffici dell'Ente Parco alle Vallere sono custoditi sotto sequestro innumerevoli canne, reti, canotti e chili di pesce. E' doveroso riconoscere che l'attività' repressiva affiancata sempre ad un costante lavoro di prevenzione e di educazione dei pescatori incomincia a dare qualche risultato: sono infatti sempre più numerosi i pescatori di origine straniera che risultano in regola con il pagamento delle licenze e delle concessioni. E' bene ricordare che il contrasto di tali attività illecite, già difficile di per sé, risulta ancora più arduo a causa dello scarso personale preposto al controllo presente sul territorio, che non può pertanto fare a meno delle fondamentali segnalazioni dei pescatori sportivi o degli altri fruitori del fiume. Fabrizio Nobili Servizio di Vigilanza Parco fluviale Po torinese
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