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H2PO Info

N. 6 - Febbraio 2003


Ambiente

H2PO Info - N. 6 - Febbraio 2003

Estrazioni ed "estrazioni"

Riprendiamo e volentieri rilanciamo una notizia derivata dalle rassegne stampa della Federparchi, che presenta curiose omologie con le problematiche che sulla fascia ci si trova a gestire (con risultati a dire il vero interessanti per il mantenimento dell'equilibrio ambientale), in merito alle "estrazioni" ma, nel nostro caso, di ghiaie:

"L'estrazione di gas uccide il Po"

Il Tribunale è stato perentorio nell'ordinare il sequestro delle piattaforme di estrazione di gas nell'alto Adriatico. "E' ragionevole — scrivono i giudici — la prospettiva di verificazione del fenomeno di erosione del litorale e della conseguente ingressione del mare nell'entroterra con i notori effetti alluvionali o di esondazione". Una decisione secca a conforto della maxi inchiesta della procura di Rovigo, che ha indagato i vertici di Eni ed Agip per presunto disastro ambientale.
Ma le società petrolifere hanno subito risposto con una proposta che ha assunto i contorni del colpo di scena. E cioè: rinuncia allo sfruttamento del campo Irma-Carola, a 20 chilometri dalla costa, che non era ancora entrato a pieno regime, fino alla definizione del procedimento. E soprattutto del pronunciamento della Corte di Cassazione che dovrà rispondere al ricorso presentato proprio dai legali dei due colossi.
Una decisione che al momento accontenta anche e soprattutto la Provincia di Ferrara, parte civile attraverso l'avvocato Maurizio Baraldi. Sì perchè l'amministrazione così come l'ente parco regionale Delta del Po, stando al teorema impostato dal pm Manuela Fasolato, sarebbero zone particolarmente a rischio proprio a causa delle attività estrattive delle società petrolifere.
La procura della Repubblica non ha usato mezzi termini, alla luce delle consulenze, per elencare i pericoli. La lista, relativamente al presunto disastro "consistente nella modifica permanente dell'assetto del territorio del Delta del Po ivi comprese le zone arginali del fiume", è da brivido. "Difficoltà di deflusso delle acque — scrive il pm nelle prime pagine degli avvisi di garanzia —, compromissione delle arginature con conseguenti pericoli di esondazioni e alluvioni, compromissione degli impianti idrici nelle zone di bonifica, compromissione dei franchi di navigazione, interferenze con le falde superficiali, arretramento della linea di spiaggia con pericolose inondazioni, compromissione delle difese a mare, compromissione dell'apporto solido del fiume Po e alle conseguenze negative del ripascimento del litorale".
Non è tutto. Secondo la procura infatti le attività di estrazione degli idrocarburi non provocherebbero solo e soltanto il pericoloso fenomeno della subsidenza sul litorale ferrarese. La Provincia potrebbe subire danni di "alterazione delle bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale pretezione dell'autorità". Nell'elenco stilato dal sostituto procuratore Fasolato ci sono Valle Santa e Valle di Campotto, le Valli di Comacchio, la Sacca e il Po di Goro, Valle Dindona, la foce del Po di Volano, il Bosco della Mesola, il Bosco della Panfilia, il Bosco di Santa Giustina, il Bosco di Volano, le dune di Massenzatica e di San Giuseppe. Un patrimonio che, seguendo il filo investigativo della procura, che potrebbe subire gravissimi danni "perchè le società hanno superato il limite della tolleranza estrattiva". (Il Resto del Carlino)

I.O.