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Parco fluviale del Po tratto torinese


H2PO Info

N. 6 - Febbraio 2003


Progetti e Pianificazione

H2PO Info - N. 6 - Febbraio 2003

Il Parco per un impegno maggiore per il Sangone

L'Ente di gestione del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po Torinese ha una competenza territoriale che interessa una vasta fascia lungo l'asta del Torrente Sangone, a partire dal Comune di Bruino, e pertanto, anche in quest'area, è tenuto a perseguire gli obiettivi istituzionali previsti all'art.4 della legge regionale n.28/1990 e s.m.i., fra i quali si richiamano: la tutela e conservazione delle caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e storiche dell'area fluviale anche mediante interventi di ricostituzione di ambiti naturali; il concorrere alla realizzazione dei piani e progetti di tutela ambientale predisposti ai sensi della legge 183/89.
Gli eventi alluvionali più recenti, ossia del 1994 e del 2000, hanno messo in luce una situazione, per lungo tempo sottovalutata, di forte rischio dovuta, come sottolineato anche nella relazione generale del Piano d'Area stralcio del Torrente Sangone, a processi di urbanizzazione ed infrastrutturazione del territorio, ed occupazioni di suoli ancora liberi da parte di attività abusive, spesso ad elevato impatto ecologico, paesistico ed ambientale, che, complessivamente, hanno interessato vaste porzioni della regione golenale.

1. I numerosi e vari interventi effettuati hanno risposto per lo più a criteri di difesa puntuale di aree urbanizzate e/o infrastrutture, ma, nei progetti presentati, non si è riscontrata una particolare attenzione per gli aspetti legati ad una dinamica fluviale di più ampia scala. Ossia, a differenza di quanto prevede esplicitamente il Piano d'Area, non vi è stata una sufficiente considerazione degli effetti degli interventi non solo a livello locale, ma su un tratto sufficientemente esteso del corso d'acqua, con particolare riferimento a eventuali fenomeni indotti di peggioramento a valle del regime dei deflusssi in piena, né sono state approfondite e valutate le interazioni tra le opere previste e la tendenza evolutiva del corso d'acqua e la compatibilità delle opere stesse rispetto al sistema fluviale, in relazione soprattutto alla morfologia dell'alveo ed alle caratteristiche naturali e paesaggistiche della regione fluviale. In nessun caso è stata presa in considerazione l'ipotesi di un concreto piano per favorire una maggiore divagazione del corso d'acqua, invertendo la tendenza alla canalizzazione, e per facilitare la possibilità di laminazione in aree golenali, per consentire un'evoluzione verso una riduzione della velocità della corrente.

2. I progetti si sono per lo più limitati, in genere a seguito di prescrizioni richieste dal solo Ente di gestione in fase istruttoria, a inserire opere di mitigazione ambientale, ad esempio prevedendo l'intasamento con terra fra i massi delle scogliere e la messa a dimora di talee di salice o la creazione di limitate fasce naturaliformi riparie.

3. In sostanza, pur in presenza di opere che, considerate singolarmente, possono essere ritenute razionali in funzione delle finalità di difesa specifica di limitate situazioni, ed in genere sufficientemente mitigate con interventi di sistemazione a verde, nell'insieme il risultato complessivo di tali opere è costituito da una semplice sommatoria di interventi poco o per nulla fra loro coordinati, soprattutto prendendo in considerazione e distinguendo gli interventi realizzati a monte della s.s. 23, da quelli realizzati a valle della stessa arteria stradale, ossia in una zona di massima urbanizzazione lungo le fasce golenali.
Di fronte a tale scenario si ritiene di esprimere forti timori per le conseguenze, in caso di eventi alluvionali significativi, difficilmente prevedibili nella loro entità, che tenderanno comunque ad essere spostate, nei loro effetti, decisamente verso la confluenza in Po, interessando da un lato in modo preoccupante le frazioni più a valle di Nichelino e Moncalieri ed il quartiere Fioccardo di Torino, dall'altro le infrastrutture connesse alla viabilità, in primo luogo i ponti. Tale situazione di oggettivo rischio in caso di piena del Torrente Sangone sarebbe probabilmente accentuata per fenomeni di rigurgito, condizionati da una contemporanea piena del Fiume Po. In tale caso, anche la possibilità di laminazione nell'Area Attrezzata Le Vallere, espressamente prevista in uno studio di fattibilità presentato dall'Ente di gestione nella conferenza dei servizi coordinata dalla Provincia di Torino, non costituirebbe probabilmente un significativo contributo alla riduzione degli effetti negativi della piena.
Con la deliberazione n. 41/2002 del 19.12.2002 "Orientamenti dell'Ente di Gestione in merito al complesso dei progetti e degli interventi di sistemazione spondale e regimazione del corso del torrente Sangone."

l'Ente ha deliberato di

1. di promuovere azioni di maggiore sensibilizzazione alle problematiche sopra richiamate, rivolte sia alle amministrazioni locali coinvolte, sia ai cittadini, dando mandato al Presidente dell'Ente ed alla Giunta Esecutiva di intraprendere iniziative ispirate al confronto fra i vari soggetti, finalizzate alla presa di coscienza consapevole dei possibili effetti in caso di eventi alluvionali, ed alla successiva adozione di misure per la salvaguardia della popolazione, mediante la predisposizione di specifici e concreti piani di intervento in situazioni di oggettivo rischio;

2. di promuovere, al fine di avviare le azioni indicate al punto precedente, l'istituzione di un tavolo di concertazione sulle problematiche sopra esposte, invitando a parteciparvi le amministrazioni comunali interessate e gli Enti territoriali competenti (Regione Piemonte, Provincia di Torino, AIPO ed Autorità di Bacino).
Si tratta di un nuovo impegno che tuttavia assume una grande importanza anche all luce delle strategie già poste in essere nel quadro del Progetto Corona Verde.

I.O.