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Parco fluviale del Po tratto torinese |
Cormorani |
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Il cormorano (Phalacrocorax carbo) è un uccello ittiofago, in forte aumento numerico in tutta Europa a partire dagli anni '70. Tale aumento si è fatto notare in Piemonte da metà anni '80. Negli ultimi anni la consistenza della specie nel nostro territorio, ma non solo, ha destato preoccupazione fra i pescatori sportivi in ordine alla sua predazione sui pesci, ritenuta responsabile di gravi decrementi dell'ittiofauna. Allo scopo di poter comprendere e valutare da un punto di vista oggettivo gli effetti di questo predatore sulle comunità ittiche, occorre conoscere una serie di dati:
I dati a nostra disposizione sino ad oggi riguardano essenzialmente i punti (a), (b), (c), in minima parte (d), mentre del tutto assenti sono i dati relativi al punto (e). a) Come noto la specie è censibile con sufficiente precisione soprattutto a sera, quando gli individui, che di giorno si disperdono in caccia su vaste aree, si riuniscono in dormitori consistenti. località min max
b) La presenza dei cormorani nella regione va essenzialmente da ottobre a marzo; ma da qualche anno un certo numero di individui si ferma anche nella bella stagione e un piccolo numero di coppie ha iniziato a nidificare in provincia di Vercelli. Il picco numerico si ha in marzo, al momento della migrazione di ritorno ai siti riproduttivi dell'Europa centrale. c) Per quanto concerne l'alimentazione del cormorano sono ormai disponibili numerosi studi fatti anche nella nostra regione (ma non in provincia di Torino) che indicano fra le specie più predate il cavedano (Leuciscus cephalus) e la savetta (Chondrostoma soetta). La quantità di pesci prelevati in media per individuo oscilla, a seconda degli studi, fra 300-400 g. al giorno. d) Sottolineando come questi calcoli teorici vadano sempre trattati con estrema prudenza, si ribadisce che i dati relativi ai prelievi di cui sopra non assumono un interesse vero se non confrontati col quantitativo di pesce disponibile nei corpi idrici frequentati dai cormorani (e dai pescatori). Questo in effetti è uno dei punti cruciali da affrontare, poiché si hanno pochissimi dati in merito. Fra i pochi studi condotti si ricorda quello affidato dal Parco del Po - Tratto Alessandrino, i cui risultati sono descritti in una specifica relazione disponibile presso il Parco. e) Non ci risulta infine siano disponibili statistiche sui quantitativi di pesce pescato nel Po (ed in altri fiumi) che possano essere utilizzate per verificare l'andamento del pescato in relazione allo "sforzo" di pesca, alle immissioni di pesce, agli andamenti stagionali, alle modifiche ambientali ed all'incremento di uccelli ittiofagi. Questo è un dato di estrema importanza anche solo per poter "aprire la discussione" in modo serio sull'argomento. |