(Ledro, 13 Mag 20) Osservando la foto qui a lato, non è difficile intuire chi fosse Pietro Porta: fisico asciutto, lineamenti affilati e un paio di occhialetti che celano lo sguardo profondo e riflessivo dell'uomo di chiesa. A vederlo così, seduto sul suo scranno e avvolto nella nera tonaca talare, riesce però difficile immaginare che questo sacerdote sia stato anche uno dei più grandi botanici che abbia esplorato le montagne della Riserva di Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria.
Nato a Moerna (Val Vestino) nel 1832, erborizzò in ogni parrocchia in cui prestò servizio: Daone, Locca, Riva del Garda. Ma non solo. Con don Ruperto Huter, conosciuto ai tempi del seminario e presso il quale si rifugiò durante la Prima Guerra Mondiale, e Gregorio Rigo, garibaldino e farmacista di Torri del Benaco, don Porta formava un famoso "trio" protagonista di grandi spedizioni: Calabria, Abruzzo, Molise e persino Spagna e Isole Baleari. Insieme descrissero e nominarono circa 200 nuove specie e sottospecie, dedicandosi l'un l'altro le nuove scoperte in segno di fraterna amicizia.
Per settanta, lunghi anni, il sacerdote raccolse, identificò e preparò i suoi campioni, senza mai venir meno alla fitta corrispondenza che nel tempo aveva cominciato a tenere con i più grandi accademici di Italia, Austria e Germania e oggi, gran parte del suo minuzioso lavoro è conservato presso il MUSE di Trento, il Museo dell'Alto Garda di Riva e il Seminario Maggiore di Trento. Furono soprattutto le piante del genere Primula e Cirsium ad attirare l'attenzione di don Porta, tra le quali riuscì a descrivere 27 nuove specie, come il Cirsium aleutrense, trovato sui monti di Ledro, nel gruppo del Cadria.
Il curato amava le piante sotto ogni loro aspetto, comprese le loro virtù terapeutiche, delle quali possedeva vasta conoscenza. La fiducia dei parrocchiani nelle sue capacità era tale che non di rado alla confessione spirituale affiancavano quella dei propri malanni fisici, ai quali don Porta rispondeva prontamente con indicazioni su dove reperire la pianta più adatta alla cura e le modalità e le dosi più efficaci con cui assumerla. Il suo talento era tale da meritare la stima e riconoscenza di Angelo Foletto, farmacista della valle di Ledro e profondo conoscitore delle piante che su quelle montagne crescevano.
Se oggi è difficile non restare ammirati di fronte agli innumerevoli fogli di erbario che don Porta ha prodotto, ancor di più sorprende sapere che poche furono le pubblicazioni che il sacerdote si concesse, fedele alla sua repulsione per ogni forma di gloria terrena. Un'innata modestia a cui non venne meno neanche nel 1922, quando all'età di novant'anni, si incamminò a piedi attraverso le strade militari, per raggiungere Moerna, suo paese natale, dove si spense nel giugno dell'anno successivo.
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