(Tione di Trento, 29 Mag 20) Come un'oasi in mezzo al deserto, un piccolo canneto fa capolino nella distesa di verdi prati che compongono la piana di S. Lucia, in Valle di Ledro. La sua vista sorprende l'osservatore, che per qualche istante fatica ad inquadrare l'ambiente che gli sta di fronte, domandandosi se quel rigoglio improvviso della vegetazione non sia il frutto di un miraggio.
In questa stagione, il senape spento delle canne palustri appassite contrasta con il verde brillante di quelle più giovani: stretti gli uni vicini agli altri, i nuovi fusti sembrano impazienti di nascondere il punto esatto in cui l'acqua, riemergendo dal suolo, origina il fiumiciattolo che poco distante si vede abbandonare quel luogo. Le sue acque sono fresche, limpidissime e mosse appena dalla corrente.
Sulla sinistra un boschetto di abeti rossi si allunga verso le pendici della montagna, sottraendo alla vista un secondo angolo segreto: ai piedi degli alberi, una piccola pozza bagna il terreno, mentre attorno ad essa numerose impronte tradiscono il passaggio dei suoi visitatori. Per i cervi che vivono nei dintorni, questo è il posto ideale per concedersi un bagno di fango, lenire la calura e curare la pulizia del mantello.
Una seconda zona alberata affianca il canneto a settentrione, separandolo dalla strada e dalle abitazioni più vicine. Qui però gli alberi sono immensi; le chiome dei pioppi, in particolare, svettano sopra gli abeti, mentre in basso i loro tronchi sembrano le colonne di una cattedrale, superandole però in maestosità, grazia e forza.
Con le piogge abbondanti degli ultimi giorni non è facile avventurarsi tra gli alberi; il terreno, coperto da un fitto tappeto di equiseti e farfaraccio è un continuo acquitrino e il piede cade facilmente in fallo. In inverno però, quando il gelo indurisce la terra, il bosco umido si lascia attraversare, conducendo ad un capanno in legno. Forse è da qui che i cacciatori insidiano le beccacce impegnate a ricercare con il lungo becco larve e lombrichi.
Solo di recente si è scoperto questo sito, tanto piccolo quanto suggestivo; era stato riconosciuto come Riserva Naturale Locale "Le Moie" (dal nome della località in cui sorge) dalla passata amministrazione del Comune di Bezzecca. L'ennesima prova di come, nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, anche l'angolo più piccolo possa conservare una straordinaria biodiversità.
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