(Tione di Trento, 08 Gen 21) Se all'occhio umano, magari all'imbrunire, distinguere questo animale da una volpe o da un lupacchiotto è alquanto difficile, l'immagine ripresa a Fiavè a fine dicembre da una foto trappola dell'Associazione Cacciatori Trentini non lascia dubbi: è stato riconosciuto il primo esemplare di Sciacallo Dorato sul territorio della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria.
Il nostro immaginario collettivo non possiede questo animale nel "database": parlassimo di lupi, volpi, orsi, certamente tutti abbiamo un'immagine più o meno nitida, ma dello sciacallo dorato, quasi nessuno ha mai sentito parlare. Niente paura però, abbiamo raccolto qualche notizia su questo "nuovo" animale, che vogliamo condividere con voi.
Il "canis aureus" nome scientifico dello sciacallo dorato è una specie bene precisa di canide, che per ovvie ragioni presenta molti tratti in comune con i noti volpe, lupo e cane domestico, differenziandosi per alcuni aspetti particolari: lo sciacallo dorato è molto simile al lupo grigio nell'aspetto generale ma ne differisce per la taglia ridotta, il peso inferiore, gli arti più corti, il torace più allungato e la coda più corta. Un esemplare maschio misura all'incirca 45-50 cm in altezza e dai 70 agli 85 cm in lunghezza per un peso che varia dai 6 ai 14 kg, mentre la femmina è leggermente più piccola. Se nella corporatura ricorda il lupo grigio nella livrea assomiglia molto più alla volpe rossa, avendo un pelo di colore grigio-rossastro sporco con le estremità dei peli di guardia nerastre o rosso ruggine, cambiando poco di colore fra il mantello estivo e quello invernale.
Uno dei modi per riconoscere la presenza di uno sciacallo dorato è anche il verso descrivibile come un "Ai-yai! Ai-yai!" acuto, che, curiosità, in inglese viene spesso interpretato come "Dead Hindoo, where, where, where» (Indù morto, dove, dove, dove); per saperne di più, in questo video https://www.youtube.com/watch?v=cfdfjff0wsI prodotto da Marta Pieri, ricercatrice dell'Università degli Studi di Udine è possibile sentire il verso di questo piccolo canide.
Ma come è arrivato fino ai nostri territori questo animale? È una presenza stabile o si tratta di una dispersione di pochi esemplari.
Lo sciacallo dorato è una specie estremamente adattabile e ciò gli ha permesso di espandere il suo areale in un'amplissima area che comprende Africa, Europa sud-orientale, Medio Oriente, Anatolia, Caucaso, arrivando fino all'Indocina. In Europa è presente particolarmente nella penisola balcanica, nel Peloponneso e nei paesi dell'Europa dell'Est come Ungheria, Romania e Bulgaria.
L'incremento di esemplari avvenuto in questi territori lungo tutto il 1900, dato soprattutto dalla scomparsa del lupo, ha spinto, negli anni Ottanta, alcuni di questi, fino in Italia, particolarmente in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto dove si la specie si è insediata in maniera stabile, anche se con numeri ridotti.
Si suppone che, alla ricerca di nuovi spazi di vita, lo sciacallo si sia poi spinto anche verso i nostri territori; in Trentino la prima presenza certa dell'animale è stata nel 2012 ma nel corso degli anni gli avvistamenti sono stati molteplici, arrivando al nostro caso dello scorso dicembre.
Di cosa si ciba lo sciacallo dorato? Ha un comportamento sociale e gruppale o tende a vivere e cacciare singolarmente?
Dalle informazioni raccolte lo Sciacallo Dorato è un animale sociale ma che non si muove e vive in branchi come il lupo; crea piuttosto delle coppie di maschio e femmina che vivono tutta la vita insieme, riproducendosi e occupandosi entrambe della crescita dei cuccioli.
Lo Sciacallo è un'animale opportunista e frugale (da qui l'epiteto "sciacallo" usato anche fra noi umani) e di conseguenza è onnivoro, adattandosi a mangiare oltre che roditori, uccelli o piccoli ungulati, anche frutta, bacche o altri alimenti che siano di facile accesso; un'altra sua importante funzione è quella di "spazzino del bosco" in quanto sovente si nutre di carcasse di animali morti, riducendo il rischio di diffusione di malattie o di parassiti.A differenza del lupo molto raramente tende ad attaccare gli animali domestici e quindi anche il bestiame o gli ovini non sono in grosso pericolo per la presenza di questa specie.
Una nuova specie, perciò, che va a integrare il grande mosaico di biodiversità presente nel nostro territorio; uno nuovo ospite che dovrà adattarsi al grande equilibrio fra Natura e Uomo, presente, qui nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria.