(Tione di Trento, 15 Mar 21) Occupando l'area più meridionale della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, la Valle di Ledro rappresenta il punto di incontro tra il mondo prealpino e le Alpi propriamente dette, dal quale scaturisce quel complesso mosaico di ambienti e persone che ne determina la ricchezza e unicità. Il valore del patrimonio custodito in questo territorio è tale che diverse sono le situazioni che godono di protezione e riguardo a scala internazionale. Attorno ad esse, la Comunità locale negli anni ha saputo costruire progetti e relazioni ugualmente rilevanti, finalizzati ad una fruizione più consapevole dei numerosi punti di interesse e al tempo stesso alla loro tutela.
È questo il caso del sito palafitticolo di Molina di Ledro, che nel 2011 è entrato a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO insieme alle Palafitte di Fiavè e a oltre un centinaio di siti simili dell'arco alpino. Nelle sue immediate vicinanze, il Museo delle Palafitte di Ledro, sede territoriale del MUSE Museo delle Scienze di Trento, vigila sulla salute dei suoi reperti, lavorando nel contempo alle attività di divulgazione e ricerca scientifica sulla vita degli abitanti preistorici della Valle di Ledro.
Poco più giovane, del 2012, è invece la Rete Museale Ledro (ReLed), l'organo gestito dallo stesso museo con l'obiettivo di collegare tra loro le tante realtà museali presenti sul territorio: le Fucine dei celebri "ciuaròi", gli opifici disseminati lungo il corso del Ponale, il percorso di Ledro Land Art, il Museo farmaceutico Foletto, il Museo Garibaldino e della Grande Guerra e le intricate gallerie del Colle Santo Stefano, il pittoresco biotopo del Lago d'Ampola, il Centro Visitatori di Tremalzo con la Stazione di inanellamento di Bocca Caset… Luoghi dove natura, storia, arte, etnografia si fondono in un'unica rete per potenziare l'offerta turistica, culturale e scientifica della Valle, con un ricchissimo calendario di attività.
In Valle di Ledro trova poi spazio una seconda Rete, diversa per funzionamento, estensione e finalità: la Rete di Riserve Alpi Ledrensi. Si tratta di un particolare strumento gestionale, con cui gli enti locali (es. Comuni) si assumono la responsabilità di garantire la conservazione delle aree protette presenti nel loro territorio di competenza: Siti Natura 2000, Riserve Naturali Provinciali e Riserve Locali. La sua area insiste su 5 diversi comuni (Ledro, Storo, Bondone, Riva del Garda e Tenno), mentre le aree protette che la compongono sono in tutto 7: Laghisoi, nel tennese, le Moie, piccola zona paludosa tra i paesi di Bezzecca e Tiarno di Sotto, il Lago d'Ampola, i Monti Tremalzo e Tombea, l'Alpo di Storo e Bondone, Bocca Caset e il Crinale Pichea Rocchetta (quest'ultime, tra le aree core della Riserva di Biosfera).
L'attività promossa dalla Rete di Riserve traduce un nuovo approccio alla conservazione della natura, in cui la tutela della biodiversità non esclude la pratica di attività umane sostenibili. Perché questo sia possibile, il piano di lavoro della Rete si articola lungo quattro principali linee di azione: conservazione attiva, formazione, valorizzazione e sviluppo sostenibile. La definizione di hotspot naturalistici nel fondovalle (i canneti sulle sponde del lago, i siepi e i prati ricchi di specie, le fasce di vegetazione lungo i corsi d'acqua), il corso d'aggiornamento, che ogni anno accompagna più di 100 docenti alla scoperta dei territori delle Alpi Ledrensi, la definizione di percorsi tematici in punti strategici della Rete (Lago di Tenno, Val Concei, Alpo di Storo e Tremalzo), la creazione di collaborazioni tra produttori locali e strutture ricettive sono solo alcuni esempi di quanto fatto in tempi recenti per ciascuno degli ambiti sopra descritti.
In questo dinamismo che caratterizza la Valle di Ledro, la Riserva di Biosfera rappresenta un importante valore aggiunto, che rinforza e accompagna il cammino di sostenibilità intrapreso dalla sua comunità, proiettando, attraverso la Rete delle Riserve di Biosfera, questo piccolo angolo di Trentino nel mondo.