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Riserva Regionale Adda Morta |
L'Area Protetta |
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Le aree umide incluse nella Riserva, che ne costituiscono indubbiamente l'elemento di maggior pregio naturalistico-ambientale, appartengono a diverse categorie geomorfologiche, il che accresce l'interesse del territorio protetto: 1) Adda Morta - braccio fluviale abbandonato, classificabile come morta dato che il suo collegamento alla corrente viva dell'Adda non è diretto; l'alimentazione idrica del tratto impaludato avviene in parte tramite acque della falda superficiale, sgorganti dal fondo più permeabile di alcuni tratti (dove depositi di vegetazione acquatica e detriti non hanno ancora impedito o indebolito l'infiltrazione idrica); 2) Canale Morto dell'Adda - canale ristretto e rettificato, residuo del collegamento tra morta e lanca, con acqua scorrente piuttosto rapidamente e fondo limoso solo nei tratti a flusso meno veloce; 3) Lanca della Rotta - grande lanca fluviale collegata permanentemente all'Adda, che riceve acqua, ricca di sostanze nutritive, della morta tramite il canale; dallo specchio d'acqua affiorano isolette più o meno riccamente vegetate e le sponde sono in buona parte bordate da una ricca fascia di vegetazione emergente. Nella fascia di rispetto e inclusa, per breve tratto, la scarpata del terrazzo morfologico di origine fluviale che corre parallelo, a ridotta distanza, alle zone umide. Si può così dire che il territorio include le principali emergenze geomorfologiche del Parco dell'Adda Sud, in uno spazio molto ridotto. |
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Nelle rilevazioni di campagna per determinare le caratteristiche litologiche di superficie si sono effettuati prelievi di campioni di terreno fino ad una profondità massima di 1 - 1.20 metri dal piano di campagna, sui quali sono state effettuate analisi granulometriche. In generale si è riscontrata una certa omogeneità nei materiali presenti all'interno di ciascuna area considerata. Così nella zona sud della Riserva (fascia di rispetto), a quote di 48 - 49.50 metri sul livello del mare, e nei terreni tra la Riserva e la scarpata, si ha un aumento della frazione fine limoso-argillosa riconducibile ad una più avanzata pedogenesi dei suoli sui terrazzi più antichi, tanto da classificare le terre di queste superfici tra i terreni di medio impasto. Nella zona a nord della Riserva, a quota altimetrica 47-48 metri sul livello del mare, i terreni sono superficiali e sono il risultato di alluvioni recenti; si presentano di aspetto chiaro, sciolti, soffici e polverulenti, a permeabilità accentuata, con un contenuto in humus minimo e con pedogenesi assente, e sono costituiti da ghiaie sabbiose e sabbie limose. Alla profondità di 40 - 70 centimetri si rinvengono strati di ghiaie poligeniche con dimensioni massime dei ciottoli di 4 - 5 centimetri, inglobanti un'abbondante frazione sabbiosa. La zona paludosa presenta specchi d'acqua poco profondi a forma arcuata ricchi di vegetazione palustre; è caratterizzata dalla presenza di depositi argillosi e talora torbosi e sortumosi, con abbondanti tracce di sostanze organiche e vegetali. |
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La vegetazione dell'area protetta offre numerosi motivi di interesse soprattutto per ciò che riguarda le zone umide, nonostante l'esiguità o la parziale compromissione degli spazi boscati al di fuori della depressione impaludata. Nel tratto coltivato incluso nella fascia di rispetto è da rilevare invece la completa assenza di filari arborei e siepi arbustive. La vegetazione della Riserva e della fascia di rispetto comprende numerose specie interessanti e rare, ed offre una panoramica sufficientemente ampia dei tipi di popolamenti vegetali tipici delle aree prossime di fiumi in Valpadana. Purtroppo errori gestionali nelle aree boscate, che hanno tra l'altro favorito insediamento ed espansione di essenze alloctone infestanti, e tentativi di bonifica delle aree umide hanno compromesso più o meno gravemente questo ricco patrimonio naturale. |
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La fauna superiore (cioè i vertebrati) dell'area protetta è, nonostante le alterazioni ambientali ed il forte disturbo antropico, di buon interesse, soprattutto per ciò che riguarda ittiofauna ed avifauna. Il fatto poi che la zona di fatto sia l'unica, conservata in parziali condizioni naturali, aperta al pubblico ne aumenta notevolmente il pregio per le sue possibilità di fruizione naturalistica.I pesciLe acque ferme della Riserva ed il canale che le collega ospitano numerose specie ittiche caratteristiche di ambienti simili, in buon numero anche se danneggiate da sversamenti di coli fognari dall'abitato prossimo, dalla contaminazione provocata dal dilavamento delle sostanze impiegate (anche in eccesso) in agricoltura e dalla pesca dilettantistica, su alcuni tratti molto intensa: il Canale Morto dell'Adda e la Lanca della Rotta sono inclusi infatti nelle acque convenzionate con la Federazione Italiana Pesca Sportiva (F.I.P.S.). Gli anfibi e i rettiliLa forte frequentazione di parte dell'area ed i danni ambientali generalizzati (soprattutto la contaminazione di piccoli corpi idrici ed il parziale prosciugamento dell'Adda Morta) hanno fortemente intaccato la consistenza di anfibi e rettili della zona protetta. |
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L'avifauna del territorio protetto è ricca ed interessante, e sarebbe sicuramente destinata ad un rapido aumento quali-quantitativo se cessassero i danni ed il disturbo: infatti, oltre alle alterazioni ambientali, la frequentazione dell'area è eccessiva e disordinata, con addirittura una zona per l'addestramento dei cani (con spari anche fuori dalla stagione venatoria) al confine meridionale della fascia di rispetto, e sono causa di grave disturbo la pressione venatoria ad opera di bracconieri all'interno dell'area e la presenza di numerose barche (che possono portare disturbo anche ai nidi posti in aree più distanti da quelle abitualmente frequentate dai pescatori) nella Lanca della Rotta. |