Logo Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo

Riserva Regionale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Consorzio Incisioni Rupestri di Ceto/Cimbergo/Paspardo
  • Sede: Via Piana Nadro, 29 - 25040 Nadro di Ceto (BS)
  • Tel: 0364/433465 - 42091
  • Fax: 0364/436315
  • E-mail: museo99@g3informatica.it
  • Superficie: 290 ha
  • Provincia: Brescia
  • Istituzione: 1988


Il territorio della Riserva è inserito sulla sinistra dell'Oglio, al centro di una delle principali valli lombarde, la Valcamonica e adiacente al Parco dell'Adamello.
Ciò che la caratterizza e che ne ha motivato la creazione sono le incisioni rupestri preistoriche e più in generale le testimonianze dell'antropizzazione subita dall'ambiente alpino negli ultimi 10 mila anni, letta e indagata attraverso gli elementi concreti di costruzione dell'habitat che l'uomo ha creato e lasciato in questi millenni. Si tratta di nuclei abitativi, aree sacrali legate all'attività istoriativa (quella cioè di adornare le superfici con immagini relative a fatti storici, sacri, leggendari), zone agricole e boschive, tutte componenti di un ambiente che nei millenni hanno mutato di funzione, ruolo, destinazione a seconda delle necessità economiche e/o sociali.
Accanto a questa ricchezza documentaristica già di per sé notevole, sono presenti centinaia di rocce, incise direttarnente dagli antichi abitanti di questa valle alpina che hanno individuato ed eletto quale supporto concreto ed eterno per i loro messaggi verso l'aldilà, verso il divino o il profano, le grandi lastre rocciose inamovibili di questa vallata.
Per l'Uomo preistorico la pietra era il ricettacolo totemico degli spiriti trascorsi, simboleggiava il punto di collegamento, di passaggio tra il mondo dei vivi e dei defunti, tra il cielo (la vita) e il sotterraneo (la morte).
Da questo rapporto è scaturito l'immenso patrimonio documentaristico rappresentato dalle migliaia di rocce istoriate presenti in Valcamonica: una ricchezza unica collocata in un ambiente naturale che sicuramente ha ispirato l'uomo preistorico portandolo a scegliere queste rocce per lasciare i segni della propria fede.
Una ricchezza inserita dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale dell'Umanità e che oggi è per la massima parte inglobata all'intemo di questa Riserva regionale.


La Morfologia

Il territorio della Riserva occupa una fascia che ha la sua quota più bassa nella località Zurla a metri 360 e quella più alta nell'abitato di Paspardo (1000 metri circa). E' divisa nella sua parte mediana dall'unico importante corso d'acqua: il torrente Re, che ha origine dalla confluenza del rio proveniente dalla conca Tredenus con il torrente che discende dalla conca di Zumella.
L'area della Riserva è coperta per la quasi totalità da boschi. Solo una piccola porzione è ancora coltivata a prato, specie nella parte nord-occidentale.
Si tratta probabilmente degli ultimi residui di una coltura un tempo certamente più estesa. Buona parte del territorio è costituito da roverelle (cerro), tiglio e acero; attualmente queste specie sono state sostituite dal castagneto (alto fusto e ceduo) e da consociazioni miste di betulla e nocciolo nelle condizioni più difficili.


Arte e cultura camuna: Periodo Proto-Camuno

La "storia" della presenza umana in Valcamonica inizia intorno al 10.000 AC, quando gruppi di cacciatori epipaleolitici penetrano anche in questa Valle, resa libera dal graduale scioglimento dei ghiacciai, conseguente ai cambiamenti climatici del quaternario: presenze umane sono documentate nelle Alpi già 30.000 anni fa quando gruppi di cacciatori acheuliani frequentarono le Alpi francesi lasciandovi chiari segni di punti di sosta; penetrazioni organizzate e finalizzate al reperimento delle specifiche risorse locali (orso speleo, stambecco, camoscio ecc..) sono documentate a partire dal 100.000 AC circa quando gruppi nomadi musteriani di cacciatori si avventurarono nelle quote alte alpine, gruppi che verosimilmente si spostavano più in basso durante i periodi freddi.
L'inizio di una penetrazione continua ed organizzata da parte dell'uomo nelle vallate alpine, avviene comunque intorno all'VIII-VII millennio AC. È in questo contesto che anche la presenza umana in Valcamonica si fa più costante: ne sono testimonianza alcuni siti (bivacchi con resti di macellazione, strumenti) e soprattutto le prime istoriazioni sulle rocce, incisioni che ancora attingono al repertorio figurativo dell'arte paleolitica, incentrata sulla raffigurazione dei grandi animali.