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La grotta di Carburangeli è stata utilizzata dagli uomini come riparo fin da epoche remotissime. Campagne di scavo eseguite nel primo vano della cavità, da G.G. Gemmellaro nel 1865, hanno riportato alla luce resti in terracotta risalenti all'età del Bronzo, nonché resti fossili di: orso, elefante nano, iena, lupo, cinghiale, cavallo, bove e cervo, che sono oggi conservati nel museo di Paleontologia "G.G. Gemmellaro" dell'Università degli Studi di Palermo.
Sulla parete sinistra della prima stanza della grotta, si può osservare un disegno a carboncino raffigurante uno stregone (figura apotropaica), mentre nell'area antistante la grotta numerosi sono i frammenti di terracotta di epoca romana che si rinvengono. Nella spianata sopra la cavità, sino a qualche anno fa era possibile riscontrare la presenza di una grande necropoli del periodo tardo romano - bizantino, andata però completamente distrutta. |