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Riserva Regionale Isola Boscone



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Lega Italiana Protezione Uccelli - Delegazione Provinciale Mantovana
  • Sede: Via Provinciale Ferrarese, 21 - 46020 Carbonara di Po (MN)
  • Tel: 0386/41611
  • Fax: 0386/41611
  • Superficie: 200 ha
  • Provincia: Mantova
  • Istituzione: 1987


Geomorfologia

La R.N. Isola Boscone occupa tutta l'ansa che il fiume Po forma nel tratto prospiciente l'abitato di Carbonara.
L'Isola ha un fronte di circa 2500 m ed una larghezza massima di 550 m con le due estremità, a monte e a valle, larghe mediamente 60-70 m, assumendo quindi la forma di una mezzaluna.
E' costituita prevalentemente da sedimenti fluviali fini e molto fini (limi e argille) con scarsa presenza di sabbia.
Tutto il territorio circostante fa parte di un complesso alluvionale che le acque del Po in passato invadevano periodicamente.
Elemento morfologico primario di questo tratto di fiume è il cambiamento repentino del suo corso che provenendo da NO, a Carbonara svolta a NE per dirigersi poi verso Sud dopo la curva di Carbonarola, formando l' ansa più stretta di tutto il Po.


La Flora

Il primo impatto visivo con la Riserva è con una estesa massa verde, che fa da contrasto agli ordinati filari di pioppi ed alle coltivazioni agricole circostanti.
Chi ha l'occhio attento può scoprire in questa apparente uniformità una varietà di ambienti: il bosco spontaneo, il nuovo reimpianto, gli argini, le sabbie, le ghiaie; perciò varia e ricca sarà la presenza di flora.
L'elemento di maggior interesse è dato senza dubbio dal saliceto spontaneo che ricopre due terzi dell'isola e che riveste una grande valenza naturalistica se si pensa al degrado e al saccheggio antropico cui sono sottoposte le aree golenali e le isole fluviali.Oltre al salice, presente nelle varietà Salix alba, Salix triandria, Salix viminalis, ci sono esemplari di Pioppo bianco (Populus alba), Pioppo nero (Populus nigra) e Gelso (Morus nigra) cresciuti spontaneamente.
Accurate perizie dendrometriche effettuate da periti forestali, hanno permesso di rilevare che nella zona più alta della Riserva esistono piante di 70-80 anni. Se si considera che si tratta di specie non particolarmente longeve, sviluppatesi in un'isola sottoposta fino a tempi recenti a continue erosioni, il dato appare significativo.
Purtroppo il disboscamento dissennato delle fasce golenali, compiuto in epoche passate, ha portato alla graduale scomparsa di alcune specie autoctone quali la Farnia (Quercus robur), l'ontano nero (Alnus glutinosa), l'Acero (Acer campestre) ora reintrodotte grazie a specifici interventi di forestazione.
Stupendi scorci accolgono il visitatore tra le verdi radure che si intervallano a macchie di fitto saliceto, mentre ombrosi sentieri svelano vedute panoramiche sul fiume. A sottolineare il fascino del bosco contribuiscono i drappeggi del Sicyos angulatus, un rampicante della famiglia delle Cucurbitacee che, importato dal Nord America circa due secoli fa come pianta ornamentale, si è ora naturalizzato lungo il corso del Po.


Di particolare interesse è anche un altro rampicante, l'Apios americana, in dialetto chiamata "trogna". Questo tubero, ormai poco frequente a causa dell'utilizzo agricolo delle aree fluviali, era in passato tanto comune da essere usato per l'alimentazione umana. Tra i rampicanti si possono annoverare anche il luppolo (Humulus lupulus) conosciuto già dai tempi di Carlo Magno per le sue proprietà medicinali, la dulcamara (Solanum dulcamara) usata in erboristeria, la vite bianca (Bryonia dioica) dalle proprietà medicinali.Nel sottobosco, tra le essenze erbacee più interessanti possiamo elencare il campanellino estivo (Leucojum aestivum) che ricorda i mughetti coltivati nei giardini, ranuncoli di vario tipo (Ranunculus repens, Ranunculusficaria, Ranunculus sceleratus), l'iris (Iris pseudacorus), mentre ai margini dei sentieri sono molto comuni varie infestanti quali Xanthium italicum, Amarantus cruentus, Amarantus paniculatus, Cardamine Hirsuta, polyum lapathifolium ecc...
Nella zona golenale, ma soprattutto sugli argini che fungono da confine della Riserva, sono presenti e abbondanti le essenze tipiche dei prati. Qui fioriscono le euforbie (Euphorbia helioscopia ed Euphorbia nicaensis), la salvia (Salvia pratensis), il trifoglio (Trifolium pratense e Trifolium repens), la veccia (Vicia cracca e Vicia sativa), I'erba astrologa nella varietà di Aristolochia clematitis e Aristolochia rotunda, interessanti per la "cattura"degli insetti impollinatori. E ancora la clematide (Clematis viticella), l'angelica (Angelica sylvestris), la centaurea (Centaurea jacea), la cicoria (Cichorium inthybus), l'achillea Achillea millefolium),la malva (Malva Sylvestris), il tirso d'oro (Solidago serotina) e molte altre.
La Riserva comprende anche tre lanche. In questi ambienti la vegetazione è caratterizzata da essenze che amano terreni molto umidi e sopportano frequenti inondazioni: Cyperus glomeratus, Cyperus strigosus, polyum hydropiper, Rorippa amphibia, Rorippa prostrata, Rorippa sylvestris, Bidens frondosa, Bidens tripartita, Eupatorium cannabinum, Typhoides arundinacea, Lythrum salicaria.


Gli uccelli

In una regione intensamente antropizzata e coltivata come la Padania, dove ogni giorno scompaiono spazi vitali (boschetti, siepi, macchie di incolti) un'area protetta come la R.N. Isola Boscone, con la varietà dei suoi ambienti, esercita un ruolo determinante per la tutela della fauna selvatica e rappresenta un punto di riferimento vitale per numerosissime specie di uccelli.
Le presenze più significative si annoverano tra gli Ardeidi: una colonia che varia dalle 600 alle 800 coppie di Nitticore e Garzette nidifica da una quindicina d'anni all'interno della Riserva o ai suoi margini.
Alla fine di agosto nella lanca principale si riuniscono a pesca, soprattutto al tramonto, decine (talvolta più di un centinaio) di candide ed eleganti Garzette, assieme ai goffi giovani di Nitticora dal piumaggio mimetico, spesso abbarbicati sui rami caduti nell'acqua.
Scendono in volo planato, con un rauco richiamo gli Aironi cenerini dalle grandi ali, mentre i limicoli allarmano all'arrivo di un intruso e si spostano velocemente a fior d'acqua.
Sosta regolarmente durante il passo autunnale un nutrito gruppo di piccoli trampolieri: Piro piro piccolo, Piro piro culbianco, Pantana, Pettegola, Totano moro, più rari Piovanello pancia nera, Pittima reale, Cavaliere d'Italia. Impegnati a cercare vermi e molluschi nel limo, riescono a convivere fianco a fianco pur perlustrando le stesse rive fangose senza entrare in competizione alimentare, data la differente lunghezza dei becchi.
Un masso o un ramo sporgente sulla lanca possono fungere da posatoio per il coloratissimo Martin pescatore che attende di lanciarsi fulmineo su qualche pesciolino, mentre le sponde sono frequentate dalla Ballerina bianca che atterra scuotendo ripetutamente la coda e cattura minuscoli insetti nel fango, imitata dal Corriere piccolo.D'inverno questo biotopo umido diventa un luogo di sosta per gli anatidi quali Germano reale, Alzavola, Moriglione, Codone, Marzaiola, Canapiglia, avvistabili assieme allo Svasso maggiore, a qualche Folaga e ai Cormorani.
Sulle sabbie del Po, a primavera, nidificano Fraticelli e Rondini di mare, mentre di passo transitano Mignattini e Mignattini alibianche.
I nidi di queste sterne, piccole buche ottenute dalla pressione del corpo dell'animale sulla sabbia, contengono uova dalla colorazione mimetica, difficilmente individuabili tra i riflessi argentei della sabbia. Alla livrea altrettanto criptica dei pulcini è affidata la difesa contro i predatori, costituiti soprattutto da Cornacchie grigie, Gabbiani comuni e Gabbiani reali, che spesso insidiano le aree di nidificazione.
Non possiamo tralasciare la presenza di qualche ospite d'eccezione nella Riserva: Spatola e Cicogna nera che, in fase di migrazione autunnale, hanno trovato qui le condizioni ottimali per sostare.


La vita nel bosco invece è fatta di presenze più piccole, fugaci, ma soprattutto canore. Il richiamo ripetitivo delle acrobatiche Cinciallegre e Cinciarelle si intercala alle melodie dell'Usignolo di fiume o della Capinera, ai gorgheggi del Merlo o del Fringuello, al suono grattato della Bigiarella, allo schiamazzo della Gazza o della Ghiandaia, alla voce acuta del Pigliamosche, alle note cadenzate del Rigogolo: è un mondo variegato di suoni che anima il bosco.
I richiami territoriali dei Fagiani indicano che parecchi individui, sfuggiti al prelievo venatorio, si sono naturalizzati nella Riserva e si riproducono indisturbati da anni, infatti d'estate tra l'erba si incontrano numerose famigliole di pulcini che si danno ad una fuga precipitosa se spaventati.
All'inizio della primavera un insistente tamburellare da un angolo all'altro del bosco è il segnale che il Picchio rosso maggiore è in fase di corteggiamento. Capita spesso di vederlo spostarsi rapido, col volo ondulato e aggrapparsi alla corteccia di un albero.
Una risata sonora e improvvisa indica la presenza del Picchio verde, nidificante con alcune coppie. La sua abitudine di costruirsi nuovi nidi offre un'ottima occasione di alloggio per Cinciallegre, Cinciarelle, Storni che occupano le cavità abbandonate.Difficile è invece individuare il Torcicollo, il più piccolo tra i Picidi presenti nella Riserva; grazie alla livrea marrone striata e alle dimensioni ridotte si arrampica inosservato sui tronchi. Si è guadagnato questo buffo nome per l'abitudine di piegare spesso il collo in strane angolature.
D'inverno lo Scricciolo, il Pettirosso, il Regolo, il Codibugnolo, il Luì piccolo, la Passera scopaiola si muovono veloci tra gli alberi spogli in cerca di cibo; seguendoli col binocolo si può avere la fortuna di vedere sospesa, penzolante dalle fronde una palla di lanuggine: un vecchio nido di Pendolino, fatto di fibre vegetali e tele di ragno.
Talvolta una sagoma scura e silenziosa percorre il bosco: è un Gufo comune a caccia di roditori, all'improvviso scompare appollaiato su un ramo che ha il suo stesso colore, protetto dal suo cromatismo mimetico si sente al sicuro, ma è sempre all'erta con i grandi occhi gialli attenti e i ciuffetti ritti sul capo.
Soprattutto durante la stagione fredda è possibile imbattersi in numerosi individui che si spostano in gruppi.
Più rari, ma di passo regolare, sono i rapaci diurni. E' uno spettacolo indimenticabile vedere l'elegante Falco pescatore che con una presa possente afferra nelle acque del Po un pesce di ragguardevoli dimensioni e poi, tranquillo, su un ramo, lacera la sua preda.
Sulle lanche il Nibbio bruno, dalla caratteristica coda allungata e forcuta, volteggia alla ricerca di carcasse di pesci.
L'Albanella reale frequenta d'autunno i margini della Riserva, il maschio esibisce una bellissima livrea grigio cenere, mentre la femmina è riconoscibile dal piumaggio bruno scuro e dal groppone bianco.
Nella stagione fredda qualche Poiana si affaccia sulle radure in attesa di catturare topi selvatici.


Anfibi e rettili

In una zona umida come la R.N. Isola Boscone non possono mancare anfibi e rettili, anche se come è già stato rilevato per i mammiferi si tratta di una fauna poco significativa.
Tra gli anfibi, animali che vivono a stretto contatto con l'acqua e che dell'acqua hanno bisogno per riprodursi, spicca la rana verde (Rana esculenta). Essa trova l'ambiente adatto nelle lanche in fase di prosciugamento, dove si riunisce a gruppi, particolarmente chiassosi durante la fase del corteggiamento. I maschi infatti attirano le compagne con un caratteristico richiamo prodotto dai sacchi vocali che si gonfiano ai lati del collo.
Abbastanza comune è la raganella (Hyla arborea). Di piccole dimensioni, misura 5 centimetri, è tipicamente arboricola, si arrampica infatti con grande agilità grazie ai dischi adesivi delle dita. La pelle liscia e di colore verde brillante la rende mimetica tra le foglie, risulta perciò difficilmente avvistabile, mentre è possibile individuare la sua presenza dal gracidio prodotto dai maschi mediante un enorme sacco golare.
Frequente è anche il rospo (Bufo bufo).
Per quanto riguarda i rettili poche sono le specie presenti. Nella zona golenale ci si può imbattere nella lucertola (Podargis muralis) e nel ramarro (Lacerta viridis) dal caratteristico colore verde brillante.
Tra gli ofidi è presente la natrice dal collare (Natrix natrix) così chiamata per la macchia che le decora la nuca. Si tratta della comunissima e innocua biscia d'acqua dil`fusa in tutta la pianura padana.


Invertebrati

Accanto a realtà appariscenti esiste un universo discreto fatto di presenze minuscole che di rado balzano agli occhi. E' un mondo composito, vario nelle forme e nei ruoli: sono ragni, farfalle, libellule, cavallette, coleotteri, bruchi, chiocciole ecc...
Conoscerli più da vicino può stupire per la molteplicità dei colori, la curiosità dell'aspetto, la specializzazione dei comportamenti.
Le più graziose sono sicuramente le farfalle: la Vanessa Io, la Vanessa Atalanta che sfoggiano sgargianti colori, il Macaone ed il Podalirio con le ali a coda tipiche dei Papilionidi, l'Apatura Ilia i cui riflessi cromatici variano dall'arancio al violetto fluorescente al variare dell'incidenza della luce.
Quasi impossibile è scorgere la Catocala del salice posata su un tronco perchè il suo perfetto mimetismo criptico la rende simile alla corteccia; a questa capacità di scomparire alla vista dei predatori è affidata la sua sopravvivenza. Quando decide di alzarsi in volo, I'improvviso bagliore rosso che mostrano le ali aperte produce un lampo cromatico che disorienta eventuali assalitori.


Decisamente numerose sono le Calopterix splendens, libellule di modeste dimensioni e dall'aspetto aggraziato e fragile. Il maschio sfoggia una livrea blu che diventa brillante alla luce del sole, la femmina è verde, all'inizio dell'estate si possono seguire i voli nuziali tra le fronde dei salici in riva al fiume.
I bruchi hanno un ruolo determinante nell'ecosistema del bosco, in quanto costituiscono un'importante fonte di cibo per gli uccelli e soprattutto una riserva di proteine per i nidiacei. Generalmente non riscuotono grandi simpatie, ma conoscerli può essere una sorpresa: basta incontrare quello del Macaone che su un abito verde indossa strisce rosse e nere.
Tra i coleotteri è da ricordare la famiglia dei Curculionidi, con individui di forme e colori diversi, tutti dotati di un prolungamento sul capo che forma una specie di rostro al cui apice è situato l'apparato boccale.
Tipica del saliceto è l'Aromia moschata, di un colore nero brillante con riflessi verdastri, dotata di lunghissime antenne.
Perfino il mondo delle chiocciole non è poi così scontato. Ci si può imbattere nella Cepea dei boschi, una piccola chiocciola gialla con fasce a spirale brune, oppure nella Limnea di stagno, lunga e sottile di colore brunastro, o nel Corno di posta della famiglia dei Planorbidi dalla conchiglia scura e piatta.
I bivalvi sono presenti con la Unio Pictorum, così chiamata perchè in passato i pittori vi tenevano i colori.