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Molto più vicina all'Africa (138 km) che alla Sicilia (215 km), Lampedusa appartiene all'arcipelago delle Pelagie. L'isola è un tratto affiorante della piattaforma continentale africana ed è costituita da successioni sedimentarie di terreni calcarei depositatesi durante il Miocene medio-superiore. L'origine africana di Lampedusa rende estremamente interessante il suo patrimonio naturalistico sotto il profilo biogeografico, per la presenza di aspetti faunistici e floristici tipici dell'areale nordafricano. L'isola è stata interessata dalla presenza umana sin dalla preistoria ed è documentata la presenza di fenici, cartaginesi, greci, romani, arabi. I naturalisti che la visitarono nei secoli scorsi, la descrivono ricoperta da una fitta e ricca macchia mediterranea, ma la colonizzazione operata dai Borboni nel 1843, portò alla scomparsa dell'originario manto vegetale. L'erosione eolica e il dilavamento delle piogge resero ben presto l'isola simile ad un tavolato di nuda roccia, ma ancora oggi Lampedusa rappresenta un'ambiente insulare unico in tutto il Mediterraneo. |