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Riserva Regionale Lago di Biandronno |
L'Area Protetta |
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Il Lago di Biandronno, o meglio la torbiera di Biandronno, occupa una piccola conca, di chiara origine glaciale, collocata lungo la sponda nord-occidentale della cuvetta del Lago di Varee, dal quale è separato da un esile setto di roccia calcarea. L'area di riserva, di 128,2 ettari, in gran parte di proprietà della Provincia di Varese, costituisce un esempio pressoché unico di bacino lacustre giunto all'ultimo stadio della sua vita: da un punto di vista geo-morfologico, tutto il comprensorio appare attualmente come una suggestiva e compatta formazione ad elofite (canneti e cariceti), contornata da boschi igrofili e prati da sfalcio, nella quale sono ben visibili gli specchi d'acqua originatisi dalla escavazione della torba: al centro del lago è invece identificabile con difficoltà, l'occhio della torbiera, cioè lo specchio d'acqua residuale che rappresenta ciò che resta dell'antico lago. Il bacino è alimentato da apporti meteorici, mentre l'unico emissario esistente, di origine artificiale, denominato Roggia Gatto, recapita nelle acque del Lago di Varese dopo un breve percorso. La protezione di questo biotopo prende l'avvio dal 1977, con la emanazione da parte della Regione Lombardia della L.R. 33/77, che inserisce il lago di Biandronno nell'elenco regionale dei Biotopi e Geotopi. Alcuni anni più tardi, con la L.R. 86/83 e la conseguente deliberazione del consiglio regionale n° ***** del 1984, al biotopo in questione viene riconosciuto lo status di "Riserva Naturale Orientata" regionale, la cui gestione viene delegata alla Provincia di Varese. |
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Come già la Brabbia, anche il lago di Biandronno deve la sua origine ai ghiacciai, e risale al tempo in cui il lago di Varese, il lago di Biandronno ed il lago di Comabbio costituivano un unico sistema lacustre. Con l'abbassarsi del livello dell'acqua, di circa 20 metri più alto dell'attuale, dovuto all'erosione dell' incile da parte del torrente Bardello, tutto il complesso lacustre si è abbassato e suddiviso nei vari elementi, separando il lago di Biandronno dal lago di Varese tramite un preesistente setto di roccia. Fino al secolo scorso, secondo il Quaglia (1884) la superficie di acqua libera occupava gran parte della conca che attualmente ospita il lago, mentre nel corso dell'ultimo secolo tutto l'ecosistema lacustre si è in pratica trasformato in una immensa distesa di canne di palude. |
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La fauna del biotopo è ancora lungi dall'essere completamente nota, con la sola eccezione dell'ornitofauna che ospita per lo più specie tipiche dei canneti come cannaiola, cannareccione, e salciaiola mentre i rapaci sono rappresentati soprattutto dal falco di palude. Le poche superfici di acqua a pelo libero ospitano numerose specie di anatidi. L'erpetofauna annovara elementi di grande interesse come la rana di Lataste, mentre la testuggine d'acqua dolce sembra ormai estinta dall'area. Di grande interesse la teriofauna che ospita elementi faunistici di grande interesse come iltopolino delle risaie e alcuni esemplari di puzzola. |
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L'area è stata oggetto di un recente studio da parte dell'Università dell'Insubria (Raimondi & Brusa 1999) che ha portato ad un maggiore grado di conoscenza della flora e dela vegetazione del comprensorio protetto. Le aree di maggiore interesse floristico-vegetazionale sono rappresentate da alcune superfici a briofite (sfagneti) nelle quali è reperibile una flora relitta costituita da Drosera rotundifolia, Potentilla palustris, Rhynchospora alba, Viola palustris. Gran parte della ex superficie lacustre è coperta da canneti, mentre la parte orientale dell'area è occupata da un esteso cariceto di grande valore floristico, a Carex appropinquata, nel quale sono presenti Orchis incarnata e Menyanthes trifoliata . Le poche raccolte d'acqua presenti ospitano idrofite quali Nymphaea alba, Utricularia minor e Utricularia australis. |
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Attualmente, in attesa delle indicazioni fornite dal piano di gestione in fase di stesura, non è prevista alcuna forma di accesso al pubblico ne di gestione: per eventuali richieste di permessi di accesso a fini di studio e ricerca, contattare direttamente la Provincia di Varese, Settore tutela Ambientale, tel 0332252287. |