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Riserva Naturale Lago Sfondato |
Itinerari |
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La formazione del lago è di origine carsica legata all'azione chimico-fisica delle acque sotterranee su rocce evaporitiche appartenenti alla serie gessoso - solfifera, che caratterizzano le aree circostanti. Il bacino lacustre è infatti una conca di sprofondamento originata dal crollo e dallo scivolamento verso il basso dei banchi di gesso a causa della dissoluzione chimica delle rocce sottostanti. Tale evento avvenne nel novembre del 1907 e fu descritto dal marchese A. De Gregorio sulle pagine della rivista " Il Naturalista Siciliano" del 1910.
Il lago non ha nessuno rapporto con il sistema idrografico superficiale e costituisce un tipico esempio di bacino chiuso (da G. Cumin, 1953); il livello idrico quasi costante avvalora l'ipotesi dell'esistenza di sorgenti sub-lacustri perenni. |
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L'area è interessata da una vegetazione erbacea ed arbustiva; intorno al lago è presente un ampio canneto che contribuisce a rendere l'ambiente tipicamente palustre. Degne di nota sono le numerose specie di orchidee selvatiche (più di 20) quali per esempio "Anacamptis pyramidalis ", "Ophrys tenthredinifera", e "Ophrys panormitana". In autunno fiorisce la Mandragora, erba velenosa, alla cui radice anticamente venivano attribuite virtù magiche e proprietà afrodisiache. La fauna è quella tipica delle aree rurali (Coniglio selvatico, Lepre, Volpe, Barbagianni, Falco grillaio) e delle zone umide (Rana verde, Biscia dal collare, Usignolo di fiume, Tuffetto, Gallinella d'acqua). Numerose le specie di farfalle tra le quali le più interessanti sono " Gegenes pumilio" e "Gegenes nostrodamus". |
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Nella raccolta degli etno-fondi che riguardano il lago emergono interessanti racconti popolari. Il primo riguarda la stessa formazione del lago il cui sprofondamento si pensa sia dovuto agli scavi, effettuati alla fine del 1800, per la realizzazione della galleria ferroviaria di Marianopoli che ancora oggi è la più lunga dell'intera regione. Una leggenda popolare narra che il lago, vista la sua profondità, sia in collegamento diretto con il mare. Inoltre tra vecchi cacciatori del luogo si racconta che nelle profondità del lago viva una enorme biscia (in verità la stessa leggenda è ripetuta in varie forme in molti altri corsi d'acqua dell'isola).
Infine un'antica consuetudine viene tramandata dai raccoglitori di erba e dagli agricoltori della zona, che utilizzavano un'erba selvatica appartenente alla Famiglia delle Euforbiacee, dal potere irritante, detta volgarmente "Rizzitiddu" per catturare le anguille presenti nel vicino fiume Salito e nei suoi affluenti. Infatti le radici delle piante, sparse in una conca formata dal fiume saturavano con il loro latice l'acqua (comunemente "attassavano") provocando delle irritazioni alle anguille, le quali fuoriuscivano dal fiume e così venivano catturate. |