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Riserva Regionale Lanche di Azzanello |
L'Area Protetta |
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L'area sottoposta a tutela è costituita da un sistema di lanche inciso nelle alluvioni recenti della valle dell'Oglio, a ridosso di un meandro fluviale attivo che, migrando progressivamente verso est, ha determinato l'origine dei bracci fluviali dismessi. Le lanche sono collegate con il fiume anche in regime di magra. L'alimentazione degli specchi d'acqua lentica è garantita in parte dai reflui di colo della rete irrigua del comprensorio agricolo circostante, in parte dal periodico rigurgito delle acque fluviali durante i regimi di morbida e di piena ed in parte dall'affioramento delle acque di prima falda al cilio del terrazzo morfologico. Il regime delle acque e le relativamente frequenti inondazioni dell'area condizionano fortemente lo sviluppo della vegetazione nella riserva naturale. I terreni compresi nella fascia di rispetto della riserva sono a destinazione esclusivamente agricola. Merita menzione, soprattutto per i riflessi sulla componente faunistica, un prato marcitorio collocato a ridosso della riserva naturale. |
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Nell'area tutelata si manifestano, secondo la seriazione zonale classica, le vegetazioni caratteristiche delle golene fluviali della media pianura. Infatti dagli stadi pionieri dei consorzi di alofite palustri (Phragmites s.p., Typha ss. pp., Carex ss.pp.) che costituiscono limitati canneti nel corpo delle lanche e da quelli caratteristici delle ghiaie più o meno stabilizzate lungo il corso del fiume, si passa ai consorzi igrofili legnosi a salice ed ontano, per arrivare alle boscaglie golenali a prevalenza di legno dolce (purtroppo in parte compromesse da vecchie introduzioni di pioppi ibridi da coltura), costituite da pioppo nero, pioppo grigio, olmo, acero campestre, quercia farnia e relativo corredo arbustivo. Il querceto vero e proprio, che troverebbe vocazionalmente idonei i terreni attualmente ad uso agricolo, è praticamente assente nell'ambito protetto; sporadici e begli esemplari di quercia, talora in piccoli gruppi, sono però collocati sul cilio del terrazzo che delimita l'area di riserva dalla fascia di rispetto . |
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Le varietà di vegetazione presenti nella riserva consentono l'espressione della flora carratteristica delle varie tipologie rappresentate. Sui greti fluviali degna di nota è la presenza di specie che, trovano distribuzione esclusivamente nel tratto settentrionale dei fiumi planiziali come il salice ripaiolo (Salix eleagnos) ed alcune specie erbacee o suffrutici come l'erba pignola (Sedum sexangulare), il fiordaliso dei pascoli (Centaurea maculosa), l'erba viperina (Echium vulgare) e il camedrio comune (Teucrium camedrys). Tra la flora di corredo delle aree umide si segnala la presenza di alcune specie rare, dalla vistosa fioritura, come il campanellino estivo (Leucojum aestivum), quì non diffusissimo come nel tratto meridionale dell'Oglio e la calta (Caltha palustris), molto rara, mentre tra la vegetazione sommersa, degna di nota è la primulacea viola di palude (Hottonia palustris), che quì trova una delle ultime stazioni della provincia. La flora di corredo delle aree boscate è, per contro, piuttosto paucispecifica; oltre alla vegetazione arborea che si mescola ai pioppi ibridi (Quercus robur; Acer campestre; Ulmus minor; Populus canescens; Populus nigra; Alnus glutinosa, Salix alba), e agli arbusti ( Crataegus monogyna; Prunus spinosa; Cornus sanguinea e, con carattere invasivo, l'esotica Amorpha fruticosa), si segnala lapresenza, per le vistose fioriture primaverili, del favagello (Ranunculus Sicaria) e della viola dei boschi (Viola reichembachiana). |
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Pur senza macroscopiche manifestazioni faunistiche l'area presenta, sotto questo aspetto, una discreta diversificazione e registra la presenza di una fauna vertebrata interessante. Tra gli anfibi e i rettili si segnalano: la rana di Lataste (Rana latastei), la raganella (Hyla intermedia), il tritone crestato (Triturus carnifex), una discreta popolazione di ramarro (Lacerta viridis), il biacco (Coluber viridiflavus). Sembra purtroppo scomparsa la testuggine di palude (Emis orbicularis), a suo tempo rilevata nell'area. Tra i mammiferi è certa la presenza della volpe (Vulpes vulpes), che ha di recente ricolonizzato l'area, del tasso (Meles meles), della faina (Martes foina) e della lepre (Lepus europaeus), mentre una recente ricerca sulla microteriofauna ha rilevato la presenza, tra l'altro, del toporagno (Sorex araneus), della crocidura (Crocidura leucodon), della crocidura minore (C: suaveolens), del toporagno d'acqua (Neomis fodiens), del moscardino (Muscardinus avellanarius), del campagnolo rossastro (Clethrionomys glareolus), del topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e del topolino delle risaie (Micromys minutus). L'avifauna rappresenta però l'aspetto più macroscopico e più facilmente contattabile della componente faunistica; nella stagione riproduttiva si registra la presenza di numerose specie caratteristiche degli habitat nemorali o degli ecotoni tra il bosco ed i coltivi, tra cui, a titolo esemplicativo si citano il lodolaio (Falco subbuteo), Il gufo comune (Asio otus), il picchio rosso maggiore (Picoides major), il torcicollo (Jynx torquilla), il rigogolo (Oriolus oriolus), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il canapino (Hippolais polyglotta), l'averla piccola (Lanius collurio). Anche le specie tipiche delle aree palustri come il martin pescatore (Alcedo atthys), il pendolino (Remiz pendolinus) e la cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), sono ben rappresentate. Durante la stagione invernale il panorama avifaunistico si modifica; tra gli svernati si segnala la regolare presenza del falco di palude (Circus aeruginosus) e dell'albanella reale (Circus cianeus), di numerosi piccoli uccelli silvani come la passera scopaiola (Prunella modularis), il pettirosso (Erithacus rubecula), il luì piccolo (Phylloscopus collybita) e di un grosso dormitorio di pispole (Anthus pratensis) e spioncelli (Anthus spinoletta), collocato nella marcita posta nella fascia di rispetto. |