Riserva naturale integrale Lastoni Selva Pezzi



Novità


Progetto Reintroduzione Pernice bianca

Pernice
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Il progetto sperimentale di reintroduzione della Pernice bianca (Lagopus mutus) nella Riserva Naturale Integrale di Lastoni - Selva Pezzi (VR) si pone l'obiettivo di ripristinare l'equilibrio ecologico mediante la reintroduzione di una componente faunistica ora mancante nel comprensorio del Monte Baldo (VR/TN). La Pernice bianca era infatti presente nel massiccio come nidificante fino al 1971 e si è poi estinta per cause antropiche (pressione venatoria e bracconaggio). Dopo tale data si sono avute solo sporadiche segnalazioni di esemplari erratici, che durante i mesi autunnali scendevano dal Trentino fino al M. Baldo, ma che non erano in grado di ripristinare la popolazione originaria.
Uno studio preliminare ha verificato che esistono ancora le premesse ambientali potenziali per un ripristino della popolazione originaria e che sono inoltre maggiori le attuali misure di tutela della specie grazie anche alla presenza di aree protette nelle zone altimontane del M. Baldo.
Il progetto tuttavia si presenta alquanto ambizioso fin dall'inizio in quanto non esistono esperienze positive di reintroduzioni nel nostro continente di questo prezioso tetraonide e pertanto assume un carattere altamente sperimentale.

Area di reintroduzione
L'area di reintroduzione è la Riserva Naturale Integrale di Lastoni-Selva Pezzi, localizzata nell'alto versante gardense del Monte Baldo, che si estende per circa 980 ettari quasi tutti coperti da boschi di latifoglie e conifere alle quote inferiori e da circhi glaciali e vegetazione a piante pioniere nei pressi della zona cacuminale. L'area, che costituisce una delle oasi naturalistiche più importanti del Baldo, oggi è gestita da Veneto Agricoltura che ne cura la tutela e la divulgazione mediante progetti di educazione ambientale e di ricerca attiva sul campo, in cui proprio si inserisce il presente progetto.

Fasi principali del progetto
Il progetto si sviluppa in 4 anni di ricerca dal 2002 al 2005 per consentire una giusta sperimentazione sulle diverse metodologie di reintroduzione. Nella prima fase della ricerca (2002-2003) si sono reintrodotti capi allevati in cattività provenienti da allevamenti austriaci e tedeschi. Partner di questa attività è stato l'Alpenzoo di Innsbruck (Austria) che ha curato tutte le fasi di allevamento dei soggetti reintrodotti. I soggetti nati nell'anno sono stati liberati all'inizio dell'autunno del 2002 e 2003 dopo una fase di ambientamento in una voliera posta a quota di 2000 m all'interno della RNI. In tale voliera, oltre a consentire i soggetti un giusto acclimatamento all'area, si è provveduto anche a sostituire gradatamente l'alimentazione con la vegetazione presente in loco. Tutti i soggetti sono stati muniti di radiocollare che consente di seguirli giornalmente nei loro spostamenti.

Risultati
Sono stati liberati in tutto 16 capi di pernice bianca (n.8 capi nel 2002 e n.8 capi nel 2003) nel circo glaciale di Val Larga ma che purtroppo non sono riusciti a superare l'inverno. Le cause di mortalità sono risultate ignote per il primo anno (probabile causa di eccezionale maltempo nell'autunno 2002 nel periodo di prima liberazione) mentre nel 2003 gran parte dei soggetti sono state predati. Nel breve periodo di sopravvivenza i soggetti sono rimasti all'interno del circo glaciale di rilascio con piccoli spostamenti e solo due soggetti nel 2003 hanno svalicato per un breve periodo nel versante atesino del M. Baldo.

Fasi successive
Attualmente si stanno valutando altre ipotesi di reintroduzione per la successiva fase del progetto 2004-2005 viste le difficoltà incorse con i soli allevamenti in cattività.
Tra le ipotesi possibili si sta valutando di spingere la fase di allevamento in quota fino alla primavera successiva in modo da liberare coppie di circa un anno di età che, stando alla bibliografia, dovrebbero avere più possibilità di inserimento in natura. Altra ipotesi, complementare alla precedente è quella di tentare di reintrodurre capi catturati in natura che senz'altro hanno maggiori possibilità di adattamento. In questo caso però notevoli difficoltà sia nel reperimento di aree disponibili a fornire soggetti sia per le oggettive difficoltà operative di cattura.

Progetto di fattibilità per la reintroduzione: Prof. De Franceschi Paolo Flavio
Indagini condotte: tecnici di Veneto Agricoltura