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Riserva Regionale Le Bine |
L'Area Protetta |
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Una visita nella riserva si può trasformare in un salto nel passato, un'occasione per osservare le trasformazioni operate dall'uomo sull'ambiente circostante. Infatti, la palude, tutelata come riserva naturale regionale, si è formata in seguito ad un intervento di rettificazione dell'Oglio effettuato alla fine del 18° secolo per facilitare la navigazione sul fiume. Successivamente il meandro abbandonato (chiamato anche Oglio morto) si è impaludato favorendo l'insediamento di animali e piante tipici degli ambienti palustri, ormai molto rari, soprattutto in pianura padana. Attualmente questa parte è visitabile "dall'alto" percorrendo l'argine maestro dell'Oglio in riva destra (verso Calvatone). Il resto dell'area protetta è attualmente occupato da coltivazioni di pioppo (che vengono tagliati con turni circa decennali) e da aree sottoposte ad un intervento di rinaturalizzazione | |
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Le Bine, come molte altre aree protette di pianura, è caratterizzata da una ridotta dimensione e dall'isolamento geografico due fattori che limitano fortemente la possibilità di ospitare alcune specie e un numero elevato di piante e animali. La riserva naturale ospita una ricca e ben diversificata comunità vegetale. Grazie a numerosi studi (alcuni ancora in corso) è stato possibile accertare la presenza nell'area protetta di oltre 200 specie di piante. L'ambiente della riserva è caratterizzato da una serie di aspetti particolari che si susseguono gradualmente in relazione alla presenza dell'acqua:
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Tutta la pianura padana, ha subito una profonda trasformazione ambientale che ha portato alla quasi totale scomparsa di zone umide. In questo contesto la riserva naturale Le Bine rappresenta un importante punto di sosta e rifugio per molti animali. Infatti gli studi promossi in questi anni dal WWF hanno accertato la presenza di oltre 600 specie di animali: dal piccolo Ditiscus mutinensis di soli 3 cm., endemico della pianura padana, al Tasso, mustelide raro in pianura. E' presente anche la Lycaena dispar, una farfalla diurna inclusa dalla Comunità Europea fra le specie prioritarie di conservazione, strettamente legata ad alcune specie di piante palustri. In inverno, tra la nebbia è facile osservare le anatre e i cormorani, o i voli delle pavoncelle sui campi mentre l'occhio attento dell'osservatore può scorgere in palude il Tarabuso un airone molto elusivo e dal piumaggio estremamente mimetico. |
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Verso la fine dell'inverno riprendono i voli degli aironi cenerini che iniziano la costruzione dei nidi della garzaia (colonia) insediata a Le Bine nel 1995 con 1 coppia e arrivata a 30 nel 1999. Quasi in contemporanea, nelle fredde notti invernali, i maschi di rana di Lataste si fanno sentire in acqua grazie al caratteristico richiamo simile ad un acuto vagito. E' però la primavera il periodo più movimentato dell'anno quando è possibile ascoltare usignoli, capinere, cannaiole, rigogoli, raganelle....o osservare il via vai di aironi cenerini, falchi di palude, marzaiole e molti altri uccelli. L'estate è un periodo di stasi, caratterizzato dall'arrivo dei giovani di nitticora che nidifica in colonie vicine. L'autunno è annunciato dalle migrazioni dei limicoli e dalla formazione dei dormitori di rondine nel canneto |