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Riserva Regionale Monticchie |
L'Area Protetta |
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La Riserva tutela un territorio che si estende per 250 ettari, dei quali 24.5 ettari di bosco igrofilo planiziale e 225.5 ettari (fascia di rispetto) di ambiente agricolo ricco di canali e sorgive. Per i suoi pregi naturali, che consentivano la presenza di una fauna numerosa, Monticchie fu inclusa nel 1969 tra le Zone di ripopolamento e cattura e, dieci anni più tardi, tra le Oasi di protezione della fauna. Su sollecitazione dell'Amministrazione Comunale e della locale Sezione del W.W.F., la zona è stata messa sotto vincolo dalla Regione Lombardia: inizialmente come Biotopo soggetto a tutela (1983) ed, in seguito, come Riserva Naturale Regionale (1988). La gestione è affidata al Comune di Somaglia, che la attua in collaborazione con il W.W.F. Italia. | |
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La "fascia delle risorgive" e dei "fontanili" occupa in Lombardia una larga fetta di territorio, a nord del fiume PO, tra il Ticino e l'Adda ed è molto importante per gli aspetti naturalistici e le relazioni che legano questi ultimi all'intervento agricolo degli uomini. I suoli che caratterizzano la pianura Padana (detriti strappati alle Alpi dall'erosione glaciale del Quaternario) non sono uniformi: l'"alta pianura" è formata da materiale ghiaioso e ciottoloso più grossolano, mentre la "bassa pianura" risulta formata da un suolo più fine e limoso-argilloso. Il tipico paesaggio a "gradoni" (terrazzo alluvionale) della bassa pianura ha avuto origine dalla grande attività dei meandri fluviali, condizionata dal succedersi dei periodi glaciali ed interglaciali. La risalita in superficie delle acque sotterranee (sorgenti di terrazzo) è favorita dal minimo dislivello esistente tra il piano dell'alveo fluviale e i territori circostanti, e dalle barriere impermeabili del suolo, che indirizzano l'acqua verso la superficie. L'equilibrio dell'ecosistema biotico delle Zone Umide, risultato di una lenta evoluzione millenaria, è totalmente dipendente dalla presenza dell'acqua superficiale e sotterranea. |
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Verso la fine degli anni '60, l'abbandono delle attività agricole ha favorito la progressiva sostituzione di prati, pioppeti e risaie (caratteristiche di un suolo umido e argilloso) con canneti intervallati da fasce di alberi ed arbusti tipici delle zone umide padane. La allora situazione vegetazionale, influenzata dalla presenza di acque sorgive, si è evoluta nell'attuale bosco igrofilo planiziale. Questo è costituito, nelle zone più umide, da vegetazione bassa e da bosco con essenze dolci. Nella prima predomina il canneto misto, formato da Cannuccia di palude (Phragmites australis) e Tifa (Typha latifolia); nel bosco, invece, sono molto diffusi l'alneto a Ontano nero (Alnus glutinosa) e il saliceto, con Salice bianco (Salix alba), Salicone (Salix caprea) e Salice grigio (Salix cinerea). In corrispondenza della costa (terrazzo morfologico), nella quale la presenza di umidità è minore, si sviluppano maggiormente la Quercia farnia (Quercus robur), l'Olmo campestre (Ulmus minor) e l'Acero campestre (Acer campestre). Il sottobosco è costituito da Sanguinello (Cornus sanguinea) e dal Sambuco nero (Sambucus nigra). Fra le molte specie erbacee, è interessante la presenza del Campanellino estivo (Leucojum aestivum) e dell'Equiseto (Equisetum arvense). Le sorgenti di terrazzo e i relativi canali ospitano due varietà di Callitrice (Callitriche stagnalis e palustris) e di Lenticchia d'acqua (Lemna minor e Lemna trisulca). |
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L'aspetto di maggior rilievo faunistico di "Monticchie" è la presenza di un'importante garzaia, colonia nidificante di circa 600 coppie di Ardeidi: Nitticora (Nycticorax nycticorax), Garzetta (Egretta garzetta) e Airone cinerino (Ardea cinerea). Quest'ultimo vi nidifica dal 1988. Inoltre l'avifauna è rappresentata dal Cuculo (Cuculus canorus), dalla Poiana (Buteo buteo), dal Gruccione (Merops apiaster), dal Picchio rosso maggiore (Dendrocopos maior) e, nel periodo invernale, dal Picchio verde (Picus viridis) e da migliaia di esemplari di Colombaccio (Columba palumbus). Nell'area sono presenti ventisei specie di mammiferi, tra i quali la Donnola (Mustela nivalis), il Tasso (Meles meles) e la Lepre (Lepus europaeus) L'ambiente umido è favorevole alla Rana di Lataste (Rana latastei) alla Natrice dal collare (Natrix natrix), alla Natrice tassellata (Natrix tassellate) ed al Tritone comune (Triturus vulgaris). Lungo i sentieri è frequente l'incontro con il Biacco (Coluber viridiflavus), il Ramarro (Lucerta viridis) ed il rarissimo Orbettino (Anguis fragilis). Infine la buona qualità delle acque sorgive è testimoniata dalla presenza del Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). |
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Sede di importanti Diete Imperiali (famose quelle indette dall'Imperatore Federico il Barbarossa nel 1154 e nel 1158), Roncaglia, l'attuale Somaglia, sorgeva sulla sponda sinistra del fiume Po, come baluardo a difesa dei territori feudali milanesi. Per molto tempo il suo paesaggio fu caratterizzato dalla presenza di fitti ambienti boscosi e di un'area paludosa, che alcune pergamene, a partire dal 1164 d.C., definivano "Lacus de Barisiis": questo raccoglieva le acque e i vecchi corsi dei fiumi Lambro, Po e Brembiolo. In quest'area si praticavano la pesca, la caccia ed il pascolo del bestiame. Tali terreni sono stati poi oggetto di una progressiva bonifica che ha strappato alle zone paludose ampie fasce di terreno coltivabile. Il territorio di Somaglia conserva tracce significative della propria storia secolare in diversi complessi di cascine e mulini, nella Chiesa Parrocchiale (sec. XVIII) e nel Castello Cavazzi (sec.XI-XII), recentemente restaurato dall'Amministrazione Comunale che ha ultimato i lavori nel 1987. |