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Riserva Naturale Naviglio della Melotta



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Provincia di Cremona - Ufficio Ecologia
  • Sede: Via Bellarocca, 7 - 26100, Cremona
  • Tel: 0372/4061
  • Fax: 0372/406461
  • E-mail: ambiente.provincia@rccr.cremona.it
  • Superficie: 181,16 ha
  • Provincia: Cremona
  • Istituzione: 1984


Geologia e morfologia

La riserva naturale è collocata nel settore sommitale di un pianalto pleistocenico, che si eleva dalle alluvioni Wurm-Riss della pianura padana. I suoli di detto pianalto, prababilmente di origine loessica, si sono evoluti in un clima più caldo di quello attuale e si presentano parzialmente ferrettizzati.
L'area è solcata da un canale artificiale, il Naviglio della Melotta, che incide una profonda vallecola, entro la quale divaga e meandreggia, con andamento naturaliforme, originando habitat caratteristici delle valli fluviali.


Vegetazione

La vegetazione dell'area costituisce uno dei boschi extragolenali più vasti della provincia di Cremona (anche se ormai ridotto ad una struttura nastriforme ridossata al corso del naviglio) e presenta una eccezionale varietà floristica, determinata in gran parte dalla particolarità dei suoli e, in misura non secondaria, da fattori di carattere storico (l'area è stata ridotta all'uso agricolo più tardi delle restanti parti della provincia ed ha pertanto conservato più a lungo i caratteri di esteso bosco planiziale). Anche la struttura accidentatata dei terreni, per la presenza della profonda vallecola del naviglio e per i solchi vallivi laterali, ha favorito la conservazione della vegetazione e crea le condizioni per una spiccata seriazione zonale.
Sui depositi alluvionali della vallecola si sviluppano consorzi igrofili ad ontano e salice, mentre sulla parte sommitale il suolo è vocato ad ospitare alcune tipologie di querceto, purtroppo attualmente ridotto a lembi di ridotta estensione per l'invadenza dei robinieti, ma spesso ancora accompagnate da una flora peculiare, che rappresenta una delle emergenze naturalistiche dell'area.


Flora

Il bosco igrofilo è costituito da un alneto ad ontano nero (Alnus glutinosa), sostituito a tratti da saliceti a salice bianco (Salix alba); accompagnano queste specie il pioppo grigio (Populus canescens), qualche platano (Platanus ibrida), qualche pioppo ibrido (Populus x euroamericana) introdotti artificialmente, e cespugli di sambuco (Sambucus nigra), nocciolo (Corylus avellana), sanguinello (Cornus sanguinea) e, più rara, la frangola (Frangula alnus).
I boschi collocati alla sommità del pianalto sono più ricchi di specie, alcune delle quali attestano le particolari condizioni dell'area e rivestono estremo interesse stazionale e biogeografico. Nelle aree ben conservate la specie dominante è costituita dalla farnia (Quercus robur), accompagnata dall'olmo campestre (Ulmus minor), dal ciliegio (Prunus avium), dall'acero campestre (Acer campestre), dal carpino bianco (Carpinus betulus) e da un ricco corteggio arbustivo; ai margini e nelle radure sopravvivono alcuni nuclei delle specie di maggior interesse stazionale come il pioppo tremulo (Populus tremula), la ginestra spinosa (Genista germanica), la ginestrella (Genista tinctoria), il citiso irsuto (Chamaecytisus irsutus) e la ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius).
Il robinieto che, a seguito di vecchi e scorretti interventi forestali, ha colonizzato gran parte dell'area, presenta talvolta un corteggio floristico che attesta la pregressa presenza del querceto, sia relativamente al corredo arbustivo sia per quanto attiene le specie erbacee del sottobosco, tra cui si citano: il campanellino primaverile (Leucojum vernum), l'anemone dei boschi (Anemone nemorososa), la primula (Primula vulgaris), il sigillo di Salomone (Poligonatum odoratum), la pulmonaria (Pulmonaria officinalis).


Fauna

Scomparsi di recente (anni '70) la lontra (Lutra lutra) e lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), la riserva ospita ancora una buona popolazione di tasso (Meles meles), la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina) la donnola (Mustela nivalis) e, di discreto interesse, la puzzola (Mustela putorius).
Tra i micromammiferi si ricordano l'arvicola terrestre (Arvicola terrestris), il topolino delle risaie (Micromys minutus) il moscardino (Muscardinus avellanarius), e il ghiro (Myoxus glis).
L'erpetofauna non manca di specie rare per il contesto planiziale come la rana agile (Rana dalmatina), la rana di Lataste (Rana latastei) o il colubro di Esculapio (Elaphe longissima).
L'avifauna si caratterizza soprattutto per la presenza di specie nemorali o caratteristici delle aree di ecotono tra bosco e coltivi come, solo per citare alcuni nidificanti, il picchio rosso maggiore (Picoides major), il picchio verde (Picus viridis), il colombaccio (Columba palumbus), che quì costituisce in invemo un imponente dormirtorio, la cinciarella (Parus caeruleus), il codibugnolo (Aegithalos caudatus), il luì piccolo (Phylloscopus collybita), l'usignolo (Luscinia megarhynchos), la ghiandaia (Garrulus glandarius), l'averla piccola (Lanius collurio), la tortora selvatica (Streptopelia turtur), la poiana (Buteo buteo) e il lodolaio (Falco subbuteo).