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Riserva Regionale Sorgenti della Muzzetta |
L'Area Protetta |
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Le "Sorgenti della Muzzetta" sono localizzate sui territori comunali di Rodano e Settala nella parte est del Parco Agricolo Sud Milano e costituiscono un elemento distinto del superstite paesaggio lombardo della fascia delle risorgive, in particolare di quella zona che si estende da ambo i lati della strada Rivoltana, un tempo costellata da naturali emergenze. Il piano di gestione della riserva, approvato il 18 maggio 1993 con deliberazione della Giunta Regionale n. 5/36311, tenuto conto delle disomogeneità delle aree presenti all'interno del perimetro individuato dalla sopra citata deliberazione del Consiglio Regionale, proponeva una modifica dei suoi confini (la riserva era interessata in profondità da numerosi edifici a carattere industriale). L'attuale riserva che si estende per una superficie di ca. 90.8 ha totali, dei quali 22,2 ha costituiscono l'area di riserva, i restanti 68,6 ha la fascia di rispetto, è caratterizzata dalla presenza di 7 fontanili. I fontanili Molino, Vallazza e Regelada formano, con l'adiacente bosco igrofilo, il cuore della riserva, i restanti fontanili Nuovo, Busca, Boscana e Schenone, in posizione più periferica, completano il paesaggio della riserva introducendo ulteriori elementi di diversificazione ambientale. |
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Dal punto di vista naturalistico, oltre ai fontanili, di rilievo è anche la presenza di un bosco igrofilo insediatosi spontaneamente nei pressi delle teste dei fontanili Molino e Vallazza, su di un'area un tempo occupata da un pioppeto coltivato; vi domina l'ontano nero al quale si associano anche salici, olmi e qualche farnia. Sotto il profilo faunistico, l'area rappresenta un luogo d'attrazione per molte specie legate agli ambienti acquatici e nemorali. |
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Il sottosuolo del settore ad est di Milano, dov'è ubicata la riserva è costituito fino alla profondità di circa 250 m da depositi alluvionali del quaternario olocenico. L'area della riserva si trova in una fascia di transizione tra la litozona ghiaiosa e la litozona con prevalenza di sabbie fini e limo. In superficie prevalgono depositi sabbioso-ghiaiosi, ma dove i caratteri granulometrici della litozona superficiale si affinano, compaiono nella successione verticale dei depositi, sabbie fini e limo anche a debole profondità. Queste variazioni strutturali determinano una maggior resistenza al flusso idrico sotterraneo con conseguente innalzamento del livello piezometrico di falda. Dopo i primi metri di terreno vegetale compare la prima litozona sabbioso-ghiaiosa del fluvioglaciale wurmiano di spessore variabile da 35 a 40 m. Nei primi 10 m si notano sabbie e ghiaie in matrici limose con intercalazioni argillose discontinue, quindi spessori solo sabbioso-ghiaiosi. Questa prima litozona costituisce l'acquifero superficiale contenente la falda libera che alimenta i fontanili. Sotto i 40 m ha sede la seconda litozona prevalentemente sabbioso-argillosa del fluvioglaciale Riss-Mindel con rare intercalazioni ghiaioso-sabbiose. |
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Per quanto riguarda il clima, la riserva ricade in una fascia caratterizzata da temperature medie annuali di 12,6 ° C, e con precipitazioni medie annue di 1010 mm. La stagione piovosa è sdoppiata in due periodi di massima (maggio e ottobre) e due di minima (gennaio e luglio). Dal punto di vista bioclimatico, nel complesso il territorio della riserva ricade nella regione mesaxerica sottoregione ipomesaxerica di tipo B, a cui corrisponde una vegetazione naturale potenziale costituita da formazioni forestali dominate da farnia (Quercus robur), sostituite da boschi igrofili nelle stazioni umide e ripariali. | |
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L'inventario floristico conta 312 specie censite: 14 briofite e 298 piante vascolari, alcune rare, altre protette dalla L.R 33 del 1977 e dalla L. 772 del 1932, altre ancora rarissime. Lo spettro biologico è costituito da 45% di emicriptofite, 18% di terofite, 14% di fanerofite, 13% di geofite, 5% di idrofite, 2% di elofite. Lo spettro corologico è composto, in accordo con le caratteristiche geoclimatiche dell'area, prevalentemente da 17,4% dell'elemento eurasiatico e 14,8% dall'elemento paleotemperato, segue con 14,1% il gruppo delle cosmopolite e subcosmopolite la cui incidenza è legata al notevole grado di antropizzazione del territorio. Esiste poi una discreta presenza 5,7% di specie americane e 1,7% asiatiche, prevalentemente legate ai coltivi e agli ambienti ruderali. La quota restante si distribuisce tra 10,4% di specie europeo-caucasiche, 9,1% circunboreali, 8,7% eurosiberiane, 8,0%mediterranee e 6,0% europee. Se si considera la limitata estensione della riserva e la sua collocazione in un contesto fortemente antropizzato, la flora censita si presenta abbastanza ricca, e ciò è dovuto ad una discreta diversità ambientale creata dall'esistenza di canali, rogge e fossi colatori che mantengono viva una nutrita presenza di idrofite ed elofite. Molte specie come Carex paniculata, C.pendula, C.acutiformis, C.riparia, C.remota, C.panicea, Valeriana dioica, Thelypteris palustris, Dryopteris carthusiana, Serratula tinctoria, Athyrium filix-foemina ecc. sono tipiche di ambienti palustri ed umidi, altre quali Asparagus tenuifolius, polyatum multiflorum, Leucojum vernum,Synphytum tuberosum ecc. legate agli ambienti boschivi planiziali. Particolare nota meritano il giglio dorato (Hemerocallis lilio-asphodelus) endemismo est-alpico e l'orchidea palustre (Orchis laxiflora subsp.palustris) specie molto rare. Relativamente solo alle fitocenosi acquatiche lo spettro biologico si compone in prevalenza di due gruppi idrofite ed elofite che insieme rappresentano il 73%, seguono poi emicriptofite scapose, pleustofite, terofite scapose ed emicriptofite cespitose. Lo spettro corologico rivela invece tre gruppi di specie, boreale cosmopolita ed euroasiatico, ad ampia distribuzione che nell'insieme superano il 75% del totale. Questo è dovuto alla ripetitività delle condizioni ecologiche praticamente indipendenti dal clima generale, dalla relativa continuità del mezzo acquatico che facilita la dispersione delle specie. |
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Dal punto di vista fisionomico-strutturale l'area della Riserva conta le seguenti tipologie di vegetazione: -Vegetazione a idrofite delle teste e aste dei fontanili -Vegetazione a elofite dei bordi di riva -Vegetazione di stagno -Fasce arbustive ed arboree di contorno ai corsi d'acqua -Incolti con vegetazine igrofila a struttura erbacea -Boscaglie e boschi -Prati stabili soggetti a sfalcio -Coltivi un rotazione |
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La riserva rappresenta un ambiente di rifugio di notevole importanza per molte specie animali, soprattutto in considerazione dell'elevato grado di antropizzazione delle aree circostanti. La componente di gran lunga più numerosa e visibile è rappresenta dall'avifauna, presente con diverse specie legate all'ambiente acquatico (gallinella d'acqua, germano reale, martin pescatore, usignolo di fiume, airone cinerino, garzetta, ecc.), agli ambienti boschivi (picchio verde, picchio rosso maggiore, torcicollo, codibugnolo, rigogolo, pettirosso, ecc.) e agli ambienti aperti (averla piccola, allodola, quaglia). Di una certa consistenza, in rapporto alle ridotte dimensioni dell'area, sono anche le popolazioni di rapaci notturni (civetta, allocco, gufo comune) e diurni (gheppio, poiana). Nel complesso, le specie censite sono ca. 90, di cui una trentina nidificanti. La teriofauna è, invece, rappresentata da poche specie, tra cui emergono per interesse e rarità l'arvicola rossastra e la crocidura ventrebianco. Presenti anche la volpe, la donnola e la lepre, il ghiro, il moscardino, il topolino delle risaie. L'erpetofauna è rappresentata da poche specie piuttosto comuni, in relazione alle alterazioni subite dall'area negli anni passati. In particolare, sono del tutto assenti le specie più rare ed interessanti dell'erpetofauna lombarda, quali il pelobate insubrico e la rana di Lataste. In considerazione dei miglioramenti intervenuti dopo l'istituzione dell'area protetta, l'ambiente della riserva oggi ben si presta alla reintroduzione delle specie scomparse, che difficilmente potrebbero ricolonizzare il territorio spontaneamente. |