UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTA' DI AGRARIA
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE AGRARIE
LA FAMIGLIA DELLE ORCHIDACEAE NELLA FLORA DELLE MADONIE
ASPETTI ECOLOGICI E DISTRIBUTIVI
Tesi di laurea di: Andrea Puccia
Relatore: Prof. Píetro Mazzola
ANNO ACCADEMICO 1994-95
La famiglia delle Orchidaceae nel Mediterraneo è rappresentata da circa 200 specie di cui 120 vivono in Italia.Si tratta di piante di modeste dimensioni, alte generalmente non più di 30-40 cm con poche eccezioni per alcune specie del genere Dactylorhiza che raggiungono il metro. Sono in prevalenza geofite, dotate di due tuberesti di uguali dimensioni. I fiori, riuniti in spiga sono piccoli e variabili nella forma. Le infiorescenze sono molto vistose e per queste caratteristiche, probabilmente, sono note fin dall'antichità.
Dal punto di vista economico, nel tempo, hanno avuto un importanza molto limitata: i tuberi, con il nome di occhi (da cui il nome attuale), erano usati dai Greci per scopi medicinali e forse anche iniziatici; in Anatolia si trovano ancora oggi in commercio con il nome di salep per supposte proprietà afrodisiache. Ma, a parte questi aspetti etnobotanici, nel Mediterraneo, l'interesse per la famiglia per millenni non ha mai superato la pura curiosità.
A partire dal dopoguerra l'attenzione su di essa si è progressivamente accresciuta per varie ragioni che vanno anche oltre l'importanza tassonomica e fitogeografica ed ecologica che è di per sé notevole.
Infatti, mentre fin dall'800 le orchidee esotiche, soprattutto tropicali, hanno assunto una grande importanza nel campo della fioricoltura, quelle mediterranee nell'ambito del dilettantismo e del collezionismo si sono conquistate uno spazio che, seppure contenuto, non è trascurabile ed ha una certa stabilità, con riflessi anche di natura economica. Infatti, nelle ultime 30 primavere ogni paese, ogni isola del Mediterraneo è stata regolarmente invasa da migliaia di appassionati dilettanti impegnati in una paziente attività di ricerca, documentazione fotografica e raccolta di esemplari da inserire nei propri erbari e nelle proprie diateche. Il loro numero è in crescita; in Italia e in Europa sono nate varie associazioni amatoriali e l'interesse è alimentato da un'intensa attività editoriale come mostra la mole di oltre 6.000 pubblicazioni, tra opere monografiche e contributi, apparse fra il 1744 e il 1984 (WILLING et WILLING, 1977; 1985), e di varie altre migliaia dal 1985 a oggi.
Attraverso la via della divulgazione, che ha affiancato validamente la ricerca scientifica, le orchidaceae mediterranee hanno raggiunto una certa popolarità e su di esse sono stati evidenziati aspetti tassonomici, ecologici, distributivi e biologici che si sono rivelati utili per la conservazione di varie specie in pericolo o comunque in regressione, per una migliore valutazione ecologica degli habitat antropizzati e naturali come anche nei confronti dell'educazione ambientale.
Relativamente a quest'ultimo campo, le orchidee si sono rivelate un importantissimo strumento didattico, perché attraverso esse si evidenziano con grande facilità aspetti della biologia riproduttiva, evolutiva e coevolutiva in forma chiara e comprensibile per l'età scolare.
Altro aspetto che può avere implicazioni di carattere anche economico di rilievo, consiste nel fatto che molte orchidaceae europee, che finora non sono state prese in considerazione per un'eventuale introduzione nella fioricoltura moderna a causa di difficoltà legate alla riproduzione e alla coltivazione (micorriza e correlazione specie specifica con gli insetti impollinatori), oggi possono essere micropropagate e coltivate con tecniche (nutrizione diretta con unità monosaccaridi) che permettono la sopravvivenza delle piantule fino a quando non avviene l'infezione ad opera della specie fungina micorizogena.
Ciò comporta che molte delle nostre orchidee sono, almeno potenzialmente, coltivabili anche a scopo ornamentale come già avviene per molte altre specie terricole europee ed asiatiche di cui già esiste un mercato limitato agli appassionati, ma certamente non trascurabile.
Per altro, le stesse tecniche di riproduzione possono trovare utile impiego nella protezione del patrimonio biogenetico orchidaceo che, sebbene notevole, con le rapide trasformazioni che interessano l'agricoltura (meccanizzazione agricola, impiego di erbicidi, anticrittogamici, e insetticidi) e con la degradazione e la scomparsa degli ambienti naturali (luoghi umidi) e seminaturali (pascoli), sono da considerare in regressione.
Quanto premesso riguarda direttamente anche la Sicilia il cui contingente orchidaceo è costituito di 65 specie ripartite in 16 generi, cioè metà di quelle italiane con vari elementi di grande interesse fitogeografico perché endemici o rari.
Per il territorio dell'isola si dispone di discrete conoscenze per quanto attiene alla tassonomia (BAUMANN H., KUNKELE S.,1982; 6IVONA., 1813; D'AFRICA ., 1944;
DANESCH E., DANESCH O., 1969; 1972; DEL PRETE C., 1978; 1984; DEL PRETE et al., 1982; LojACONO POJERO, 1909; MAZZOLA et al., 1981; MAZZOLA., 1984; NELSON., 1962; TUTIN et al., 1980), ma rispetto alla biogeografia della famiglia sono necessarie verifiche.
Tenendo conto di queste premesse, la mia tesi riguarda la verifica del contingente orchidaceo nel territorio delle Madonie per quanto attiene a distribuzione, ecologia e soprattutto stato di conservazione dei taxa, compresi quelli critici e rari o endemici.
Ciò, con lo scopo di colmare almeno parte delle lacune in un territorio di grande interesse biogeografico sottoposto a vincoli protettivi come il Parco delle Madonie e di fornire dati utili per la conservazione del patrimonio biogenetico oltre per la divulgazione e l'educazione ambientale e per eventuali altri fini pratici.
I risultati della mia ricerca e il relativo criterio di indagine sono presentati di seguito preceduti da un inquadramento generale della famiglia in questione.
Generalità
La famiglia delle Orchidaceae comprende, secondo WHITNER (1974) oltre 1.000 generi e circa 20.000 specie, numero che da altri è elevato a circa 35.000 e da altri ancora ridotto a non più di 12.000. Indipendentemente dalle tendenze jiordaniane estensive (splitting) o riduttive (lamping) dei tassonomi, la famiglia, congiuntamente a quella delle Poaceae e delle Compositae, è giustamente considerata come la più vasta del regno vegetale (CRONQUIST, 1981).
Essa è caratterizzata nell'ambito di ciascuna specie, da una estrema variabilità e ciò la rende particolarmente interessante sotto l'aspetto biologico ed evolutivo, ed affascinante per la bellezza e la peculiarità dei fiori e per le strategie riproduttive specializzate come in nessun altro gruppo vegetale.
Le orchidee sono diffuse soprattutto nei paesi tropicali di tutto il mondo, ma la loro massima concentrazione si riscontra nella regione malese, esattamente nella penisola lndocinese - dove per l'estrema diversità di forme e la ricchezza di generi e specie si ritiene abbia avuto origine la famiglia, circa 130 milioni di anni fa staccandosi dal gruppo ancestrale progenitore comune alle Liliaceae.(RENZ, 1972).
Le orchídaceae sono piante erbacee talora molto sviluppate a portamento cespuglioso e più o meno lignificate.
Esse presentano una grande varietà di adattamenti in buona parte in rapporto con la diversità degli ambienti, che hanno conquistato.
Si hanno infatti piante saprofite, terrestri, epifite e raramente semiparassite.
Questa diversità si identifica con variazioni su un tema che in fondo è molto semplice e costante.
La ramificazione nelle orchidee saprofite e terrestri è generalmente simpodiale.
Nelle orchidee epifite si riscontrano rappresentanti con ramificazione monopodiale e simpodiale.
L'apparato radicale è formato da radici avventizie, in alcuni casi esse sono trasformate in assiali (Neottía, Lístera cordata).
Nel genere Orchís le radici sono tuberificate sormontate da radici secondarie.
Nelle specie epifite esse sono verdi per la presenza di clorofilla, o bianche perché contengono aria nel tessuto chiamato velum, in Phalaenopsis sono nastriformi. Alcune specie saprofite Corallorhiza non hanno radici.
Il fusto quando è sotterraneo, forma un rizoma che può essere più o meno carnoso e tuberificato; esso è talvolta molto ramificato e si trasforma in un groviglio di filamenti che assumono la funzione di assorbimento (Corallorhíza).
I fusti aerei lianosi possono raggiungere considerevole lunghezza (Epipendrum, Vanilla) e spesso sono provvisti di rigonfiamenti tubercolati che hanno funzione di riserva d'acqua.
Le orchidee presentano foglie sessili e guainanti (Orchis), meno frequentemente picciolate e generalmente distiche, molto raramente stipolate.
Alcune specie autotrofe sono sprovviste di foglie (Polyrhíza) in questo caso vengono dette afille e la fotosintesi viene svolta dalle radici o dai fusti.
Le specie epifite e lianose posseggono numerose radici aeree molto sviluppate.
Alcune orchidee hanno dei cicli comprendenti due fasi, l'una fiorifera, afilia o solamente con delle foglie ridotte a scaglie come in Colchícum, l'altra fogliosa, vegetativa.
Le infiorescenze delle orchidee, tranne nei casi in cui non sono uniflore come nel Cypripedium, sono delle spighe o dei racemi semplici talvolta molto sviluppati (4 metri in Renanthera lowí Rchb.f.) più o meno densi.
L'asse è carnoso e simile ad uno spadice. I fiori sono ermafroditi, raramente unisessuali.
Essi sono sempre zigomorfi e subiscono normalmente una torsione dell'asse fioraie di 180" (resupinazione) raramente di 3600 (Malaxis).
Malgrado tali modifiche la struttura fioraie è quella tipica dellemonocotiledoni.
Il perigonio è formato da due verticiiii costituiti da sei parti (divisioni perigoniali o tepali): le tre divisioni esterne, i sepali, corrispondono al calice e sono poste due in posizione laterale esterna (sepali esterni) e la terza superiormente (sepaio superiore o mediano). Le divisioni interne, i petali, sono disposte alternatamente alle precedenti, due sono laterali, la terza posta generalmente in posizione inferiore, ha forma diversa e dimensioni maggiori e prende il nome di labello. Esso può avere forme molto varie secondo i diversi generi, può essere intero o trilobo, diviso in due parti da una strozzatura mediana, una superiore (ipochilo) ed una inferiore (epichilo).
Il labello può essere provvisto di caliosità basali, il lobo mediano può essere munito all'apice di un'appendice (apicolo) e portare sulla sua superficie disegni vari che nel genere Ophrys prendono il nome di speculum.
in molti casi la parte posteriore del labello si prolunga in un canale a fondo cieco con funzione di nettario, lo sprone.
L'androceo è formato da cicli di stami ma è sempre incompleto; infatti non vi sono mai più di due stami fertili salvo rare eccezioni.
La parte fertile è in alcuni casi io stame dispari del ciclo esterno con due staminodi laterali come in Epipactis, Orchis, in altri casi sono i due stami pari del ciclo interno con un staminodo mediano del ciclo esterno come in Cypripedíum.
Gli s taminodi sono generalmente molto ridotti ed hanno la forma di piccole verruche, gli altri stami sono quasi sempre assenti tranne i rarissimi casi in cui si possono avere fino a cinque starni (Arundina pentandra Rchb. f.) ma lo stame posteriore manca sempre. Gli stami sono sessili.
Le antere sono biloculari e con largo connettivo, l'estremità inferiore è collegata con il retinacolo, ghiandola alla quale si attaccano le masse polliniche, i pollinii, e con una tasca membranacea che contiene il retinacolo stesso.
Il polline di solito è ammassato compattamente nei pollinii che si prolungano in una coda detta caudicola che è in contatto con la sostanza viscosa del retinacolo.
I pollinii possono essere isolati o uniti nel retinacolo, i granuli sono generalmente disposti in tetradi, le antere sono caduche cioè cadono dopo che sono stati tolti i pollinii.
Il gineceo supera spesso il punto di inserzione del perianzio e forma la colonna del ginostemio. Essa è costituita da tre stigmi sessili dei quali quello centrale è sterile e atrofizzandosi forma il rostello.
Nelle orchidaceae con due stami fertili (Cypripedium) manca il rostello e i tre stigmi sono fertili. Il gineceo è formato da sei carpelli (tre sterili e tre fertili), è uniloculare o raramente triloculare con tre piacente parietali o assiali. Esso è sempre infero, contiene ovuli molto piccoli e unitegumentati che hanno uno sviluppo molto lento.
Il frutto è una capsula deiscente per fessure longitudinali, contiene un gran numero di semi (fino a 60 mila in Dactylorhiza) leggerissimi (quelli di Dendrobium attenuatum pesano 0,005 mg) e dotati di un embrione privo di radici e raramente con un cotiledone preformato e sono inoltre privi di albume.
Alcune orchidee posseggono fiori molto differenti nella stessa infiorescenza addirittura producono fiori di diversa forma in anni successivi. Come conseguenza si
ha che alcune di esse hanno ricevuto due nomi diversi prima che si riconoscesse la loro vera identità.
Le orchidee hanno polline binucleato che si forma abitualmente per divisioni simultanee. Il sacco embrionale è bisporato ed ha quattro nuclei.
Quasi tutte le orchidee terrestri, tranne le ofridee, hanno un nucleo provvisto di un reticolo più o meno sviluppato con o senza cromocentri.
Le orchidee epifite e le liane posseggono nuclei a reticolo cromatinico molto leggero o quasi assente.
Per quanto riguarda i numeri cariologici' essi sono molto variabili: infatti sono noti valori compresi tra n=7 ed n=50, nelle orchidee nostrane n assume frequentemente i valori di n=18 e n=21.
I valori di 2n variano da 20 fino oltre 100, in Ophrys, si ha spesso il valore 2n=36, in Orchis 2n=36, 42. Ciò tuttavia non è la norma essendo molto frequente la polipioidia e la aneupioidia.
In Dactylorhíza 2n assume valori compresi tra 40 e 120 e l'aneupioidia è la norma.
Per quanto riguarda altri generi sono noti Cyprípedium n=l 1, Himantoglossum n= 1 2.
Dal punto di vista anatomico le orchidee sono interessanti soprattutto per le loro radici aeree con la parte corticale esterna differenziata nel velum le cui cellule esterne sono aerifere. Il velum è proprio delle Orchidaceae epifite, tuttavia in alcune specie terrestri come Spírantes australis questo tessuto assume funzione respiratoria e di assorbimento dell'acqua.
Il velum è separato dalle parte più interne dall'endoderma.
Le cellule epidermiche hanno contorni sinuosi. Gli stomi non presentano cellule annesse, cellule ricche di muciliagini sono presenti in tutti gli organi delle specie epifite, in quelle terrestri solo negli organi di riserva.
I tuberi delle orchidee sono costituiti nella parte superiore da tessuti caulinari e radicali concrescenti, le parti media e inferiore sono costituite da una sola radice avventizia con struttura polistelica.
I tuberi palmati derivano da una sola radice polistelica più o meno lobata. I nuovi tuberi si formano tutti gli anni all'ascella di brattee.
Il principale elemento che distingue le orchidee dalle altre Monocotiledoni affini (Liliíflorae) e che rappresenta anche il fattore evolutivo determinante per il successo della famiglia in esame, è il ginostemio.
Questa struttura in stretta relazione con l'altro elemento fioraie di grande piasticità, il labello, consente il ripetersi del meccanismo di impollinazione in un gran numero di piccole varianti fondamentali per i processi coevolutivi fra orchidee e pronubi.
L'interdipendenza di questi processi è tale che a ciascuna specie impollinata corrisponde sempre una sola specie impollinatrice, in modo che questa funga da perfetto mediatore tra le antere che liberano il polline e lo stimma che lo riceve. In particolare, il pronubo nel visitare il fiore, si carica delle masse polliniche che aderiscono generalmente al suo capo, mediante i viscidi.
Le masse polliniche vengono cedute al fiore successivamente visitato e precisamente alla base del ginostemio in esatta corrispondenza della camera stigmatica. A tali operazioni i pronubi vengono indotti da una serie di stimoli di varia natura ai quali, rispondono consequenzialmente sebbene non sempre ne traggano effettivo vantaggio, anzi ne restano spesso danneggiati.
Ciò è quanto avviene nel caso del genere Ophrys che è uno dei maggiori rappresentanti nostrani della famiglia.
L'orchidea attrae l'insetto impollinatore simulando nella forma e nel colore la femmina della stessa specie, che ne viene attratto e stimolato all'accoppiamento. L'impulso è rafforzato dall'emissione di sostanze odorifere di elevata affinità con i feromoni femminili propri della specie. Le secrezione odorose comprendono una vasta gamma di essenze: dal profumo della citronella e del geranio al lezzo caprino, a secondo che l'impollinatore sia una farfalla diurna o un'ape, o piuttosto un tafano o una mosca carnaria.
I maschi dei pronubi, appena usciti dal periodo di inattività invernale e risvegliatisi per primi, si mettono in cerca delle femmine il cui ritardo dura più a lungo. Le piste odorifere provenienti dalle orchidee già sbocciate eccitano il pronubo e lo guidano verso il fiore. Il pronubo si posa sul labello e incomincia a muoversi come se il fiore fosse un'altro insetto, con questo tentativo di accoppiamento viene a contatto con i corpi adesivi delle masse polliniche delle orchidee, che si attaccano al suo capo e vengono così trasportati su un'altra pianta. Le masse polliniche subiscono una fiessione di 90' in avanti in quanto la sostanza viscosa esposta all'aria si rapprende e i due filamenti che sostengono i pollini si contraggono flettendosi, questa fiessione rende più facile l'incontro con lo stimma di un'altra pianta e quindi si attua la fecondazione.
Questo meccanismo di impollinazione mediante pseudocopulazione fu descritto e interpretato correttamente da CORREVON e POUYANNE (1 916) per Ophrys cíliata e la vespa scavatrice Compsoscolia ciliata. L'articolo suscitò immediatamente reazioni di sdegno per le oscenità formulate nei confronti di quanto più puro esistente in natura. L'articolo rimase ignorato fino al dopoguerra quando, lo zoologo svedese KULLENBERGER (1961) fornì una nuova descrizione dettagliata dell'argomento, sulla base di una considerevole quantità di dati impostati statisticamente sul comportamento delle visite degli insetti del genere Andrena, Gorytes, Eucera nei confronti di varie specie del genere Ophrys.
L'impollinazione nelle vistose orchidee tropicali può implicare pronubi come uccelli (colibri) e altri animali superiori di piccole dimensioni, ma gli impollinatori più frequenti sono sempre gli insetti.
Accurati studi di DODSON e FRYMIRE, (1961) DODSON, (1967) DRESSLER, (1967) e di altri autori hanno messo in luce un meccanismo diverso dalla pseudocopulazione, basato su un comportamento di tipo "lek". Tale comportamento che è stato inizialmente indicato per alcune specie di uccelli tropicali nel nostro caso riguarda i maschi delle Eu lossíne, un gruppo di farfalle tropicali vistosamente colorate che si nutrono di nettare. Le femmine di queste api raccolgono il nettare ma anche il materiale per la costruzione del nido al quale rimangono strettamente legate.
I maschi visitano comunemente i fiori di orchidee e di altre piante che non producono nettare, polline, né altro cibo; essi sfiorano la superficie delle orchidee con speciali cuscinetti posti sulle zampe anteriori, si librano in aria e conservano il materiale raccolto in speciali cavità delle zampe posteriori e quindi ripetono l'operazione che si protrae anche per ore.
Dall'esame cromatografico il materiale raccolto è stato identificato come responsabile della fragranza delle orchidee con cui questi insetti attraggono i maschi della medesima specie, con il risultato della formazione di un piccolo sciame composto normalmente di cinque individui. Le femmine sono attratte per l'accoppiamento dalla associazione dei vistosi colori.
Il comportamento di tipo "iek" è stato riscontrato anche negli impollinatori di alcune specie mediterranee di Orchídaceae e precisamente in Orchis papilíonacea.
La pseudocopulazione e il comportamento "iek" favoriscono evidentemente l'allogamia, anche se l'autoimpollinazione non è rara specialmente nelle orchidee europee. Un caso particolare riguarda Ophrys apífera. In questa specie, distribuita in tutta Europa nelle parti meridionali dell'areale, quando la visita del pronubo non è effettuata in tempo, i pollinii si essiccano alla base e le masse polliniche entrano direttamente nella cavità stigmatica del fiore.
L'autoimpollinazione è la norma nell'Europa settentrionale dove manca l'insetto impollinatore.
I meccanismi sopra descritti garantiscono l'isolamento delle varie popolazioni di orchidee e conseguentemente i processi microevolutivi, che dipendono dalla loro efficienza e dall'elevata specificità. Il mancato funzionamento di questo meccanismo avrebbe conseguenze facilmente desumibili, dato che le ibridazioni a livello di specie, di generi, rappresentano "incidenti" del tutto normali.
Il seme delle orchidee è privo o quasi di albume, non contenendo sostanze nutritive ha scarsissima probabilità di sopravvivere dopo la germinazione. Fattore indispensabile perché ciò avvenga è la presenza nel terreno di un fungo microscopico del genere Rizoctonia, che instaura un rapporto di simbiosi (micorriza) con l'apparato radicale delle orchidee. La penetrazione all'interno delle radici è dovuta ad una vera e propria fagocitosi o digestione da parte del micelio, presente nel terreno, dell'embrione in via di sviluppo. La presenza del micelio all'interno delle cellule, fornisce al seme le sostanze nutritive necessarie e ne favorisce lo sviluppo aumentando la concentrazione della linfa mediante la trasformazione dell'amido in piccole molecole di zucchero che sono meglio trasportabili in tutte le parti della piantuia.
Lo sviluppo del micelio all'interno delle radici è limitato ad un ben determinato grado, oltre il quale viene distrutta la quantità eccedente ad opera di un principio fungicida prodotto dall'orchidea stessa.
Questo micotrofismo nella maggior parte delle orchidee nostrane è indispensabile soltanto fino alla formazione di un piccolo tubero, poi lo sviluppo può procedere anche in assenza del michlio; alcune specie Limodorum, Neottia, ne hanno invece necessità per tutta la loro esistenza.
Il micotrofismo è comunque necessario alla germinazione soltanto in natura; sperimentalmente ponendo i semi in apposite soluzioni, si hanno percentuali di germinazione identiche o addirittura maggiori di quelle di semi posti in presenza dell'adatto micelio. Tuttavia si è accertato che il fungo stimola e facilita l'accrescimento della giovane piantina.
Secondo CRONQUIST (1 981) i più grandi generi delle orchidee sono: Dendrobium e Bulbophyllum, con circa 1500 specie, Pleurothallís con circa 1 000 specie, Epídendrum con circa 800 specie. Questi generi sono tutti tropicali, epifite, membri della sottofamiglia Orchidoideade. Le Orchidaceae comprendono tre ben distinte sottofamiglie di ineguale grandezza.
Le Apostasioideae hanno solo due generi, Apostasía e Neuwíedia. Presentano due o tre stami, tutti i tre lobi dello stimma ugualmente sviluppati senza rostello. I granuli pollinici non sono aggregati nei pollinii, il perianzio è quasi regolare, piacentazione assiale, la colonna dello stilo è corta, la parte libera dello stilo è molto lunga.
Le Cypripedioídeae hanno quattro generi, Cyprípedium, Paphiopedilum, Phragmipedium e Selenipedium. Presentano perianzio molto irregolare, piacentazione parietale, la colonna
dello stilo molto lunga, la parte libera dello stilo corta, i granuli del polline sono adesivi tendenti ad unirsi irregolarmente.
Tutti i restanti generi appartengono alle Orchidoideae, ma molti autori distinguono anche le sottofamiglie delle Neottioideae e Kerosphaeroideae. Queste presentano uno stame, un lobo dello stimma modificato a rostello, granuli del polline in tetradi e aggregati nei pollinii, il perianzio molto irregolare, piacentazione parietale.
Le orchidee hanno una distribuzione cosmopolita, sono presenti in tutti i continenti, ad eccezione delle zone polari e delle grandi aree desertiche.
Nelle zone tropicali, le orchidee sono epifite vivono sui tronchi e sui rami degli alberi, allontanandosi dalle regioni tropicali, sia verso nord che verso sud, le epifite spariscono per lasciare il posto alle geofite. Nelle regioni temperate dove le stagioni calde e asciutte si alternano con quelle più fredde ed umide, le orchidee manifestano adattamenti ottimali degli organi sotterranei grazie ai quali non solo sono in grado di sopportare il variare delle condizioni ambientali, ma possono colonizzare gli ambienti più diversi.
Le specie terrestri si incontrano perciò dal livello del mare fino ad elevate altitudini evidentemente a secondo i luoghi troviamo specie diverse.
Molte nostre orchidee crescono in luoghi ombrosi e freschi, altre in luoghi asciutti, altre ancora nei prati, riescono a vivere ovunque tranne nei luoghi dove il terreno è conciliato. La conciliazione probabilmente impedisce la vita del fungo, indispensabile per la germinazione dei seme.
Troviamo orchidee anche in ambienti dove la vegetazione stenta a crescere, come nei pascoli, infatti il pascolo purché non sia eccessivo favorisce la crescita e la diffusione delle orchidee, questo perché impedisce la crescita di erbe che potrebbero soffocare le orchidee stesse. Troviamo orchidee anche in ambienti paludosi e umidi.
Per le orchidee terrestri, più adattabili e meno vistose delle epifite tropicali, il bacino del mediterraneo è un polo dal quale si sono diffuse la gran parte delle specie europee.
La grande diffusione delle orchidee in tutto il mondo è dovuta alla capacità di adattamento alle più svariate situazioni ecologiche. Ciò che rimane problematico è la distribuzione di alcune entità generiche in aree vastissime come Orchis s.1. presente in tutto l'emisfero settentrionale (cfr. MEUSEL) 0 Dendrobium e Bulbophillum piante tropicali (CRONQUIST, 1981).
Per questi aspetti vengono chiamati in causa meccanismi a breve e lungo raggio (WITHNER, 1974).
Il primo meccanismo sarebbe responsabile dell'occupazione di vaste aree nei tempo e della continuità distributiva.
Il secondo sarebbe importante per l'occupazione di aree caratterizzate da scarse competizioni. A tai proposito si ricorda che le orchidee contengono numerose specie pioniere. Un esempio di dispersione a lungo raggio è data dalla ricolonizzazione del vulcano Kracatoa, trenta anni dopo la catastrofe che sterilizzò l'isola distruggendone i 3/4, questo territorio comprendeva nella sua nuova flora oltre trenta specie di orchidee (WITHNER, 1974).
Delle Orchidacee siciliane, il solo genere parassita è Limodorum che nel distretto fioristico siculo è rappresentato da L. abor-tívum e L. trabutianum, quest'ultimo riscontrato finora solo a Pantelleria (RENZ, 1972). Inoltre, Neottía nidus-avis è saprofita. Le rimanenti sono tutte geofite. Si tratta di piante adattate a una grande varietà di ambienti, ma a livello specifico denotano certe esigenze in fatto di ecologia. Infatti, una buona parte è legata ai substrati carbonatici, mentre alcune sono piuttosto intolleranti nei confronti del calcio. Fra le prime rientrano tutte le specie del genere Ophrys e parte del genere Orchis (O. commutata, 0. brancifortíí), oltre ad Anacamptis e Himantoglossum. Fra le apparentemente acidofile, Orchís províncialís, Dactylorhiza markusii e D. latífolia nell'isola si comportano da calcifuche obbligate. Agli ambienti umidi, i "margi", sono legate D. saccifera, Orchis laxiflora ed Epipactis palustris (scoperta molto recentemente sulle montagne delle Caronie). Fra le ubiquiste si ricordano Barlia robertiana e le specie del genere Serapias.
Complessivamente nel distretto fioristico sicuro (Malta inclusa) sono presenti 16 generi di Orchidaceae comprendenti 70 specie. Esse rappresentano un terzo dell'intero contingente europeo e mediterraneo che annovera poco più di 200 specie, una frazione ragguardevole, specialmente se posta in relazione all'estensione dei territori.
I generi maggiormente rappresentati sono Ophrys e Orchis con 20 e 13 specie rispettivamente. 5 specie del genere Ophrys (O. pallída, 0. lunulata, 0. oxyrrhynchos, 0. lacaitae e O. mirabílis) endemiche del settore sicuio e una (O. melítensis) del settore maltese.
Inoltre, 0. sphegodes subsp. panormitana è endemica centro-mediterranea. In seno al genere Orchís, 0. commutata è endemica siciliana e 0. brancífortií siculo-sarda. Altra espressione fitogeografica di rilievo nelle isole maltesi è Anacamptis urvilleana, endemica esclusiva, che rappresenta forse una specie ancestrale dimenticata (DEL PRETE et al., 1984) e per questo inclusa in A. pyramidalis. Inoltre, varie entità sono ai limiti distributivi; fra queste Limodorum trabutianum, segnalato da RENZ (1972) per Pantelleria è ai limiti orientali del suo areale e rappresenta forse una recente penetrazione della flora nordafricana.
Per quanto riguarda gli aspetti distributivi ed ecologici delle orchidee siciliane, gli habitat elettivi di molte specie di Ophrys e Orchis, sono oliveti abbandonati, mandorieti, pinete, pascoli, garighe, macchie e margini di strade.
Mentre Limodorum, Epipactis, Listera, Plantanthera, Dactylorhiza, preferiscono gli ambienti boschivi o i luoghi umidi. Da quanto esposto l'isola si configura come uno dei più importanti fra i centri di differenziazione tassonomica dei generi Ophrys e Orchís essendo una delle zone più ricche di specie dei loro areali (cfr. MEUSEL et al., 1965). Per questa ragione e per il numero di altre entità che sono presenti nell'area le orchidee siciliane sono certamente fra le più studiate di tutto il contingente europeo. Infatti oltre ad essere note fin dall'antichità esse furono illustrate e descritte già da CUPANI (1696-7; 1713) e successivamente studiate da BIVONA-BERNARDI (1813), TODARO (1842), TINEO (1846), PARLATORE (1837, 1838) LOJACONO (1909), ed altri ai quali si devono le basi delle conoscenze tassonomiche e distributive utilizzate anche oggi ampiamente dagli specialisti del settore, sia per l'isola che per l'intero mediterraneo (cfr. D'AFRICA, 1942; CAMUS, 1929; KELLER e SCHLECHTER, 1925, 1940; NELSON, 1962, 1968, 1976; DANESCH e DANESCH, 1969, 1972; SUNDERMANN, 1980; BUTTLER, 1986; DEL PRETE 1984).
3. LE ORCHIDACEAE DELLE MADONIE
Fonti e metodi
La mia indagine è stata avviata nell'ottobre 1993 e si è conclusa nel giugno 1995. Essa è stata condotta su basi di verifiche effettuate in erbari e in campo oltre che letterarie.
Gli erbari consultati sono quelli del Dipartimento di Scienze botaniche del]' Universita di Palermo (PAL), e quello dell'Erbario di FRANCESCO MINA' PALUMBO conservato a Castelbuono. Quest'ultimo comprendente circa 100 specimina di orchidacee delle Madonie ha il particolare interesse di contenere l'intera flora delle Madonie e di essere stato di base per i lavori ottocenteschi sulla flora locale, specialmente quelli di TINEO, TODARO, GUSSONE, PARLATORE, STROBL e LOJACONO POJERO (MAZZOLA, 1987). L'Erbario palermitano, ricco di oltre 1.000 campioni di provenienza siciliana, comprende anche i tipi nomenciaturali delle entità siciliane di maggior interesse fitogeografico.
Dalla letteratura sono stati presi in considerazione sia dati recenti che storici. Relativamente a questi ultimi, le opere consultate sono quelle di CUPANI (1696-1697), BIVONA (1813), (GUSSONE (1842-1844), TINEO (1846), STROBL (1878-1887) e LOJACONO POJERO (1888-1909), utili per i dati sulle stazioni classiche, per informazioni di carattere storico e soprattutto per le diagnosi originali delle entità siciliane di maggior interesse fitogeografico. Da numerosi contributi più recenti in massima parte risalenti' agli ultimi trent'anni (cfr. RAIMONDO e RossiTTo,1984; WILLING et WILLING, 1977; 1985), dei quali i riferimenti vengono di volta in volta citati nel testo, ho utilizzato preminentemente dati distributivi accettandoli in fede agli autori. I dati provenienti dalla letteratura e dagli erbari storici sono stati invece sottoposti a verifica in campo. Tale verifica, unicamente alla raccolta di nuovi dati sono state effettuate nel corso di escursioni svoltesi con periodicità quindicinale nei periodi ottobre 1993 - luglio 1994 e ottobre 1994 - giugno 1995, rispettando un programma che ha previsto l'esplorazione delle aree di bassa quota nei mesi invernali con una progressione verso l'alto fino alle alte Madonie con l'avanzare della stagione primaverile e di quella estiva. L'area indagata corrisponde al territorio incluso entro i confini tradizionalmente attribuiti alle Madonie, che sono i fiumi Pollina e lmera settentrionale rispettivamente a est e a ovest, il Tirreno e '1 confini comunali delle Petralie di Castellana e Polizzi rispettivamente a Nord e a Sud.
Nell'ambito dell'area ho selezionato percorsi predeterminati in relazione alla tipologia ambientale identificata, su basi esclusivamente fisionomiche, come segue: - Pascoli: praterie e garighe su calcare o su substrati non carbonatici specialmente nella parte superiore del territorio. - coltivi abbandonati: uliveti e frassineti nella zona collinare specialmente nei territori di Castelbuono, Pollina e Collesano; - macchie: formazioni a Cistus, Pístacía lentiscus, Myrtus communis, ecc. su substrati non carbonatici; formazioni a Euphorbia dendroides, E. rigida, Calicotome spínosa, Ampelodesmos maurítanícus, ecc, su substrati carbonatici. Sono diffuse in tutta la parte collinare e litoranea.
- lecceti: su vari substrati nei territori di Castelbuono, 1snello, Geraci;
- Sugherete: dalle basse quote fino a 1 000 m su substrati non carbonatici; nei territori di Cefaiù, Pollina, Castelbuono, Geraci, Collesano;
- Castagneti; su substrati non carbonatici nei territori di Castelbuono, Geraci, Collesano, Petralia;
- boschi misti: formazioni a Quercus pubescens s. 1. e specie affini nonché formazioni della cosiddetta fascia colchica fra 500 e 1200 m nei territori di Castelbuono e Petralia;
- faggeta: nel territorio montano al di sopra di 1300 m;
- rimboschimenti: boschi artificiali a conifere in tutto il territorio;
- - noccioleti: nel territorio di Polizzi Generosa.
Nel corso dei rilevamenti ho annotato i dati stazionali relativi alle specie censite e per ognuna di esse, oltre alla documentazione fotografica (indispensabile nel caso delle orchidacee) ho effettuato significative raccolte. Gli specimina, sono stati preparati e depositati presso il Museo FRANCESCO MINA PALUMBO di Castelbuono. Doppioni sono trovano anche nell'erbario del Dipartimento di Scienze Botaniche.
Per la determinazione tassonomica del materiale raccolto mi sono avvalso delle opere monografiche e dei rispettivi corredi fotografici e iconografici di BAUMANN (1982), DANESCH e DANESCH (1969; 1972), NELSON (1962; 1968;1976) e di DEL PRETE e Tosi (1988); Di particolare utilità mi sono state anche le splendide tavole inedite dell'iconografia di MINA' PALUMBO, disponibili in copie fotografiche presso il Museo di Castelbuono. Per i casi critici sono state utili anche le diagnosi degli autori storici e i confronti diretti con gli exsiccata dei succitati erbari di Palermo e Castelbuono.
I dati raccolti sono stati computerizzati. Le schede sintetiche delle entità censite comprendono: AREALE con il riferimento all'elemento fitogeografico e alla presenza in Italia; DISTRIBUZIONE LOCALE con il riferimento alle stazioni visitate e ai relativi exsiccata, ad eventuali altri Specimina storici e ai Dati letterari; ECOLOGIA con riferimento alla tipologia riportata sopra; FENOLOGIA: con riferimento all'epoca di fioritura. L'ultima voce, STATUS, si riferisce allo stato di conservazione secondo le definizioni e la nomenclatura IUCN (1978) che si riportano di seguito: - Estinta (Ex): entità non più rinvenuta dopo ripetute ricerche nelle stazioni ove era nota;
- danneggiata (E): entità, in pericolo di estinzione, la cui sopravvivenza è improbabile se non cessano le cause che ne hanno determinato l'attuale situazione. In questo gruppo sono incluse anche quelle entità il cui numero di individui è ridotto a livelli critici o i cui habitat sono stati così drasticamente contratti da trovarsi in una situazione di immediato pericolo di scomparsa; - vulnerabile (V): entità che potrebbe essere inserita nella categoria precedente se non cessano le cause che l'hanno portata alla situazione attuale. Il gruppo comprende entità le cui popolazioni hanno subito una forte riduzione per eccesso di sfruttamento, distruzione estensiva degli habitat o per altre alterazioni ambientali; entità le cui popolazioni sono state seriamente sfruttate e la cui sopravvivenza non è assicurata; entità con popolazioni ancora abbondanti ma minacciate in tutto il loro areale da gravi fattori avversi; - rara (R): entità al presente non danneggiata o vulnerabile ma che è esposta a questo rischio. In questa categoria rientrano entità localizzate entro aree o ambienti geograficamente ristretti o anche diffuse in areali molto vasti ma con popolazioni numericamente molto limitate;
- non minacciata (NT): entità che attualmente non corre pericolo. Questa categoria comprende specie endemiche o rare nel Mediterraneo in quanto al limite del proprio areale.
Di seguito, preceduta da alcuni cenni storici, fornisco l'analisi complessiva delle orchidacee madonite basata sui dati raccolti. A tale analisi annetto l'elenco fioristico secondo la nomenciatura e l'ordine sistematico di DEL PRETE e Tosi (1988) e la descrizione dei caratteri tassonomici delle entità di particolare significato fitogeografico per il territorio studiato.
Le prime notizie sulle orchidacee siciliane si trovano neli"'Hortus Catholícus" del CUPANI (1 696-1697). L'illustre botanico ve le inserì basandosi in gran parte su specimina speditigli dal farmacista Castelbonese LEONARDO PIRAINO che era un suo corrispondente e raccoglitore. Per quanto riguarda i riferimenti successivi, non è certo che UCRIA (1 789) abbia mai visitato le Madonie; è piuttosto probabile che le numerose citazioni riferite al territorio siano desunte proprio dallo stesso CUPANI (cit.), dato che ripetono i medesimi errori commessi da quest'ultimo. L'esempio più significativo riguarda Gymnadenía conopsea, specie assente sulle Madonie e in tutta l'isola, che nell' "Hortus Catholicug' è riportata fide PIRAINO e che viene data come entità siciliana dalla maggior parte dei fioristi anche recenti (FIORI, 1923; Tutin et al., 1980). Dopo quelle di Piraino, le prime significative raccolte madonite furono effettuate da FRANCESCO MINA PALUMBO che spedì exsiccata a TINEO (conservati nell'Erbario di Palermo), GUSSONE, TODARO (1 842), (1842-1843) e a PARLATORE (i 858), e consentì a STROBL (1878) e a LOJACONO (1908) di utilizzare il materiale del suo erbario per la redazione delle loro Fiore, rispettivamente nebrodense e siciliana. A MINA PALUMBO, dunque, si deve la massima parte delle notizie fornite dalla letteratura fino a quanche decennio fa. Gli studi più recenti (RIGGIO E MAZZOLA, 1976; MAZZOLA et al., 1981; MAZZOLA e DEL PRETE, 1983; MAZZOLA, 1984; MAZZOLA et al., 1982) prendono in considerazione aspetti tassonomici, cariologici e distributivi delle orchidacee madonite ma si riferiscono solo a parte di esse.
Caratteri delle Orchidaceae madonìte
Come risulta dall'elenco floristico e dalle schede, nel territorio delle Madonie risultano presenti 16 generi comprendenti 51 entità intrageneriche. Di queste, 47 sono di rango specifico, 2 delle quali in 2 sottospecie; 2 sono notospecie. I generi più rappresentati sono: Ophrys con 15 specie, di cui una in 2 sottospecie, e un ibrido interspecifico; Orchis con 10 specie e un ibrido interspecifico; Serapias con 4 specie; seguono Cephalanthera e Dactylorhíza, con 3 specie, ed Epipactís con 2 specie. I rimanenti sono presenti con una sola specie.
Delle entità censite, solo una, Dactylorhíza latífolía, è riportata solo in base a dati letterari e pertanto la sua presenza nel territorio, alquanto improbabile, richiede verifica. Inoltre nel novero non è inclusa Gymnadenía conopsea che, come ho evidenziato, era stata citata per errore.
Tutte le altre, in massima parte sono confermate sulle Madonie dalla mia diretta verifica oltre che da recenti segnalazioni di altri.
Di particolare interesse è il ritrovamento di alcune entità precedentemente non segnalate per le Madonie. Si tratta, in particolare, dei due taxa ibridi Ophrys x emmae e Orchís x gemmarii, ritrovati entrambi in località uniche. Il primo di essi è notoriamente raro mentre il secondo, pur essendo rappresentato da numerosi individui, si ritrova nella sola stazione madonita in cui coabitano le due specie parentali, per una delle quali, Orchis morto, si tratta di una conferma di indicazioni vecchie di oltre un secolo. Per altro, per questa specie il medesimo luogo rappresenta il limite distributivo occidentale in Sicilia. Di maggiore importanza è il rinvenimento di Ophrys pallida in una località, anche questa unica, nell'ambito di un frassineto. Questo nuovo ritrovamento, infatti, amplia l'areale della specie che era nota come endemica dell'entroterra di Palermo fino a Ficuzza e Termini lmerese. Rimarchevoli sono anche i dati su 0. lunulata che al carattere dell'endemicità esclusiva della Sicilia somma quello della rarità. Non meno rilevante è pure la presenza anche nel territorio in questione, di Ophrys mirabilis che, descritta recentemente come endemica siciliana, è rara e richiede la precisazione dell'areale.
Con tali rinvenimento, il contingente orchidaceo della flora madonita comprende nel complesso 8 entità endemiche, 4 delle quali (Orchis commutata, Ophrys. mirabilis, 0. pallida, 0. lunulata) esclusive siciliane. Delle rimanenti, Ophrys exaltata è espressione dell'endemismo siculo-calabro, 0. lacaitae e 0. sphegodes subsp. panormitana sono endemiche della Sicilia e dell'italia meridionale mentre Orchis brancífortíi è endemica di Sicilia e Sardegna. Per quanto riguarda le specie ad areale più ampio, 19 di esse sono stenomediterranee (cioè diffuse in territori prettamente mediterranei), 7 euri-mediterranee (con areale esteso a tutta l'Eurooa), 2 mediterraneo-atlantiche (Mediterraneo e coste atlantiche), 1 0 euro-asiatiche (areale mediterraneo e Asia).
E' interessante notare che la ripartizione delle specie in senso altitudinale è marcata. Infatti la presenza delle euroasiatiche (quali Neottia nidus-avis, Cephalanthera rubra, Dactylorhiza saccifera, Listera ovata, Epípactis helleborine) è limitata alle quote maggiori, mentre le stenomediterranee e le mediterraneo-atlantiche sono diffuse in tutto il territorio in dipendenza soprattutto dall'habitat e dal pH. Sotto quest'ultimo aspetto si individuano dipendenze distributive acidofile in Orchís provincialis e Dactylorhíza markusii, ma la massima parte delle orchidacee madonite è calcicola o indifferente ai carbonati.
Relativamente alla frequenza e allo stato di conservazione, a parte le rarità evidenziate sopra, Il popolamento madonita non sembra essere soggetto a particolari disturbi. Infatti, come è evidenziato nella classificazione UICN, la maggior parte dei taxa non risulta minacciata se non a causa della rarità a livello locale. Tuttavia, provvedimenti particolari per la conservazione dei taxa, ma soprattutto dei biotopi sarebbero necessari per le entità vulnerabili (V.) Ophrys mirabilís (fintanto che non se ne precisa l'areale), O. pallida, Orchis morio, 0. pauciflora. Inoltre nonostante la consistenza dei popolamenti, seri casi di regressione possono essere individuati per le specie legate all'habitat acquatico, ed in particolare per Dactylorhiza saccífera
Caratteri delle entità di maggior interesse fitogeografico
Chiave analitica per il riconoscimento
dei generi1
Piante senza foglie verdi, sostituite da squame o brattee vioiacee,
brunastre o giallognole
Labello provvisto di sperone Límodorum
Labello privo di sperone nettamente bilobato all'apice, coi lobi
divergenti, uniformemente bruno giallastro Neottia
1 Piante con foglie verdi ben sviluppate.
3 Labello provvisto di sperone.
4 Profondamente trilobo, con lobo centrale nastriforme, lungo da 4 a 7 cm Hímantoglossum
4 Labello mai come sopra.
5 Labello intero, fiori bianchi o verdognoli, labello verso il basso con sperone lungo e sottile Platanthera
5 Labello ± profondamente lobato.
6 Labello provvisto alla base di due lamelle Anacamptis
6 Labello sprovvisto di lamelle.
7 Sperone breve (1 -2 mm), labello decisamente trilobo o trifido con lobo centrale subequale o più lungo dei laterali Neotinea
7 Sperone più lungo.
8 Brattee fiorali molto più lunghe dell'ovario, le inferiori generalmente più lunghe dell'intero
fiore Dactylorhiza
8 Brattee fiorali più corte o poco più lunghe dell'ovario Orchís
3 Labello privo di sperone.
9 Fiori molto piccoli (lunghi al massimo 6-7 mm) bianchicci, in infiorescenza spiralata
Spiranthes
9 Fiori più grandi in infiorescenza mai come sopra.
10 Labello convesso, peloso o vellutato, simile all'addome di un insetto
Ophrys
10 Labello mai come sopra.
11 Labello diviso da una strozzatura trasversale in una posizione basale (ipochilo) e in una porzione distale (epichilo).
12 Sepali saldati quasi completamente tra loro a forma di casco
Serapias
12 Sepali liberi.
13 Ovario brevemente peduncolato, eretto subcilindrico. Cephalanthera
13 Ovario brevemente peduncolato, orizzontale pendente, più o meno rigonfio
Epipactís
11 Labello mai come sopra.
14 Labello bilobo, verde; foglie cauline 2, nella porzione inferiore del fusto
Lístera
14 Labello trifido con lobo mediano a sua volta bifido, da giallo a bruno rossiccio; foglie mai come sopra Aceras
Ophrys
Orchis
Serapias
Aceras
Anacamptis
Barlia
Cephaianthera
Dactyiorhìza
Epipactis
Himantogiossum
Lirnodorum
Listera
Neotinea
Neottia
Piant;ánthera
Spiranthes
Schede
Ophrys apifera Hudson (fig. 1)
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE
- Stazioni visitate: Cefaiù ad Allegracuore 24 Aprile 1994; Castelbuono
ai Comuni 3 Maggio 1994; ai Monticelli, sporadica 10 Maggio 1995. Inoltre
a Gibilmanna;
Specimina
storici: -;
Dati letterari:-.
ECOLOGIA: Garighe e praterie su calcare, margini di strade.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
NOTA: Nonostante sia poco frequente la specie non è così rara
da giustificare l'assenza di dati sia negli erbari che nella letteratura.
Ophrys bertolonii Moretti (fig. 2)
AREALE: Steno-mediterranea, presente in tutta l'Italia, incerta in Sardegna.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù a Santa Lucia 7
Aprile 1993; ad Allegracuore 13 Aprile 1993; Gibilmanna 20 Aprile
1994; Castelbuono ai Pedagni 4 Aprile 1995; lsnello a Piano
Zucchi 8 Maggio 1995; Petralia ai Mandarini 15 Maggio 1995; a
Cerasella 16 Maggio 1995. Inoltre, lsnello ad Aquileia, Pollina al
Finale, ecc. Specimina storici: -; Dati letterari: Madonie (STROBL,
1878); Dintorni di Castelbuono, Quacella, Mongierrati (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Praterie steppiche, e coltivi abbandonati.
FENOLOGIA: Marzo -Maggio
STATUS: NT.
Ophrys bombyiiffora Link.
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia centro-meridionale.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù a Santa Lucia 29 Marzo 1993; Geraci alla Pintorna 5 Aprile 1994; lsnello a Piano Zucchi 10 Aprile 1995, Culia 15 Aprile 1995; Specimina storici- Dati letterari: Collesano Mongierrati (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Garighe su calcare, e leccete aperte impollinata da maschi di Eucera trataionia (imenotteri).
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: R.
Ophrys ciliata Biv. (fig. 3)
(O. speculum Link)
AREALE: Steno mediterranea, rarissima in tutta la penisola e comune in Sicilia e Sardegna.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù alla Costa Verde, 7 Aprile 1993; Gratteri presso l'abitato 5 Aprile 1993; lsnello monti sopra il paese 12 Aprile 1994; Polizzi alla Pietà 24 Aprile 1994; Polizzi al Piano Quacella 10 Maggio 1995; Castelbuono ai Monticélli 20 Aprile 1995; Specimina storici: Monticelli, pietre calcare, rare (Maggio, 1855 Herb. MINA'); Dati letterari: Polizzi (GUSSONE, 1842-1844); Monte Scaione (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Praterie e garighe calcaree.
FENOLOGIA: Marzo -Aprile.
STATUS: R.
Ophrys exaitata Ten. (fig. 4-5)
AREALE: Sicilia, Calabria.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefalù a Santa Lucia 15
Aprile 1994; Carbonara 22 Aprile 1995; lsnello a Ponte Capello 30
Marzo 1995; Castelbuono a Vinzeria 7 Aprile 1995, ai Comuni 12
Aprile 1995, Linate 20 Aprile 1995; Pollina al Finale 26 Aprile
1995; Specimina storici: sub. O.fuciflora p.p. (PAL!); Dati letterari:
ECOLOGIA: Coltivi abbandonati, margini delle strade.
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: NT.
NOTA: Entità morfologicamente poco distinta da Ophrys spegodes subsp. sicula rispetto alla quale si differenzia per la fioritura tardiva e forse anche per gli impollinatori.
Ophrys fusca Link.
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia peninsulare.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: lsnello al Miricolo 30 Marzo 1993; Piano Zucchi 15 Aprile 94; Polizzi alla Quacella 4
Maggio " 1994; Mandarini 28 Aprile 1995; Petralia Soprana in paese 8 Maggio 1995; Specimina storici: -;Dati letterari: Monticelli, Milocca (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Praterie e garighe, macchie su calcare.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: NT.
Ophrys incubacea Bianca ex Tod. (fig. 6) (Ophrys atrata Lindiey)
AREALE: Steno-mediterranea, in Italia presente lungo le coste della penisola, Sicilia e Sardegna.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù alla Badia 25 Aprile 1993; ad Allegracuore 30 Aprile 1993; Carbonara 18 Aprile 1994; lsnello alla Galefine 1 Maggio 1994; al Miricolo 4 Maggio 1994; Aquileia 20 Aprile 1994; Castelbuono ai Pedagni 3 Maggio 1994; a Vinzeria 13 Aprile 1995; ai Bergi 5 Maggio 1995; Geraci alla Pintorna 7 Maggio 1993; Polizzi a S.Pietro 6 Aprile 1994; Collesano a Pizzo Croci 1 1 Maggio 1995; Specimina storici: Petralia Soprana (Herb. MINA'); Dati letterari: Vinzeria, San Guglieimo Castelbuono, Petralia Soprana (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Garighe e praterie steppiche, ampelodesmeti.
FENOLOGIA: Aprile - (Maggio).
STATUS: R.
Ophrys lacaitae Lojac. (fig. 7)
AREALE: Sicilia, Malta e Italia meridionale fino al Lazio.
DISTRIBBZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Collesano a Pizzo Croci 17 Aprile 1993; ]snello ad Aquileia 22 Aprile 1994; Castelbuono a Vinzeria 11 Aprile 1995; Monticelli 5 Maggio 1995; Specimina storici: Collesano Colle Croci Tropegum 4 Majo 1904, LACAITA e LOJACONO (PAL!); Castelbuono tra le pietre calcaree dei Monticelli alquanto rara (Maggio 1855 Herb. MINA'); Dati letterari: Collesano al CozzoCroci, rara Maggio 1904; Castelbuono tra i cespugli rara,falde dei Monticelli (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Garighe e praterie steppiche su calcare, lecceti degradati.
FENOLOGIA: Aprile Maggio.
STATUS: R.
NOTA: La specie fu descritta da LOJACONO come endemica siciliana. Recentemente però è stata ritrovata anche nella penisola, a Malta e, forse anche, a Cipro.
Ophrys lunulata Par].
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefalù a Santa Lucia 17 Marzo 1994; lsnello ad Aquileia 2 Aprile 1995; Specimina storici: Madonie s.d., scol (TINEO PAL); Dati letterari: Madonie (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Macchie calcaree, poco frequente da zero a 1.000 metri.
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: R in Sicilia, V sulle Madonie.
NOTA:-"l'unico riferimento circa la presenza di questa bella e rara specie endemica siciliana per le Madonie è quello di LOJACONO (Cit) che si basa su un campione anonimo di Palermo. Il ritrovamento di queste due esigue stazioni conferma i dati.
Ophrys lutea Cav. subsp. lutea (fig. 8)
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia meridionale, molto rara in quella centrale.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù a Santa Lucia 12 Marzo 1993; lsnello alla Galefina 22 Marzo 1994; Polizzi alla Quacella 30 Marzo 1995; Collesano a Pizzo Croci 4 Maggio 1995; Specimina storici: Ponticapiddru nella via (Maggio 1840 Herb. MINA'); Monticelli pietre calcaree rara (Maggio 1855 Herb. MINA'); Dati letterari: Cefalù, Pontecapellio lsnelio e Monticelli Castelbuono (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Praterie e garighe calcaree, rimboschimenti.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: NT.
NOTA:- Il gruppo che afferisce a Ophrys lutea e a Ophrys fusca è stato recentissimamente sottoposto ad una spinta revisione che ha portato allo smembramento delle specie classiche in una decina di microspecie sulla cui naturalità sarebbero necessarie approfondite verifiche non solo morfologiche ma anche biochimiche e cariologiche. Poiché la mia analisi non si spinge a tali livelli tassonomici ho preferito seguire la classificazione di DEL PRETE (1 988).
Ophrys lutea subsp. minor (Tod.) 0. et E. Danesch
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia meridionale, molto rara in quella centrale.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù presso la Rocca 17 Marzo 1993; Gratteri 20 Marzo 1994; lsnello 17 Aprile 1994; Collesano a Pizzo Croci 25 Aprile 1994; lsnello a Piano Zucchi 4 Maggio 1995; Polizzi alla Quacella 1 0 Maggio 1995; Castelbuono alla Portella del Pero 6 Aprile 1995; Specimina storici: Milocca Castelbuono (Herb. MINA'); Dati letterari: Castelbuono da MINA' (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Praterie e garighe calcaree, rimboschimenti.
FENOLOGIA: Marzo - Maggio.
STATUS: R.
Ophrys mirabilis Geniez et Melki
AREALE: Endemica, Sicilia, da precisare.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: lsnello alla Galefina 29 Aprile 1994; Specimina storici: -; Dati letterari: -.
ECOLOGIA: Praterie e garighe su calcaree, rimboschimenti.
FENOLOGIA: Aprile.
STATUS:V.
NOTA: La specie descritta nel 1991 su un solo specimina, raccolto nella Sicilia centrale (GENIEZ et MELKI; 1991), appartiene al gruppo di 0. fusca, richiede verifica la distribuzione nell'isola.Sulle Madonie sono stati trovati rari individui isolati.
Ophrys oxyrrhynchos Tod.
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: lsnello ad Aquileia 15 Aprile 1994; Castelbuono ai Monticelli 27 Aprile 1994; Polizzi a Quacella 10 Maggio 1995; Specimina storici: Tra le pietre calcaree dei Monticelli, alquanto rara (Maggio 1855 Herb. MINA'); Dati letterari: Castelbuono (TODARO, 1842), (GUSSONE, 18421844), (PARLATORE, 1858); In luoghi erbosi collini Castelbuono rara (LOJACONO, 1908); Quacella (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Garighe e praterie steppiche su calcaree.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS:R.
Ophrys pallida Rafin. (fig. 9)
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE - Stazioni visitate: Castelbuono a Piano Grande 7 Aprile 1994; Specimina. storici: -;Dati letterari: Geraci e Gangi (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Praterie e garighe, su substrati anche non calcarei.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: R in Sicilia occidentale, V sulle Madonie.
NOTA - Esemplare d'erbario così come i riferimenti bibliografici relativi a questa specie mancano per le Madonie, una citazione dubbiosa di STROBL riguarda la contrada Fegotti tra Geraci e Ganci, il dato va comunque@verificato per il momento dunque lestazioni da me riscontrate sarebbero le sole finora conosciute per le Madonie, va precisato che oltre ad essere inedite per il territorio tali stazioni sono anche le più orientali della specie di cui si riteneva che l'areale fosse limitato alla sola Sicilia occidentale ad ovest di Termini Imerese.
Ophrys sphegodes Milier subsp. panormitana (Tod.) E. Nelson fig. 1 0)
AREALE: Sicilia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefalù ad Allegracuore 28 Febbraio 1993; Gibilmanna 1 1 Marzo 1993; San Biagio 15 Marzo 1994; Santa Lucia 15 Febbraio 1995; lsnello ad Aquileia 26 Febbraio 1994; Pontecapello 12 Marzo 1994; Castelbuono ai Comuni 23 Marzo 1995; Geraci alla Pintorna 25 Marzo 1995; Collesano a Pizzo Croci 16 Febbraio 1994; Polizzi a San Pietro 2 Marzo 1995; Specimina storici: Ponticapiddru, Vinzeria, San Guglieimo (Herb. MINA'); Dati letterari: Vinzeria, San Guglieimo presso Castelbuono, Petralia (STROBL, 1878); Comunissima dappertutto sui colli calcarei selvatici (LOJACONO, 1908); Cefalù contrada Provenza (MAZZOLA et al., 1982).
ECOLOGIA: Ambienti steppici su calcare.
FENOLOGIA: (Gennaio) Febbraio-Marzo.
STATUS: NT.
NOTA: E' pianta a fioritura molto precoce, molto affine a 0. sphegodes subsp. sphegodes da cui è ben distinta per morfologia e fenologia. In Sardegna è stata ritrovata e descritta come sottospecie distinta come 0. sphegodes susp. praecox Corrias una popolazione che potrebbe identificarsi con la nostra.
Ophrys sphegodes Milier subsp. sphegodes
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: lsnello ad Aquileia 27 Aprile 1995; Specimina storici: -; Dati letterari: -.
ECOLOGIA: Prati xerici su calcare, macchie e ]eccede aperte.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
NOTA: Si tratta dell'unica stazione in cui ho ritrovato questa specie che per quanto mi risulta non è stata segnalata in precedenza per le Madonie, né è presente negli erbari. La stazione risulta estesa alcuni ettari e conta varie centinaia di individui.
Ophrys tenthredinifera Wilid.
AREALE: Steno-mediterranea, frequente neii'ltalia meridionale e nelle isole, più rara al centro, sul versante tirrenico fino alla Liguria.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù a Santa Lucia 18 Marzo 1993; San Biagio 24 Marzo 1993; Allegracuore 22 Marzo 1994; isnello ad Aquileia 12 Aprile 1994; Castelbuono a Vinzeria 12 Marzo 1994; Pedagni 18 Aprile 1994; Scondito 21 Aprile 1995; Pollina a Pietrarosa 5 Aprile 1944; Petralia a Cerasella 8 Maggio 1995; Polizzi a San Pietro 12 Maggio 1994; Pietà 22 Maggio 1995; Quacella 25 Maggio 1995; Specimina storici: Piano Grande
(Herb.- MINA', 1855); Dati letterari: Madonie (TODARO, 1842) Castelbuono a Piano Grande, Cefaiù, Finale (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Garighe e praterie steppiche su calcaree.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: R.
Ophrys x emmae Keiler ex Wettstein (= 0. ciliata x 0. bertoloníi)
AREALE: Con le specie parentali, stenomediterranea presente.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù 7 Aprile 1995;
Specimina storici: '; Dati letterari:
ECOLOGIA: Coltivi abbandonati.
FENOLOGIA: Aprile.
STATUS: R in Italia; V sulle Madonie.
Orchis branciforti Biv. (fig. il)
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a Milocca 16 Aprile 1994, ai Monticelli 29 Aprile 1995; Specimina storici: Madonie Giugno 1847 (PAL); inoltre a Marrabilici, Piano Cervi, ecc. Dati letterari: Madonie, Polizzi (LOJACONO, 1908); (GUSSONE, 1842-44); Castelbuono a Milocca e Valle dell'Atrigna (STROBL, 1878 fide MINA'), Quacella, Milocca, Monticelli (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Pietraie e rupi calcaree.
FENOLOGIA: Aprile Maggio.
STATUS: R.
Orchis commutata Tod. (fig. 12)
AREALE: Endemica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi a Quacella 10 Aprile 1994; Madonie al Piano della Principessa 19 Aprile 1994; Castelbuono a Milocca 26 Aprile 1995; Monte Cervi; Specimina storici: Castelbuono sopra il pozzo di Minnonica, tra le pietre calcaree (June, 1850 Herb. MINA'); Milocca (Herb. MINA' 1850). Polizzi vicino la Portella dei Mandarini in Saxosis (Maggio 1850 Herb. MINA'); [iati letterari: Polizzi (GUSSONE, 1842-44); Castelbuono a Milocca (STROBL, 1878 fide MINA'); Madonie, Fosse di San Gandolfo; Castelbuono; Polizzi; Piano Battaglia (LOJACONO, 1908); Madonie, Quacella, Piano della Principessa, a Milocca (MAZZOLA., et al. 1982).
ECOLOGIA: Praterie steppiche, garighe.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: NT.
Orchis italica Poiret
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia peninsulare e più rara al nord.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono ai Comuni 4 Aprile 1994, ai Bergi 20 Aprile 1994; Polizzi a Quacella 26 Aprile 1995; inoltre Cefaiù Allegracuore, Serre, Pollina a Finale, Montenero, Castelbuono a Vinzeria, Piano Grande, Geraci a Pintorna; Specimina storici: Madonia Aprile 1871 da Herb. MINA' (PAL); Madonie 1873 da Herb. MINA' (PAL); Castelbuono ai Paratori Majo 1849; Dati lefter@ri: Castelbuono (STROBL, 1878 fide MINA').
ECOLOGIA: Prati e coltivi abbandonati, sugherete.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: NT.
Orchis lactea Poiret (fig. 13)
AREALE: Steno-mediterranea.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a San Guglieimo 20 Marzo 1993; Polizzi a Quacella 16 Aprile 1994; inoltre Geraci a Pintorna, Petralia a Cerasella; Specimina storici: Castelbuono s.d., (Herb. MINA' PAL); Dati letterari: Monticelli (GUSSONE, 1842-44); San Guglieimo (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Praterie steppiche, garighe ed incolti.
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: R.
Orchis laxiflora Lam.
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Gibilmanna nel bosco dell'Urgo 26 Aprile 1993; Gibilmanna al bosco delle fate 3 Maggio 1993; lsnello alla Galefine 7 Aprile 1994; Collesano sotto Mongierrati 13 Aprile 1994; Gibilmanna sotto il Piano Torre 20 Aprile 1995; Specimina storici: Polizzi nel ruscello di Mandarinilungo la via che conduce alla Sottana In umidis erbosis, sed non inverni ix oliis locis, potins rara (20 Maggio 1847, Herb. MINA'); Dati letterari: Polizzi, Mandarini (STROBL, 1878); Quacella Mongierrati, Mandarini, (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Prati umidi ed acquitrini.
FENOLOGIA: Aprile-Giugno.
STATUS: R.
NOTA: Dato l'habitat esiste sulla specie un certo rischio legato al destino delle acque superficiali.
Orchis longicornu Poiret.
AREALE: Steno-mediterranea.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono allo Scondito 28 Marzo 1993, e 4 Aprile 1994; Castelbuono a Mandrazze 19 Marzo 1994, Liccia 1 1 Aprile 1995; Specimina - storici: Castelbuono, Calagioli, Chianu Grande, Monticelli (Marzo~ aaaio. Herb. MINA'); Dati letterari: Castelbuono (LOJACONO, 1908); Castelbuono, Calagioli, Piano Grande, Monticelli, Bosco di Casteibuono (STROBL, 1878 fide MINA').
ECOLOGIA: Frequente nei coltivi abbandonati e nei rimboschimenti, meno frequente nelle sugherete e castagneti.
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: NT.
Orchis morio L.
AREALE: Europeo-caucasico, presente In tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: -; Specimina storici: Madonia s.d., s.c. (PAL); Dati letterari: Madonie (TINEO! PAL); Madonie (GUSSONE, 1842-44), (TODARO, 1842).
ECOLOGIA: Prati.
FENOLOGIA: Maggio.
STATUS: V.
NOTA: Nell'unica stazione censita, la specie si rinviene insieme a
0. papilionacea e all'ibrido fra due specie.
Orchis papilionacea L. (fig. 14)
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi a Quacella 19 Aprile 1993; Castelbuono a Piano Grande 5 Aprile 1994; lsnello a Mongierrati 30 Aprile 1995; Specimina storici: Castelbuono, Monticelli a Chianu di la Nuci (Maggio 1841 Herb. MINA'). Polizzi ai Mandarini In pascuis comunissima 20 Majo 1842; Juni 1849; Cefalù alla Rocca (Maggio 1846 Herb. MINA'); Dati letterari: Castelbuono a Piano della Noce, Monticelli, (STROBL, 1878 fide MINA'); Cefaiù, Polizzi (GUSSONE, 1842-44); Castelbuono al Ferro, Mandarini Faguare, Quacella, Mongierrati, Monticelli (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Garighe ed incolti, frequente.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: NT.
Orchils paucíflora Ten.
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia centro meridionale, rarissima al nord.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni -visitate: Castelbuono a San Guglieimo, rara 10 Aprile 1995; Specimina storici: Castelbuono (MINA'); Dati letterari: -.
ECOLOGIA: Castagneti e lecceti.
FENOLOGIA: Marzo-Aprile.
STATUS: V.
NOTA: La specie è molto rara nell'unica stazione in cui è stata rinvenuta.
Orchis provincialis Baib.ex Lam.
AREALE: Steno-mediterranea, presente in tutta l'italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a San Guglieimo 26 Aprile 1995, a Milocca 2 Maggio 1995; Specimina storici: Castelbuono (GUSSONE, 1842-44); San Guglieimo (RIGGIO & MAZZOLA, 1976); Dati letterari: Comune nei dumeti boschivi e montani (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Luoghi erbosi e radure nei boschi.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
Orchis x gemmarii Rchb. Fil. (O. morio x 0. papílionacea)
AREALE: -;
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Portella Mandarini 22 Maggio 1994; Specimina storici: -. Dati letterari:
ECOLOGIA: Prato mesofilo.
FENOLOGIA: Maggio.
STATUS: R in Italia, V sulle Madonie.
NOTA: Rara quanto 0. morio insieme alla quale si ritrovano.
Serapias cordigera L. (fig. 15)
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia meridionale e centrale, rara al nord.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a Barraca 7 Maggio 1994, ai Pedagni 24 Aprile 1995; Specimina storici:Casteíbuono a Barraca, a Zurrica ed a Cefaiù (Maggio 1846 Herb. MINA'); Dati letterari: Cefaiù, Castelbuono, Zurrica, Barraca, Pollina Liccia Castelbuono (STROBL, 1878 fide MINA'). ECOLOGIA: Poco frequente nei coltivi abbandonati e nei rimboschimenti recenti.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
Serapias lingua L. (fig. 16)
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia meridionale e centrale, rara al nord.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Cefaiù ai Chianetti in prossimità di Gibilmanna 13 Aprile 1994; Polizzi a Quacella 9 Aprile 1995; Specimina storici: Finale prati abbandonati (Maggio 1861 Herb. MINA'); Castelbuono a Liccia (Maggio 1840 Herb. MINA'); Dati letterari: Finale, Pollina, Castelbuono a Liccia (STROBL, 1878 fide MINA'); Cefaiù ai Chianetti in prossimità di Gibilmanna (MAZZOLA et al., 1982). '
ECOLOGIA: Frequente nei prati umidi e nei coltivi abbandonati.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: NT.
Serapias parvif ]ora Pari.
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia meridionale e coste tirreniche.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono ai Pedagni 30 Aprile 1994; Specimina storici: -;Dati letterari: Castelbuono ai Pedagni (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Praterie e garighe, rimboschimenti.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: R.
Serapias vomeracea Reinhard
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono ai Pedagni 30 Aprile 1994; Specimina storici: Pollina rara, Maggio, 1861 Herb. MINA'; Polizzi ai Mandarini, In pratis Maggio, 1850 Herb.MINA'; Dati letterari: Dintorni di Castelbuono (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Frequente nei campi e nei prati abbandonati.
FENC)LOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
Aceras anthropophorum (L.) R. Br. (fig. 17)
AREALE: Mediterraneo-Atlantica (Steno), presente in tutta l'Italia sembra mancare in Friuli Venezia Giulia e in Trentino.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi alla Quacella 4 Maggio 1994; Castelbuono ai Pedagni 24 Aprile 1995; Specimina storici: Polizzi vicino la Portella dei Mandarini In saxosis (Maggio,1856 Herb. MINA'); Dati letterari: Polizzi (GUSSONE, 1842-44); Monte Quacella (PARLATORE, 1858); Castelbuono (STROBL, 1878 fíde MINA').
ECOLOGIA: Frequente su garighe e pietraie calcaree, rimboschimenti.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: R.
Anacamptis pyramidalis (L.) L.C.M. Rich. (fig. 18)
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono ai Monticelli 8 Maggio 1995; Specimina storici: Madonie, s.d. MINA', (PAL); Dati letterari: Polizzi (GUSSONE, 1842-44); Castelbuono a Milocca, Petralia e Polizzi (STROBL, 1878 fíde MINA'); Alia, Polizzi (LOJACONO, 1908); Polizzi a Quacella, Castelbuono ai Pedagni (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Prati, garighe e pietraie calcaree.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: NT.
Barlia robertiana Loisel. (fig. 19)
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Pollina alla cava di Montenero 10 Febbraio 1994; Castelbuono a Piano Monaci 18 Febbraio 1995. Specimina storici: Castelbuono s. d., (MINA'! PAL); Dati letterari: Castelbuono (STROBL, 1876 fíde MINA'); Castelbuono (LOJACONO, 1908 ).
ECOLOGIA: Siepi, frequente ai margini della strada.
FENOLOGIA: Gennaio-Aprile.
STATUS: NT.
Cephaianthera damasonium (Milier) Druce
AREALE: Euri-mediterranea, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Madonie pendici Meridionali di Monte Quacella 20 Maggio 1995; Specimina storici: Acqua del Faggio 1snello 14 Giugno 1847 s.c.(PAL); Madonie al Passo della Botte, Pietà (Giugno, 1859 Herb. MINA'); Dati letterari: Piano Battaglia in Faggeta versante del Monte Carbonara (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Boschi misti e faggete.
FENOLOGIA: Maggio-Giugno.
STATUS: R.
Cephaianthera longifolia L. Fritsch
AREALE: Eurasiatica, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate:-; Specimina storici: Madonia Quacella e alla Portella dell'Arena (PAL); Dati letterari: Collesano, Castelbuono a Valle dell'Atrigna, Piano Battaglia, Portella dell'Arena (STROBL, 1878); Acqua del Faggio di lsnello (STROBL, 1878); Castelbuono, lsnello, Madonie (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Macchie, sugherete e leccete di bassa quota.
FENOCOGIA: Aprile-Giugno.
STATUS: R.
Cephaianthera rubra (L.) L.C.M. Richard
AREALE: Eurasiatica, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi Vallone Madonna degli Angeli 4 Giugno 1994; Petralia alla Mufara 20 Giugno 1995; Specimina storici: Pietà di Polizzi, Portella dell'Arena, Manche sotto le Faguare di Petralia Piano Battaglia 9 Giugno 1847 (Herb. MINA'); Nella schiena sopra il marcato dello Spruviero, vicino i pilieri della juntera, tra le pietre rarissima 1 Luglio 1845 Herb. MINA'; Dati letterari: Polizzi alla Pietà, Acqua del Faggío, Favare di Petralia etc. (STROBL, 1878 fíde MINA'); Cozzo Mufara, Portella dei Daini Polizzi (GUSSONE, 1842~44); lsnello nel bosco sopra Piano Zucchi (LOJACONO, 1908); Polizzi al Vallone Madonna degli Angeli (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Boschi misti sopra i 1000 m e faggeta.
FENOLOGIA: Maggio-Luglio.
STATUS: R.
Dactylorhiza latifolia (L.) Baumann et Kúnkeie (Dactylorhiza sambucina (L:) Soò
AREALE: Europeo-caucasica, diffusa in tutta Italia ad eccezione della Sardegna.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: -; Specimina storici: -; Dati letterari: Castelbuono (LOJACONO, 1908 fíde Tineo et Todaro.
ECOLOGIA: Boschi misti e faggeti.
FENOLOGIA: Marzo-Luglio.
STATUS: R in Italia, sulle Caronie e sull'Etna; E sulle Madonie
NOTA: Specie segnalata nell'800 (cfr. LOJACONO 1908) e non più ritrovata. E' relativamente frequente nei boschi delle Caronie e dell'Etna.
Dactylorhiza markusii (Tineo) H. Baumann et Kúnkeie (fig. 20)
AREALE: Eurasiatica.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a San Guglieimo 20 Aprile 1994; Castelbuono alla Badia 28 Aprile 1995; Specimina storici: Castelbuono Giugno 1847 s.c. (PAL); Boschi di Castelbuono s.d., s.c. (PAL); Dati letterari: Castelbuono (LOJACONO, 1908); San Guglieimo (STROBL, 1878).
ECOLOGIA: Castagneti, boschi misti fino a oltre i 1200 m.
FENOLOGIA: Marzo-Maggio.
STATUS: NT.
Dactyiorhiza saccifera (Brongn) Soò (fig. 21)
AREALE: Paleotemperata, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Madonie alle Favare 9 Giugno 1993; Castelbuono al bosco 13 Giugno 1994; a Canalicchio 15 Giugno 1994; Geraci, Margi di Vicaretto 2 Giugno 1995; Petralia a Piano Farina 14 Giugno 1995; Specimina storici: Castelbuono, castagneti di la Batia, Monticelli, Ferro, Maggio, 1841 Herb. MINA'; Dati letterari: Castelbuono scaturigini di Canalicchio e della Badia (LOJACONO, 1908); Castelbuono a San. Guglieimo, Mon,ticelli, Russelli, Ferro, Favari di Petralia e Polizzi (STROBL, 1878 fide MINA'); "Margi" Scaletta Sorba, "Urgo Nervo" Scorsone, ecc. (MAZZOLA et al., 1981).
ECOLOGIA: Ruscelli e "margi".
FENOLOGIA: Maggio-Giugno. STATUS:V.
NOTA: La specie è in forte regressione per via del particolare habitat. (MAZZOLA et al., 1981).
Epipactis helleborine (L.) Crantz
AREALE: Paleotemperata, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Madonie nel bosco di Montaspro 2 Giugno 1995; Specimina storici: lsnello, Castelbuono presso l'acqua del Canalicchio, (Herb. MINA'); Castagneti di San Guglielmo sopra la carrera di Russelli 22 Giugno 1842 Herb. MINA'; Madonie in diversi luoghi 17 Maggio 1830; s.c. (PAL); Dati letterari: Castelbuono né Castagneti sopra San Guglieimo, lsnello a Montaspro (LOJACONO, 1908); Madonie nei boschi (GUSSONE, 1842-44); San Guglieimo (STROBL, 1878 fide MINA') etc. Milocca (STROBL 1878); Passo Scuro, Canalicchio (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Lecceti e boschi misti fino a 1.000 m.
FENOLOGIA: Maggio-Giugno.
STATUS: R.
Epipactis microphyiiia (Ehr.) Swartz
AREALE: Europeo-caucasica, presente in tutta l'Italia sulle Prealpi, Carso, Colli Euganei, Liguria e penisola fino al Pollino, Sicilia e Sardegna.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi pendici meridionali di Monte Quacella 5 Giugno 1995; Specimína storici: Madonie al Passo del Canale s.d., s.c. (PAL); Madonie in diversi luoghi 17 Maggio 1830 (PAL); Dati letterari: Boschi montani, Castelbuono a San Guglieimo nei Castagneti rara e sporadica (LOJACONO, 1908); Polizzi alla Nocella (GUSSONE 1842-44); Madonia Rocca di Mele (PARLATORE 1858); Piano Battaglia (RIGGIO & MAZZOLA, 1976); Portella dell'Arena (STROBL, 1878 fide MINA').
ECOLOGIA: In boschi misti su terreni calcarei e faggete, rara.
FENOLOGIA: Giugno-Luglio.
STATUS: R.
Himantbgiossum hircinum (L.) Koch (fig. 22)
AREALE: Europea centro-meridionale, nota per l'Italia nord orientale e centrale.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Polizzi nel vallone Madonna degli Angeli 15 Maggio 1995; inoltre a Castelbuono presso il paese, Castelbuono a Milocca, ai Monticelli. Specimina storici: Monticelli, Valli Cacacidebbi tra le pietre calcaree Giugno 1841 Herb. MINA'; Boschi di Castelbuono (Herb. MINA'); Dati letterari: Boschi di Castelbuono, Madonie (GUSSONE, 1842-44); Monticelii, Valle di Cacacidebbi (STROBL, 1878 fide MINA'); Sugherete di Geraci (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Prati e garighe fra 400 e 1.500 m.
FENOLOGIA: Maggio-Giugno.
STATUS: R.
Limodorum abortivum (L.).Swartz
AREALE: Euri-meridionale, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono a Milocca 14 Maggio 1993, Mandrazze 4 Maggio 1994; inoltre Cefaiù a Campella, Allegracuore, Gibilmanna, Geraci ai sugheri, Vicaretto, ecc. S ecimina storici: Cefaiù (Herb. MINA') Castelbuono a Barraca rara Majo 1849 Herb. MINA'; Dati letterari: Polizzi alla Nocella, Gibilmanna (LOJACONO, 1908) Sempria, Barraca (RIGGIO & MAZZOLA 1976).
ECOLOGIA: Leccete, sugherete e faggete.
FENOLOGIA: Maggio.
STATUS: R.
Listera ovata (L.) R. Br.
AREALE: Eurasiatica, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Madonie nel bosco di Montaspro sotto Piano Zucchi 9 Giugno 1994; Petralia a Pomieri, Castelbuono a Barraca. Specimina storici: Passo della Botte (1873 Herb. MINA'); Dati letterari: Madonia al Passo della Botte (GUSSONE,1842-44); (STROBL, 1 878); (LOJACONO, 1908); Montaspro sotto Piano Zucchi (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Boschi misti e castagneti.
FENOLOGIA: Maggió-Luglio.
STATUS: R.
Neotinea maculata (Desf.) Stearn
AREALE: Steno-mediterranea, presente nell'italia peninsulare.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Casteibuono nel bosco di castagni 16 Aprile 1995; Specimina storici: Madonia nell'alto bosco di Castelbuono Aprile 1867 s.c. (PAL); Madonie San Guglieimo 11 Aprile, 1871 Herb. MINA'; Dati letterari: Madonie (LOJACONO, 1908); Castelbuono a San Guglieimo (PARLATORE, 1858), (MINA'), (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Leccete e castagneti.
FENOLOGIA: Aprile-Maggio.
STATUS: R.
Neoftia nidus-avis (L.) L.C.M. Rich
AREALE: Eurasiatica, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: -; Specimina storici: Portella dell'Arena sotto i Faggi (Herb. MINA'); Dati letterari: Madonia all'acqua del Canale (GUSSONE, 1842-44) Portella Arena (LOJACONO, 1908).
ECOLOGIA: Esclusiva della faggete.
FENOLOGIA: Maggio-Luglio.
STATUS: R.
Piatanthera chiorantha (Custer) Reichenb
AREALE: Eurosiberiana, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBUZIONE LOCALE- Stazioni visitate: Castelbuono in contrada Barraca 7 Maggio 1995 Herb. MINA'; inoltre a Volpignano, Piano Zucchi, Geraci al Bosco Sugheri, Vicaretto; : San Guglieimo vicino il casino di Agrippa Maggio 1841; Dati I tterari: Madonie (STROBL, 1878); Boschi di Montaspro (GUSSONE, 184244), (LOJACONO, 1908); Castagneti di San Guglieimo, Barraca, Passo Scuro (RIGGIO & MAZZOLA, 1976).
ECOLOGIA: Boschi a sugherete, leccete e castagneti.
FENOLOGIA: Maggio.
STATUS: R.
Spiranthes spiralis (L.) Chev.
AREALE: Europeo-caucasica, presente in tutta l'Italia.
DISTRIBZIONE LOCALE- Stazioni visitate: ]snello ai Mongierrati 12 Ottobre 1994; dintorni di Castelbuono 18 Ottobre 1994; Specimina storici: Castelbuono a San Paolo In pratis, et sed sepes rara Novembre 1841 Herb. MINA'; Dati letterari: Castelbuono ai Paratori e a San Paolo (STROBL, 1878 fide MINA'); Gratteri (LOJACONO 1908); Dintorni di Castelbuono, Collesano a Mongierrati (RIGGIO & MAZZOLA 1976).
ECOLOGIA: Prati-umidi, macchie, sugherete. Unica specie a fioritura autunnale.
FENOLOGIA: Ottobre.
STATUS: R.
NOTA: Poco osservata per via della fioritura autunnale precoce.