La vita delle associazioni


La Pro Loco di Spinello

La Pro Loco di Spinello nasce da un'idea dell'allora parroco di Spinello Don Francesco Alessandrini e da poche altre persone che, con la loro volontà, hanno sviluppato negli anni il percorso da seguire.

E' stata sempre impegnata nell'organizzazione di feste popolari e sta cercando di interessarsi di cultura, arte e sport.

Il Premio "Baldaccio d'Oro" ed il premio di pittura estemporanea costituiscono il fiore all'occhiello della Pro Loco. Quest'anno, oltre a portare avanti il "Baldaccio d'Oro", giunto alla quarta edizione, buona rilevanza ha avuto il Simposium di scultura "Monte Aiola". Alla sua prima edizione, nasce come alternativa al premio di pittura estemporanea, divenuto eccessivamente costoso. La Pro Loco di Spinello ha cosi cercato di far conoscere la scultura anche ai profani. è stata offerta la possibilità al pubblico di seguire il percorso creativo dello scultore e dell'opera.

L'allestimento di una mostra nelle aule della ex scuola elementare di Spinello contenente le varie opere degli scultori partecipanti al Simposium e la creazione delle opere sono state fatte in estemporanea.

Le pietre sono state posizionate a Spinello e gli scultori le hanno lavorate sul posto, nell'arco di una settimana. Sono stati usati massi di pietra del posto che si adattano perfettamente all'ambiente in cui Spinello è immerso.

I partecipanti al "Simposium" sono stati omaggiati con un piccolo ricordo e con la stima degli abitanti.

Inoltre, la Pro Loco ha cercato di recuperare la tradizione, riproponendo la popolare "Festa della Madonna", negli ultimi anni un pò abbandonata a se stessa.

Per il futuro la Pro Loco cercherà di consolidare gli avvenimenti del 1997, integrandoli con nuovi incontri e manifestazioni che rendano Spinello un luogo accogliente non solo nel periodo estivo ma, anche, in quello invernale.

 

Cristian Crociani
Presidente Pro Loco Spinello


Il patrimonio artistico:

La Pietà del Bezzuoli nella Chiesa del Crocefisso

Sbiadita nel racconto della storia, l'impronta toscana del territorio dell'Alta Val Bidente di cui Santa Sofia rappresenta il centro più importante, diventa tangibile nelle opere d'arte. Ma se siamo disposti a lasciarci rapire dalla monumentale pala in terracotta invetriata raffigurante la Madonna Assunta (Corniolo, Chiesa parrocchiale di S. Pietro) modellata da Giovanni della Robbia intorno al 1530, un'opera emblematica riguardo alla diffusione dell'arte del Rinascimento in questo territorio, proviamo un certo disagio di fronte ad altre notevoli opere d'arte fiorentine che non si fregiano del titolo di rinascimentali. Sarà forse per miopia, per un'educazione scolastica che ci rende familiari soltanto i nomi di Raffaello e Michelangelo, ma anche in ambito critico la produzione artistica di primo Ottocento, nonostante opportune rivalutazioni, è bisognosa di una rinnovata indagine critica. Cosi può capitare che il dipinto raffigurante la Pietà(Chiesa del Crocifisso, Santa Sofia-1830/40) di un pittore importante come il fiorentino Giuseppe Bezzuoli(1784-1855) protagonista principale della pittura romantica toscana, sia poco noto agli studiosi e forse poco familiare agli abitanti di Santa Sofia, considerato che, pure la letteratura artistica locale, gli dedica soltanto un breve cenno. Eppure più di uno sono i motivi dell'importanza del dipinto, primo fra tutti l'autore, sul quale conviene fornire alcune notizie biografiche e magari suggerire una seclta di opere che, il viaggiatore curioso, potrà con tranquillità vedere a Firenze. Il Bezzuoli, iscittosi nel 1796 all'Accademia di Belle Arti di Firenze si dedicò allo studio della pittura, ottenendo nel 1801 il premio per l'Accademia del nudo in disegno e diventando, dal 1803, allievo di Pietro Benvenuti(1769-1844), personaggio di spicco della pittura neoclassica toscana. La Pietà del Bezzuoli riveste un notevole interesse riguardo ai meccanismi di committenza tra Romagna e Toscana se, come sembra, il dipinto venne commissionato dalla famiglia Giorgi che, come ricorda una lapide all'interno della chiesa(1710), esercitò una sorta di giuspatronato sulla chiesa. Inoltre il quadro costituisce una preziosa testimonianza della continuità, dal Quattrocento fino ai primi decenni dell'Ottocento, riguardo all'invio di opere d'arte toscane a Santa Sofia, un paese amministrato da Firenze fino ai primi decenni del secolo odierno. E nel paese, e negli immediati dintorni, non mancano certo interessanti opere d'impronta toscana in attesa però di uno studio più approfondito: la pala seicentesca, ancora d'autore ignoto, raffigurante la Madonna tra le Sante Lucia e Santa Sofia(S. Sofia, Chiesa parrocchiale), alcuni lavori eseguiti nelle botteghe fiorentine come il Crocifisso in legno dipinto(S. Sofia, Chiesa del Crocifisso-1450-), ed altri in pietra serena come una Lunetta(S. Sofia, Chiesa parrochiale-1450/1480), un Tabernacolo(S. Sofia, Raggio, Chiesa di S. Paterniano-1500/1520), ed una bella Madonna col Bambino in legno dipinto(Corniolo, Chiesa parrocchiale di S.Pietro), scolpita da un artista fiorentino intorno la prima metà del Seicento, fino al magnifico dipinto con San Benedetto(S. Sofia, Berleta, Chiesa parrocchiale) per il quale Franco Faranda, che ne ha diretto il recente restauro per conto della Soprintendenza di Bologna, ha proposto, in modo convincente, un'attribuzione a Giovanni Martinelli(1604-1659), pittore tra i più raffinati del Seicento fiorentino. è in questo contesto di intensi rapporti culturali tra Santa Sofia e la vicina Firenze che va discussa ed apprezzata la Pietà del Bezzuoli, un dipinto in cui l'educazione neoclassica dell'artista evidente nella composizione equilibrata e nella eleganza del disegno che contraddistingue i personaggi e gli oggetti-come il calice in primo piano sulla destra-, si scioglie in una tenera descrizione degli affetti umani.

 

Alfredo Bellandi
(Ispettore onorario Sopraintendenza Beni Artistici)