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Parchi della Val di Cornia

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Ripartite le indagini sul campo del Progetto Miners al Parco archeominerario di San Silvestro

(Piombino, 31 Mag 24) Il Parco archeominerario di San Silvestro e la sua Rocca medievale sono ancora una volta al centro di un importante progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell'Università di Siena, dipartimento con cui la Parchi Val di Cornia SpA ha attiva una collaborazione pluriennale che sta alla base della stessa nascita del parco.

Avviato lo scorso anno, è tornato infatti operativo nel Parco per la seconda stagione il progetto Miners, realizzato nell'ambito del progetto internazionale multidisciplinare "Pursuing Public Health in the Preindustrial World, 1100-1800" finanziato dall'Australian Research Council, che ha per capofila la Monash University di Melbourne. Questo lavoro ha offerto al team di ricerca dell'Unità di Siena, l'opportunità di approfondire il tema della salute pubblica premoderna, in gran parte incentrato sull'analisi di contesti urbani, attraverso un caso studio di eccezionale interesse, quello offerto dalla comunità rurale che nel Medioevo visse nel castello minerario di Rocca San Silvestro.

Il castello di Rocca San Silvestro riveste infatti una indiscussa importanza non solo nel panorama italiano ma nel più generale contesto internazionale, ed è un esempio unico di castello scavato nella sua estensione. Sulla base dei dati frutto di un decennio di indagini archeologiche (1984-1994), sono stati elaborati fondamentali modelli storiografici relativi al tema dell'incastellamento e dello sviluppo della signoria rurale in rapporto al tema delle risorse minerarie. Rocca San Silvestro offre le migliori condizioni per questo un nuovo capitolo di studio: una immensa mole di documentazione scientifica, conservata negli archivi della Società Parchi Val di Cornia ed un contesto paesaggistico tutelato, che ne fanno il luogo ideale per sperimentare nuove metodologie.

Le fasi del progetto
Il progetto, diretto dalla prof.ssa Giovanna Bianchi si è inizialmente incentrato sullo studio delle sepolture scavate nel cimitero del sito negli ultimi decenni dello scorso secolo, in occasione delle indagini archeologiche dirette da Riccardo Francovich. In una seconda fase, le ricerche sono state ampliate al sito ed al territorio circostante, attraverso l'impiego di analisi geochimiche, archeobotaniche e archeozoologiche, con lo scopo di comprendere più approfonditamente il rapporto fra l'insediamento e la sua comunità, il paesaggio e le sue risorse (minerarie, forestali ed agricole). Si tratta di un tipo di ricerca al momento unica in Italia sia per lo stesso ampio contesto di indagine (il castello di Rocca San Silvestro è l'unico nella nostra penisola indagato nella sua interezza) sia per il tipo di approccio fortemente multidisciplinare alla cui base vi è un dialogo costante tra scienze umane e scienze dure.

Le indagini in corso
In queste due settimane di fine maggio una parte del team di ricerca coordinato dalla prof.ssa Luisa Dallai, facendo tesoro delle esperienze di ricerca maturate negli ultimi dieci anni in numerosi contesti di lunga tradizione mineraria e metallurgica dell'area delle Colline Metallifere, sta conducendo un survey multidisciplinare sia all'interno del castello, sia nel territorio circostante. Le indagini combinano archeologia e geochimica attraverso l'utilizzo di analisi XRF realizzate direttamente in campagna, con l'uso di uno strumento portatile. Grazie ad una accurata scelta delle aree campione da analizzare e ad un protocollo di analisi ben rodato, il castello di Rocca San Silvestro, così come alcuni contesti territoriali ad elevato potenziale archeominerario, sta restituendo mappature geochimiche di concentrazione di numerosi elementi, alcuni dei quali altamente diagnostici di antiche attività produttive legate alla trasformazione dei minerali metalliferi. L'obiettivo delle indagini, che vedono la partecipazione attiva di studenti della laurea magistrale in Archeologia, è finalizzato a fornire dati utili per una accurata ricostruzione del paesaggio storico della produzione, individuando le tracce ancora persistenti nell'ambiente, e in particolare all'interno del contesto insediativo, del lavoro minerario e metallurgico.

Il contesto in cui il progetto si svolge
Quello del Campigliese è un territorio di grande interesse per la presenza di importanti risorse minerarie, in particolare metallifere, coltivate fin dal tardo neolitico (inizi IV millennio a.C.).
Nel territorio del Parco archeominerario di San Silvestro in particolare sono moltissime le tracce di scavi antichi. La lunga diacronia delle coltivazioni comprende i periodi etrusco, medievale, cinquecentesco, sino alle iniziative estrattive dell'Ottocento. In quest'epoca, il potenziale del sottosuolo fu oggetto di attenzione da parte di naturalisti e geologi provenienti da tutta Europa, che studiarono l'area e ne riportarono i caratteri eccezionali nelle loro cronache e in numerose pubblicazioni scientifiche. Tra gli altri, spiccano i nomi di Coquand; Blanchard, che scoprì un giacimento di stagno nel Campigliese fino ad allora sconosciuto e fu direttore della miniera del Temperino; Simonin, ingegnere minerario di fama mondiale; Haupt, eminente geologo tedesco. È proprio Haupt che ci parla della "cava del rame", un sito coltivato in epoca medievale per la ricerca del prezioso metallo monetabile. Più in generale, scavi a cielo aperto e pozzi minerari sono ancora individuabili in moltissime aree del comprensorio, molte delle quali prossime al villaggio minerario di epoca medievale di Rocca San Silvestro.  
Ed è proprio dalla Rocca di San Silvestro che si muove questa nuova fase di ricerca.

Ripartite le indagini sul campo del Progetto Miners  al Parco archeominerario di San Silvestro
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