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Ma il turismo non va in secca…
Valorizziamo il fiume che vive


Monitoraggio all’avanguardia mondiale, nuovi porti e attracchi, piste ciclabili, oasi, iniziative promozionali

“Il Po ha un sistema di monitoraggio ed un insieme di servizi all’avanguardia, di livello mondiale. Grazie all’apporto di alte tecnologie gli utenti della via d’acqua e i soggetti istituzionali possono avere servizi, notizie ed informazioni ad alto valore aggiunto e in tempo reale. Stanno nascendo porti turistici, stiamo aumentando i chilometri di navigazione, abbiamo aggiornato la segnaletica”.
E’ così che l’Arni, l’Azienda regionale per la navigazione interna, ribadisce di aver “sposato” appieno gli obiettivi del protocollo d’intesa della Consulta delle Province del Po (stipulato nel 1998, con il Ministero del Turismo e le Regioni del bacino del Po, e sfociato, nel 1999, nella ratifica di un accordo di programma tra le tredici province - Alessandria, Cremona, Cuneo, Ferrara, Lodi, Mantova, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Rovigo, Torino e Vercelli - e le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna per la valorizzazione turistica del fiume) e dell’Accordo sottoscritto a Mantova dagli stessi enti il 27 maggio 2005.
Il presidente, Girolamo Ielo, sintetizza le azioni in 4 punti:
  1. partecipare allo sviluppo del turismo fluviale e valorizzare il territorio fluviale;
  2. intraprendere studi ed effettuare progettazioni funzionali al miglioramento della fruizione delle vie d’acqua e di strutture ad esse collegate al fine di incrementare e migliorare il trasporto e il diporto nautico.
  3. dotare il sistema idroviario padano-veneto di servizi di assistenza agli operatori economici commerciali e turistici e ai soggetti istituzionali servizi migliori e d’avanguardia;
  4. aumentare i chilometri delle vie di navigazione;
    Non solo. Lungo l’asse, sotto l’egida della Consulta, si stanno progettando prolungamenti di piste, si promuovono oasi, spazi naturalistici e iniziative turistiche di storia, cultura, sport e folklore del Po. Il momento clou, vetrina di quanto si sta facendo, è la partecipatissima prima domenica di giugno, per il quarto anno consecutivo, dedicata a “Un Po per tutti”, decine e decine di appuntamenti culturali, sportivi, nautici, enogastronomici, naturalistici organizzati in simultanea dai Comuni rivieraschi dal Monviso al Delta.

In tempi di magra, dove a piovere sono solo previsioni di grave siccità del Grande Fiume, si levano dunque anche voci confortanti sulle potenzialità del Po, quale risorsa naturalistica ed economica da salvaguardare, valorizzare e promuovere. Tutto questo senza perdere di vista problemi quali, in primis, inquinamento e siccità. L’intento è anzi quello di focalizzarli, evidenziando però nel contempo quali risorse rischiamo di perdere se non si agisce .

- Partiamo dalla Navigabilità. Davvero il Po sarà sempre più “turisticamente navigabile”?
I fondali sono sempre più “prosciugati”. Occorre adattare, fin che si potrà, la tipologia d’imbarcazione: l’esempio della motonave Calpurnia (del Consorzio Navigare sul Po e Piacenza Turismi), recentemente adottata e inaugurata nelle acque del Po piacentino, va in questo senso.
“La motonave – spiega Bruno Bedani, dirigente dell’Ufficio Turismo della Provincia di Piacenza, a capo del Comitato tecnico di coordinamento del programma di valorizzazione turistica del fiume Po, della Consulta – ha un pescaggio molto basso, cioè una linea di galleggiamento che consente di navigare anche fra gli 80 e i 100 centimetri di profondità, praticamente la metà rispetto all’imbarcazione “Jack London” che veniva utilizzata nello stesso tratto di fiume”.
E’ un esempio di “presa di coscienza coerente con la realtà delle cose”. Inutile perdersi in progetti irrealizzabili. L’invito è guardare al Po tenendo i piedi ben piantati per terra: “Il fiume - sottolinea - va salvaguardato con interventi urgenti che lo difendano dai pericoli più gravi, a cominciare dall’inquinamento urbano e industriale: insomma, senza perdersi in dispersivi e ripetuti “amarcord” su come il fiume era bello quando la gente poteva farci il bagno, bisogna interrogarsi su come salvare e quindi come riappropriarci di un fiume del Terzo Millennio collocato in una delle aree più industrializzare del Sud Europa, che scorre in mezzo a 20 milioni di abitanti…"
- Ma allora Po turistico sì o no?
“Il punto è capire come oggi il Po può essere oggetto di un’offerta turistica interessante”.
- Può?
“Il Po è un fiume ancora molto vivo: vivo nella socialità specifica della sua area rivierasca, nei suoi paesaggi, nella sua cultura. Per questo pur considerando che un fiume va visto dall’acqua si sta sempre più scoprendo nelle sue potenzialità di bacino”.
- Un esempio concreto?
“Il progetto, finanziato per 3,3 milioni di euro dalla Regione Emilia Romagna, dalle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, dall’Arni e dall’Aipo, e dai Comuni rivieraschi per circa 10 milioni di euro. Tra le iniziative di maggior rilievo c’è la realizzazione di una pista ciclabile che collega Piacenza a Reggio Emilia”
L’Arni dispone di un’ampia strumentazione: dalla “barca intelligente” alla “mappa elettronica” con “supervisione dal satellite” (una sorta di navigatore satellitare applicabile al fiume). “L’Imbarcazione Archimede, recentemente inaugurata ed in servizio sul Po, ha un sistema multibeam per i rilievi in tempo reale dei fondali – spiega il presidente Ielo -. La strumentazione di dotazione permette di rilevare, in forma tridimensionale, il fondo del Po per una larghezza anche superiore ai 50 metri con una copertura angolare di 200°. L’imbarcazione potrà essere utilizzata per l’analisi e lo studio dei comportamenti dell’alveo e delle modalità di formazione e migrazione dei banchi di sabbia, la progettazione delle opere di regolazione dell’alveo di magra, il controllo ed il monitoraggio delle fosse in prossimità delle pile dei ponti e degli approfondimenti delle opere in froldo, la verifica ed il comportamento delle protezioni di sponda. L’imbarcazione attualmente sta effettuando il monitoraggio dei fondali di tutto il Po per avere una visione dell’alveo del fiume in forma tridimensionale, come se il fiume fosse svuotato dell’acqua.
C’è poi la Carta elettronica per la navigazione del Po. Mediante visualizzatori e con strumentazione GPS, installata a bordo delle imbarcazioni, permette di seguire le rotte ottimali ed individuare in ogni momento la propria posizione. E un sistema di controllo satellitare delle imbarcazioni, finalizzato alla sicurezza della navigazione, che al momento riguarda l’area emiliana del Po (si sta estendendo a qualche operatore lombardo) e interessa prevalentemente i natanti utilizzati per il trasporto di inerti prelevati nell’ambito del bacino del Po. “Al controllo hanno aderito le 23 imbarcazioni emiliane. Prevediamo di completare entro breve le installazioni delle strumentazioni atte a rilevare le posizioni del natante e il relativo pescaggio. Il periodo di collaudo si concluderà a fine 2005. I dati rilevati sulle imbarcazioni vengono inviati alla centrale operativa presso la sede dell’Arni di Boretto dove è possibile visionare lo status delle imbarcazioni, sia in tempo reale che in post processing, in forma numerica ed in forma grafica. Da questi dati si evidenziano le attività dell’imbarcazione: la rotta, le fermate, le operazioni di carico e scarico lungo la rotta e presso le cave, ecc. Un gruppo di esperti segue tutto il progetto.
Per la valorizzazione del turismo fluviale, l’Arni oltre ad impegnarsi nell’attività d’istituto tradizionale ha interagito con gli enti locali fluviali e ha distribuito carte di navigazione e libretti di navigazione. Ha costituito con il Comune di Boretto e con due associazioni la Infrastrutture fluviali srl, per la gestione del porto turistico di Boretto e per lo sviluppo del turismo fluviale nell’area reggiana. Ha costituito assieme alla Provincia di Parma e ai Comuni rivieraschi parmensi la Società attracchi parmensi srl per la gestione degli attracchi turistici parmensi e per lo sviluppo del turismo fluviale dell’area parmense”.
Queste due esperienze – prosegue il presidente Ielo - stanno dando ottimi risultati e si pensa di creare qualcosa di simile nel Ferrarese dove insiste il Po con il suo Delta e l’Idrovia ferrarese. Inoltre l’Arni prevede di intervenire nella gestione di altri attracchi turistici da realizzare nelle immediate vicinanze delle conche di navigazione che ha in gestione. Recentemente è entrato in funzionamento il primo lotto funzionale dell’attracco turistico adiacente alla Conca di Pontelagoscuro”.
L’Arni ha partecipato con la Regione Veneto alla stesura del Regolamento della segnaletica fluviale. Il regolamento è stato poi deliberato da tutte le regioni padane. I segnali collocati lungo il Po sono stati riconosciuti a livello europeo e ricompresi nell’elenco della segnaletica prevista per le carte elettroniche fluviali.
“Per quanto riguarda gli investimenti nelle infrastrutture bisogna dire che negli ultimi anni le Regioni padane, pur agendo in un quadro di difficoltà di varia natura, hanno lavorato molto bene. Alcuni interventi sono stati completati: la sistemazione e l’apertura dell’Idrovia Fissaro–Tartaro–Canalbianco, l’apertura della nuova conca di Pontelagoscuro che collega il Po all’Idrovia ferrarese. Altri interventi infrastrutturali sono in corso, pur in fasi diverse: appalto, progettazione, gare, ecc”.
“Gli interventi già programmati – conclude Ielo - consentiranno l’adeguamento alla V classe dell’Idrovia ferrarese, la regolazione dell’alveo del tratto navigabile del Po da foce Mincio al mare con ulteriore miglioramento dei fondali minimi garantiti, la costruzione della nuova conca sul Po di Isola Serafini e della conca che immette nel porto Cremona e nel canale per Pizzighettone, la consegna del Porto di commerciale di S. Rocco di Boretto, la costruzione delle banchine di Revere, S. Benedetto e Ostiglia. Sarà inoltre, realizzato il collegamento del Porto di Mantova con i laghi della città e le vicine banchine private mediante la costruzione della conca di Valdaro. Sono in corso lo studio e la progettazione preliminare del porto di Piacenza”.