L'unico habitat di importanza comunitaria censito nel sito è riferibile alla vegetazione riparia a prevalenza di salice bianco (Salix alba) (91E0). Le emergenze naturalistiche sono legate alla presenza di alcune specie ittiche di interesse comunitario, una delle quali molto localizzate e in via di scomparsa nel territorio piemontese, la lampreda di Zanandrea (Lethenteron zanandreai), ed altre con popolazioni in significativo decremento nelle acque italiane, come il vairone (Leuciscus souffia), il barbo canino (Barbus meridionalis), la lasca (Chondrostoma genei) e lo scazzone (Cottus gobio); sono altresì presenti il barbo (Barbus plebejus) e il cobite (Cobitis taenia), inserite come le precedenti nell'All. II Direttiva Habitat (D.H.). L'avifauna conta circa 40 specie, di cui 10 incluse nell'All. I della Direttiva Uccelli (D.U.).
La comunità ornitica è composta da elementi tipici degli ambienti ripari, come la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus), la sterna comune (Sterna hirundo, All. I), il martin pescatore (Alcedo atthis, All. I), il topino (Riparia riparia) ed il gruccione (Merops apiaster); durante i periodi migratori si osservano anche alcuni limicoli, tra cui la pantana (Tringa nebularia), il piro piro culbianco (Tringa ochropus), il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) ed alcuni anatidi.
La fauna terrestre, ancora poco studiata, non è particolarmente ricca. E' di rilievo la presenza della rana di Lataste (Rana latastei, D.H. All. II e IV), specie endemica della Pianura Padana; essa è uno degli anfibi più localizzati e maggiormente minacciati in Piemonte, ove è presente in aree ristrette con poche popolazioni isolate (si veda IT1110017 Lanca di S. Marta (confluenza Po - Banna) e IT1110024 Lanca di S. Michele). Completano il popolamento erpetologico 2 rettili, il ramarro (Lacerta bilineata) e la lucertola muraiola (Podarcis muralis), ed altri 3 anfibi, la raganella italiana (Hyla intermedia), la rana agile (Rana dalmatina) e la rana di Lessona (Rana lessonae), tutte specie per le quali la Direttiva comunitaria prevede una rigorosa protezione. Infine, è interessante ricordare che alla fine dell'800 presso Casalgrasso era presente anche la lucertola vivipara (Zootoca vivipara), uno dei rettili che si spingono più a nord (supera il circolo polare artico), in Italia specie tipica dell'ambiente alpino ma presente in modo relittuale anche in residue zone umide della pianura.
Le minacce sono le stesse elencate per gli altri siti fluviali della pianura cuneese e torinese: introduzione di ittiofauna esotica, eccessiva captazione delle acque ad uso irriguo (in particolare per quanto riguarda il torrente Maira), inquinamento, invasione delle fitocenosi riparie da parte di specie alloctone.
L'area della confluenza tra Po e Maira è raggiunta da alcune stradine campestri, provenienti da Casalgrasso e da Carmagnola, lungo le quali corrono due differenti percorsi ciclabili segnalati.