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Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale Lanca di San Michele

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L'Area Protetta

Carta d'identità

  • Codice Rete Natura 2000: IT1110024
  • Superficie a terra: 228.00 ha
  • Regioni: Piemonte
  • Province: Torino
  • Comuni: Carignano, Carmagnola

 

 

Ambienti e specie di maggior interesse

Le emergenze naturalistiche presenti nel biotopo ne fanno la più importante area naturale fluviale nella pianura a monte di Torino. Di notevole interesse sono la contemporanea presenza di ambienti e specie prioritarie della Direttiva Habitat (D.H.) e i ricchi popolamenti animali, in particolare quello ornitologico ed erpetologico.
La Lanca di San Michele ospita due ambienti di interesse comunitario. Il primo è di tipo forestale ed è considerato prioritario: si tratta della vegetazione mesoigrofila dei boschi alluvionali (91E0) composti da salice bianco ed ontano nero. Il secondo ambiente è riferibile alle cenosi erbacee acquatiche (3150) composte da alcune specie caratteristiche come Lemna trisulca, Rorippa palustris, Myriophyllum verticillatum, M. spicatum, Potamogeton nodosus e P. gramineus.
Un recente studio sulla flora della Riserva ha rilevato la presenza di almeno 192 specie.
Il sito coincide con una Zona di Protezione Speciale per l'avifauna, che qui è rappresentata da ben 18 specie elencate nell'All. I della Direttiva Uccelli (D.U.), tra cui una considerata prioritaria, il tarabuso (Botaurus stellaris), che sverna irregolarmente. Sono segnalate come nidificanti: il martin pescatore (Alcedo atthis, D.U.), il tarabusino (Ixobrychus minutus, D.U.), l'averla piccola (Lanius collurio, D.U.), il gruccione (Merops apiaster), il corriere piccolo (Charadrius dubius), la cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris) ed il topino (Riparia riparia).
L'erpetofauna risulta abbastanza ricca, essendo segnalate 8 specie di anfibi e 5 di rettili, di cui rispettivamente 6 e 4 di interesse comunitario. Tra gli anfibi, assume notevole valore la presenza della rana di Lataste (Rana latastei, All. II e IV), molto localizzata in Piemonte a causa delle particolari esigenze ecologiche che la legano ad ambienti quasi scomparsi, come i boschi planiziali e gli ambienti di lanca ove si riproduce in modo preferenziale. Interessante è anche la sua compresenza con altre due rane brune, la rana agile (Rana dalmatina, All. IV) e Rana temporaria, mentre nei dintorni del sito è stato segnalato il pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus, All. II e IV), specie prioritaria, rara e a rischio di scomparsa da tutta la Pianura Padana, la cui presenza nel biotopo non è da escludere.
Tra i rettili è stata recentemente rilevata la presenza della natrìce tassellata (Natrix tessellata, All. IV), colubride ormai piuttosto localizzato e sempre più raro in Piemonte a causa della distruzione generalizzata dei suoi habitat, laghi e corsi d'acqua con sponde naturali e ricchi di pesci.
L'eterogeneità dell'ambiente fluviale, composto da habitat acquatici diversi come quello di lanca e di fiume, permette la coesistenza di specie ittiche reofile e limnofile.
L'ittiofauna, particolarmente abbondante, comprende 5 specie inserite nell'All. II della D.H., tra cui la lampreda di Zanandrea (Lethenteron zanandreai), endemica della Pianura Padana, il vairone (Leuciscus souffia), il cobite (Cobitis taenia) ed il cobite mascherato (Sabanejewia larvata), una delle specie più rare e localizzate delle acque interne italiane.
Il gruppo degli invertebrati riunisce specie di notevole importanza, tra le quali spicca la presenza di due odonati della D.H.: Gomphus flavipes (All. IV) e Ophiogomphus cecilia (All. II e IV), che qui raggiunge il limite occidentale del suo areale di distribuzione. Nell'area di Carmagnola è inoltre segnalato il coleottero Osmoderma eremita (All. II e IV), specie prioritaria, sporadica in Piemonte che, potendo superare i tre cm di lunghezza, è il più grosso rappresentante europeo della famiglia Cetoniidae. Un recente studio ha censito nel "Bosco del Gerbasso" 40 specie di coleotteri xilofagi, così suddivise: 10 Buprestidae, 27 Cerambycidae e 3 Scolytidae; il popolamento non dimostra le caratteristiche tipiche di quelle dei boschi maturi anche se manifesta un'importante ripresa nella ricchezza specifica dell'area rinaturalizzata. Tra i lepidotteri si segnala Lycaena dispar (D.H. All. II e IV), specie diurna legata alle paludi ed in genere alle aree umide di pianura. Infine, è stata scoperta recentemente una popolazione del mollusco Vertigo moulinsiana (D.H. All. II).

 

Stato di conservazione e minacce

La principale minaccia al sito è costituita dalle attività di cava, che nei decenni hanno portato alla formazione di bacini di elevata profondità a scapito degli habitat ripari e di greto. Inoltre, per la difesa delle cave dalle piene, sono stati costruiti in alcuni punti argini artificiali. Recentemente sono state opportunamente realizzate opere di recupero naturalistico su ampie superfici.
La pressione antropica è piuttosto rilevante, soprattutto durante i mesi estivi per la balneazione; essa non sembra riguardare particolarmente gli habitat di maggiore interesse, ma sicuramente arreca disturbo alla fauna selvatica, soprattutto lungo il corso principale del fiume.

 

Cenni sulla fruizione

L'accesso è possibile in automobile o, meglio, in bicicletta provenendo da Carmagnola. Nei pressi del Bosco del Gerbasso sono presenti alcuni cartelli informativi.
A pochi minuti di automobile si trova il Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola, che da decenni effettua ricerche nel sito ed ha una sala dedicata al Parco fluviale del Po.

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