Ricompresa nel complesso di siti delle zone umide e delle pinete ravennati, l'area è la prosecuzione verso Nord, al di là del Candiano, della serie delle pinete litoranee costituite nel XX secolo in base alla legge Rava e presenta la naturale successione di ambienti costieri che dalla riva del mare giungono alle dune grigie consolidate dell'entroterra (complesso di dune fossili risalenti alla linea di costa del XVI secolo, ancora apprezzabili a Casalborsetti). Il sito comprende anche la spiaggia, il mare antistante per un tratto di circa 300 metri e la foce del fiume Lamone, rettificata ed alterata, a separare la zona di Casalborsetti a Nord da quella di Marina Romea a Sud. Molti degli ambienti qui presenti rappresentano lembi residuali di habitat ormai non più riscontrabili lungo quasi tutto il litorale adriatico. Dalla battigia si incontrano in sequenza: tratti di dune attive, ora ridotte a piccoli lembi dalla costruzione di scogliere artificiali e stabilimenti balneari, pinete litoranee di pino marittimo (Pinus pinaster) e pino domestico (Pinus pinea) di impianto recente (le cosiddette pinete demaniali) e, a Nord del Lamone, dune relitte consolidate coperte di boscaglia termofila, pratelli aridi di specie colonizzatrici, coltivi e incolti. Dentro e fuori la pineta permangono limitate bassure umide o con acqua stagnante. Quantitativamente prevalenti sono le foreste di conifere (pineta di origine artificiale pari al 30% della superficie complessiva), le dune e spiagge sabbiose (20%), le acque costiere marine (24%) e le colture estensive (10%). Non mancano acque interne stagnanti o debolmente correnti, boscaglie e macchie con sclerofille, praterie aride, lembi di bosco a caducifoglie. Il sito ricade interamente nel Parco Regionale Delta del Po, stazione Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna e, in gran parte (207 ha) in Riserva Naturale dello Stato (Pineta di Ravenna, contrada Staggioni e duna di Porto Corsini). Il vincolo idrogeologico si estende in pineta per circa 322 ha dei 380 complessivi dell'area demaniale. La pressione antropica è, in ogni caso, molto elevata, sia per la frequentazione balneare, sia per la presenza di manufatti e infrastrutture. Ciò nonostante, pur in un contesto schematicamente semplice e non molto dissimile da quello di Punta Marina e di altri siti costieri, l'area racchiude un mosaico di habitat complessi, differenziati, sovrapposti e ricchi di elementi di pregio, ma resi ancor più fragili da un marcato rischio di degrado.