Per la prima volta, al Congresso di Catania si è riconosciuto ufficialmente un ruolo specifico ai parchi periurbani.
Ignazio Ravasi, presidente del Parco Nord Milano, eletto coordinatore del gruppo di lavoro istituito da Federparchi.
A Catania, il quinto congresso nazionale di Federparchi, che si è articolato in un serrato rincorrersi di sedute plenarie, seminari, gruppi di lavoro, e laboratori di esperienze, ha trovato il modo di occuparsi esplicitamente e specificamente anche del ruolo della rete dei parchi metropolitani e periurbani. E la prima volta, nella lunga storia dellassociazione delle aree protette e delle riserve naturali italiane terrestri e marine che in sede congressuale si riconosce così chiaramente lesistenza di una specificità che fa molta differenza e che richiede una attenzione nuova e particolare.
Nel tormentato, ondivago e a volte carsico cammino della riflessione collettiva che negli anni ha prodotto la cultura delle aree protette è la prima volta che Federparchi prende atto dellampio dibattito che da tempo è maturato dal lavoro di quelle aree protette particolarmente coinvolte dal destino della città moderna al punto di esserne laltra faccia di una medesima medaglia.
Senza farci risucchiare nella questione nominalistica, e senza inventarci problemi che non esistono, va detto che periurbano è quel parco che svolge una funzione identica a quella del parco metropolitano, pur non essendo collocato a ridosso di una vera e propria metropoli, ma in un contesto di metropoli diffusa, ovvero di area vasta fortemente antropizzata. Essendo le problematiche di queste aree protette molto più riconducibili a quelle dei parchi metropolitani piuttosto che a quelli di montagna, lapparentamento tra le due tipologie si fa oggettivo, anche se il primo impatto di una teoria che assimila il Parco nord Milano, o Romanatura, con il parco del Conero, il parco di Portofino o di Montemarcello Magra può suscitare sorpresa, meraviglia e, a volte, ironia.
Eppure quando lastratta classificazione si cala nei problemi concreti del lavoro di ogni giorno risulta molto evidente che quello che accumuna aree protette apparentemente tanto differenti, cioè laltissima antropizzazione, e le questioni relative al dialogo ovvero al litigio tra la città e la campagna rendono molto compatta lidentità dei convenuti, e molto proficuo lo scambio delle esperienze che si rivelano fortemente comuni.
Non a caso il seminario svoltosi al museo di arte contemporanea di Trecastagni (Catania), immaginato dagli organizzatori per lo spazio temporale di unora e mezza, si è protratto fino alla partenza del pulmann che avrebbe portato i delegati alla cena di gala di Acitrezza. La voglia di tutti di esporre le proprie problematiche era così forte da rendere difficile sia il rispetto dei tempi previsti, sia la predisposizione di una piattaforma comune da presentare a Parigi allassemblea della Federazione europea delle aree protette periurbane (Fedenatur), sia ladempimento delle pratiche democratiche, vale a dire lelezione del coordinatore del gruppo di lavoro, Ignazio Ravasi, presidente del Parco Nord Milano.
Al di sopra delle interessanti esperienze illustrate dai presenti, dei suggerimenti sulle tematiche da approfondire ulteriormente e della oggettiva compressione della riunione, di quellincontro di Trecastagni restano fatti molto concreti: per la prima volta i parchi periurbani italiani hanno un presidente di parco che ne coordina la riflessione e liniziativa comune su mandato di Federparchi, per la prima volta Federparchi si propone di dedicare una giornata di studio allargomento parchi periurbani affinché il ruolo della rete dei parchi metropolitani e periurbani in Italia e in Europa sia efficace nel lavoro di tutela e di valorizzazione della biodiversità e dellambiente.
Naturalmente si tratta ancora di premesse. Ma sono premesse frutto di un indubbio passo avanti organizzativo, e di una presa datto della maturità di una questione. Personalmente, essendo il referente di tutto ciò in Federparchi, vedo con ottimismo il percorso che si apre dopo la tappa di Catania. Con un passo normale, senza pensare di risolvere di colpo ogni problema, a me pare realistico immaginare un maggiore raccordo con le regioni (strutturato in qualche modo, per avere continuità e quindi efficacia sul piano operativo) e con il ministero dellAmbiente (anche lì, con qualche rapporto formale e organizzato) se non altro per avere rapporti continui con la divisione che si occupa delle politiche di sviluppo locale avendo tra le sue materie rapporti con enti locali per la creazione di aree protette urbane, periurbane e provinciali.
A Parigi, nel corso della assemblea generale di Fedenatur il gruppo italiano dei parchi metropolitani e periurbani è intervenuto nella discussione contribuendo a far approvare un ulteriore impegno dellassociazione europea a sostegno delle aree protette in Europa.
Al di là dei particolari delle decisioni assunte (è da segnalare la proposta che verrà avanzata a Pierre Maurois, ex primo ministro francese e attuale presidente del parco della Deule, vicino a Lille) di assumere la presidenza onoraria di Fedenatur anche per sottolineare limportanza dellesperienza dei parchi periurbani e la necessità di una maggiore attenzione da parte dellUnione europea. Lattento lettore della rivista Parchi avrà già metabolizzato il documento pubblicato a pagina 5 del quaderno Speciale Congresso 2006 contenente la documentazione. Quel testo si intitola Una politica dellUnione Europea per i parchi, è stato illustrato a Parigi nel corso del mio intervento, e sarà consegnato alla presidenza di Fedenatur nel corso di una apposita riunione già in calendario per rendere più incisivo il ruolo dei parchi periurbani nella costruzione di efficaci politiche ambientali e, più in generale, di una identità condivisa della nuova Europa.
Quel documento è nato appunto per avviare un confronto «con le associazioni dei parchi europei» (ibidem).
A Parigi abbiamo cominciato a farlo, e continueremo molto presto a Barcellona, preparando lappuntamento dedicato alla comunicazione dei parchi e sui parchi che si terrà in Ancona il 7 e 8 ottobre 2006.
Mariano Guzzini
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