Un percorso che arriva da lontano e si pone obiettivi strategici di vasta portata, avrà tra le sue tappe più importanti lappuntamento di fine settembre a Mediterre, che vedrà la costituzione di un Comitato promotore della Federazione.
Lauspicabile approdo finale al Congresso mondiale dellUicn, a Barcellona, nellottobre del 2008.
Ottobre 2008, Barcellona: questa la sede che lUICN ha recentemente designato per il suo prossimo Congresso Mondiale per la Conservazione della Natura.
Dopo Bangkok nel 2004, sarà dunque un paese del Mediterraneo ad ospitare uno dei più importanti appuntamenti internazionali sullambiente e la protezione della natura.
Negli ultimi anni, molti incontri, documenti e attività di istituzioni internazionali hanno contribuito a mettere in evidenza limportanza, la ricchezza e la vitalità delle aree protette del Mediterraneo. Moltissimi sono gli enti governativi, regionali e locali, i parchi, le associazioni, le università e altri attori che operano in rete attraverso collaborazioni, gemellaggi e progetti comuni.
Un progetto radicato nel tempo
Già nel 1995 la Convenzione di Barcellona per la Protezione dellAmbiente marino e della Regione costiera del Mediterraneo impegna gli stati aderenti alla promozione della gestione integrata delle zone costiere, favorendo la protezione di aree di interesse ecologico e paesaggistico e lutilizzo razionale delle risorse naturali.
Da qui nasce il MAP (Mediterranean Action Plan), di cui il Regional Activity Centre for Specially Protected Areas (RAC/SPA), a Tunisi, è lufficio operativo per la creazione di aree (marine e costiere) specialmente protette di interesse mediterraneo (le ASPIM).
Nel 2000 si inaugura ufficialmente il Centro di Cooperazione per il Mediterraneo dellUICN a Malaga, che diventa ben presto uno dei principali protagonisti della valorizzazione e collaborazione tra gli attori che operano nel Mediterraneo
Nel 2003, lAccordo di Durban del Congresso Mondiale dei Parchi invita a un impegno generale per accrescere e rafforzare le reti mondiali di aree protette, che individuino priorità per la difesa della diversità biologica e del patrimonio culturale e inseriscano le aree protette negli obiettivi generali dello sviluppo sostenibile. Nel 2004, a Bangkok, molte risoluzioni e raccomandazioni fanno riferimento alla realtà mediterranea. Sempre nel 2004, la Dichiarazione della Conferenza dei membri UICN del Mediterraneo esorta tutti i paesi del bacino a coordinare le loro azioni per promuovere la creazione di una associazione delle aree protette del Mediterraneo.
Così, nel 2005, viene lanciato un Appello alla collaborazione per la creazione di una associazione dei parchi del Mediterraneo. Gruppo promotore: Generalitat de Catalunya, Junta de Andalucia, Diputació de Barcelona, Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali, Fédération des parcs naturels régionaux de France, Regione Emilia Romagna, insieme a due associazioni, Legambiente et Depana, con lappoggio dellUfficio UICN di Malaga.
Lappello è rivolto alle autorità e ai soggetti responsabili del funzionamento delle aree protette del Bacino del Mediterraneo o del loro coordinamento, Ministeri statali, Regioni e Comunità autonome, Province e Distretti, Associazioni rappresentative dei parchi a scala sovranazionale, nazionale e regionale.
Gli obiettivi di una Federazione per il Mediterraneo
Tra i principali obiettivi della Federazione dei Parchi del Mediterraneo proposti nellAppello:
influenzare le scelte dei soggetti internazionali affinché tengano in considerazione nelle politiche sul Mediterraneo delle esigenze e delle potenzialità delle aree protette
sostenere lo studio, lelaborazione e la proposta di politiche specifiche che sostengano il ruolo sperimentale e di avanguardia delle aree protette;
mettere in atto azioni per la migliore integrazione dellattività propria delle aree protette nei programmi territoriali e di sviluppo;
sostenere ogni attività, connessa al funzionamento delle aree protette, che possa aiutare il miglioramento e il rafforzamento delle relazioni tra i paesi e le comunità del Mediterraneo, improntate alla pace, alla comprensione e collaborazione reciproca, allo sviluppo giusto ed equilibrato tra le diverse aree;
promuovere il sostegno di ogni iniziativa utile a favorire la partecipazione delle comunità locali.
Si tratta in definitiva di una iniziativa pensata con un ruolo non strettamente tecnico, bensì prevalentemente politico.
Da Mediterre un Comitato provvisorio
In linea con limpegno dei promotori dellAppello di diffondere il documento nei vari paesi del bacino, Federparchi, dopo una consultazione tra alcuni dei suoi interlocutori del sud del Mediterraneo, ha promosso un Forum internazionale a Parklife, marzo 2006, in cui la proposta è stata analizzata e discussa alla presenza di rappresentanti algerini, libanesi, egiziani, spagnoli, francesi, dellUICN e dellUnesco. In queste settimane, inoltre, insieme alla Goletta Verde del Mediterraneo di Legambiente, la Federparchi sta raccogliendo commenti e suggerimenti da vari soggetti istituzionali di Spagna, Francia, Algeria, Tunisia, Malta, Albania, Croazia.
A Mediterre, Fiera dei Parchi del Mediterraneo (Bari, 27 settembre-1 ottobre 2006), una tavola rotonda affronterà i risultati di questa consultazione e diffusione, e si accompagnerà al primo atto impegnativo e formale dei soggetti promotori: la costituzione di un Comitato Provvisorio dellassociazione, che porterà avanti lesame delle potenzialità e delle difficoltà delliniziativa e studierà regole di funzionamento, leggere e aperte, che possano permettere la più ampia partecipazione alla Federazione.
Il Comitato presenterà al Congresso di Barcellona del 2008 i risultati del proprio lavoro e la Federazione dei Parchi del Mediterraneo finalmente sarà costituita e operativa.
Il lavoro dei prossimi due anni verso questo obiettivo si annuncia intenso.
Infatti, se da una parte lidea della Federazione riscontra interesse e aspirazione ad essere coinvolti nelliniziativa da parte di molti dei soggetti incontrati, daltra parte la consultazione ha evidenziato difficoltà e punti cruciali che il Comitato Provvisorio dovrà affrontare attraverso un processo partecipativo e condiviso.
Obiettivi, punti cruciali e difficoltà
Esaminiamo alcuni di questi nodi.
Il primo è lobiettivo primario delliniziativa. In generale, cè accordo sulla necessità di lavorare a livello di lobby politica nazionale, regionale e internazionale per aumentare lattenzione verso le aree protette, terrestre e marine, dei paesi del Mediterraneo. Le aree protette sono considerate da tutti gli interlocutori come un grande laboratorio non sufficientemente valorizzato. Viene però anche messo laccento su esigenze di tipo tecnico, come la formazione del personale e lo scambio di esperienze sulla gestione delle aree stesse, percepite come un bisogno concreto e urgente in molti paesi del sud. E comunque possibile ipotizzare di conciliare queste due anime (politica e tecnica) nel momento in cui si pensa, ad esempio, che alcuni paesi, come lAlgeria, stanno rivedendo la loro legislazione in materia di aree protette e che lesperienza di altri paesi (rispetto alle competenze istituzionali, alla autonomia gestionale e ai meccanismi di partecipazione pubblica) può essere estremamente utile a contribuire al dibattito verso la nuova normativa.
Altro nodo cruciale: la tipologia di soggetti aderenti alla Federazione. LAppello è diretto agli organismi responsabili della gestione. Il panorama del Mediterraneo, però, è in proposito estremamente diversificato. Ogni paese ha strutture diverse e soprattutto il grado di autonomia dei parchi è estremamente variabile. Si va dalla responsabilità diretta dei ministeri dellambiente o in molti casi dei ministero dellagricoltura e foreste, ad agenzie statali più o meno dipendenti dai ministeri, ad autorità regionali che gestiscono direttamente anche parchi nazionali, a parchi dotati di personalità giuridica e quindi autonomi, ad associazioni e ONG, e persino a società private (ad esempio in Slovenia la gestione di un parco è affidata alla società telefonica nazionale, un esperimento particolarmente interessante di collaborazione tra pubblico e privato); inoltre, in alcuni paesi, come lItalia, la Francia e recentemente la Bosnia Herzegovina, esistono federazioni di aree protette che hanno, a vari livelli, un ruolo di rappresentanza delle aree stesse
e così via. Si tratta quindi inevitabilmente di un insieme di soggetti, potenzialmente membri della Federazione, estremamente variegato e disomogeneo: questa diversità può rivelarsi una grande ricchezza, ma anche una complessità da non sottovalutare.
In più, da molti interlocutori arriva linvito a considerare lipotesi di coinvolgere nella Federazione, secondo modalità da stabilire, anche il mondo dellassociazionismo e quello della ricerca scientifica.
Ulteriore punto chiave: è essenziale che i paesi del sud del Mediterraneo e dei Balcani siano protagonisti attivi della federazione, e che essa non resti assolutamente uniniziativa di alcuni paesi del nord mediterraneo. Per ottenere questo risultato, percepito da tutti come fondamentale, sarà basilare il dialogo e una modalità di discussione ampiamente partecipativa, con il rispetto dei tempi diversi e delle diverse sensibilità.
Le modalità di funzionamento e i costi: occorrerà stabilire regole agili e un sistema di sostegno finanziario che permetta la partecipazione di tutti i paesi allattività della Federazione, anche quelli con più difficoltà economiche.
Infine, è evidente la necessità di coordinare lidea della Federazione con le altre iniziative e istituzioni del Mediterraneo e soprattutto di evitare duplicazioni con le attività e i progetti portati avanti da altri organismi. La Federazione dovrà invece essere uno strumento ulteriore per rafforzare tali attività.
Le sfide che avrà davanti il Comitato Provvisorio si annunciano quindi vaste, ma anche molto interessanti.
Appuntamento quindi a Mediterre e poi a Barcellona 2008.
Stefania Petrosillo
Cooperazione Internazionale - Federparchi
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