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La Biodiversità patrimonio comune d'Europa

(21 Gen 14) Natura senza frontiere: la Biodiversità, patrimonio comune dell'Europa
Una rondine, un'anguilla, uno storione, un usignolo, … nel corso della loro vita si muovono tra ambienti diversi, seguendo le stagioni e spostandosi tra paesi lontani o, addirittura, tra diversi continenti.

Altri animali, ma anche le piante, si muovono, si spostano, migrano, si disseminano e impollinano a distanza, seppure su scale più ridotte.

La vita è movimento! Le acque dei fiumi, le correnti marine, gli uccelli, …- in una parola la Biodiversità - non conoscono frontiere e i limiti tra stati, regioni e province. L'Ecologia ci insegna infatti che è necessario immaginare la meravigliosa "rete della vita" in cui siamo immersi come un complesso e interconnesso sistema di relazioni che abbraccia un numero enorme di organismi viventi nello spazio (e nel tempo) su aree vaste.

L'Unione Europea ha coerentemente definito una "politica continentale" di tutela della Biodiversità, consapevole che l'Orso marsicano, lo Stambecco, la Lince pardina, il Gufo reale … non appartengono al singolo stato ma sono patrimonio comune, la cui tutela è da ritenersi strategica!

Grazie a due fondamentali provvedimenti (la Direttiva 92/43/CEE e la Direttiva 2009/147/CE) l'Unione Europea ha infatti dato attuazione ai principi di tutela realizzando Natura 2000 è la rete di aree protette creata a partire dagli anni '90 per tutelare le aree più importanti per la tutela della biodiversità del nostro continente.

Con sigle un po' misteriose e ancora poco note ai cittadini europei, i S.I.C. (ossia i Siti di importanza comunitaria) e le Z.P.S (ossia le Zone di protezione speciale), individuano i nodi di questa Rete. Un Logo le identifica in tutta Europa: si tratta di porzioni di territorio importanti per la tutela di una serie di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari o minacciati su scala europea.

In Emilia-Romagna sono 158 i Siti Natura 2000, aree ricche di biodiversità (sono SIC, ZPS o SIC/ZPS) che occupano circa il 12% del territorio regionale. Si tratta di un patrimonio naturale unico, variegato e ricco di peculiarità, una estesa rete ecologica regionale che si sviluppa per oltre ventimila chilometri quadrati tra porzioni della costa, zone umide della vasta pianura, corsi d'acqua, aree boscate e affioramenti rocciosi dell'Appennino. Molto spesso i Siti Natura 2000 si sovrappongono con Parchi e Riserve regionali e con le Aree di riequilibrio ecologico. In Provincia di Bologna sono presenti ben 29 Siti, dalla Pianura fino al Corno alle Scale.

L'Unione Europea (e a cascata la normativa nazionale e regionale) prevede che per ogni sito vengano definite apposite "Misure di conservazione", strumento di gestione finalizzato alla tutela degli habitat o le specie per cui è stato definito il SIC o la ZPS.

Sulla base delle specifiche caratteristiche dei Siti Natura 2000, le "Misure" si articolano in diverse sezioni:
  • definendo apposite norme (a titolo di esemplificazione: è vietato il fuoristrada, la raccolta delle orchidee, il rilascio di animali alloctoni…),
  • prevedendo la realizzazione di interventi attivi (è necessario effettuare il pascolo, contrastare la Robinia, proteggere l'habitat,…),
  • individuando attività/interventi da incentivare (è da incentivare l'agricoltura biologica, il ripristino delle siepi campestri, …),
  • definendo attività di monitoraggio (è necessario monitorare l'avifauna nidificante ogni 5 anni, controllare lo stato di conservazione delle praterie con fioriture di orchidee ogni 3 anni, …)
  • programmando attività di sensibilizzazione  (occorre realizzare programmi didattici per le scuole del territorio, organizzare visite guidate, …).
La Biodiversità patrimonio comune d'Europa
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