Il Parco in oggetto ricade nell'ambito amministrativo dei Comuni di Bossico, Castro, Costa Volpino, Lovere, Pianico, Rogno, Sovere, con l'aggiunta, a seguito dell'ampliamento, dei Comuni di Fonteno, Riva di Solto e Solto Collina, tutti facenti parte della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, con sede a Lovere, designata dagli stessi ad Ente capofila provvisorio per la gestione del Parco.
Il Parco presenta un'altitudine media del territorio variabile dai 1.879,8 metri sul livello del mare del Monte Pora ai circa 183 (o 185) metri sul livello del mare della superficie del Lago d'Iseo (Sebino). La sua collocazione geografica è nel settore prealpino (Valle Camonica-Sebino) più precisamente compreso tra le pendici dell'alto Sebino, il fondovalle dell'Oglio, le pendici della destra idrografica del Fiume Oglio, le valli interne e la dorsale Monte Pora e Monte Alto nonché tra il fondovalle e le pendici della bassa Valle Borlezza.
Il territorio interessato dal Parco presenta una mescolanza di ambienti con vocazioni che vanno dal naturale al turistico per giungere ad attività di tipo agro-silvo-pastorale, il tutto in buono stato di equilibrio ecologico e produttivo. Il Parco comprende aree per la maggior parte agricole e boschive. La complessa geografia del locale, a seconda delle particolari situazioni topografiche e della presenza mitigante del lago, la frammentazione degli ambienti con differenti caratteristiche ecologiche, la ripartizione per fasce altitudinali, ha portato ad una notevole e molteplice presenza di specie vegetali anche di carattere endemico. Altrettanto è stata l'influenza sulla fauna, ricca e diversificata. Rappresenta pertanto un territorio ricco di specificità in ogni settore, specificità che non si fermano certo al confine del parco locale ma si raccordano al resto del territorio.
Non va esclusa o valutata negativamente l'azione antropica, soprattutto nei fondovalle, essendo legata all'esigenza di vita della popolazione, ma occorre considerare il parco locale come un'occasione per riequilibrare le situazioni urbanistiche meno positive esistenti e un riferimento per una lettura della situazione ambientale del territorio.
Monti, valli, lago sono gli elementi geografici dei dieci Comuni che
mettono a disposizione una parte consistente del proprio territorio per
insignirlo della dignità di Parco. Alla base di ogni fenomeno biologico
ed antropico c'è sempre una struttura fisica che ospita la vegetazione
e ogni forma di azione umana che va dall'uso del suolo allo
sfruttamento delle risorse del sottosuolo, all'occupazione urbanistica
ed infrastrutturale delle superfici.
Nel territorio del Parco sono
presenti innumerevoli fenomeni naturali che, limitatamente ad un
livello di lettura geologica, riguardano la natura delle rocce che
costituiscono l'ossatura delle montagne ed i fenomeni tettonici
conseguenti alla costruzione dell'edificio alpino che le hanno in vario
modo deformate e dislocate. Il quadro geologico generale di riferimento
dei fenomeni trova a livello locale aspetti di particolare interesse
che qualificano settori diversi del territorio e che rendono la visita
al Parco istruttiva. Questo territorio fa parte delle Alpi Calcaree
Meridionali che nella nostra Regione abbraccia la fascia di rilievi
compresi tra la Valtellina e la pianura padana; questi corrugamenti
presentano uno stile tettonico e una costituzione litologica con
caratteristiche che li differenziano dal resto della catena alpina.
L'ossatura generale dei rilievi del Parco è costituita, infatti, da
rocce di varia natura, ma riconducibili tutte ad un comune ambiente di
formazione: un braccio di mare che si estendeva tra i continenti
europeo ed africano. Le complesse vicende che hanno interessato la
storia di questo mare si possono riassumere in fenomeni regionali che
attengono ad accelerati o rallentati sprofondamenti dei fondali, alla
formazione di lagune o all'assunzione di caratteri costieri. Una
paleogeografia varia e mutevole nel tempo che ha influito sulla natura
delle rocce del Parco le quali, coi loro fossili, sono documenti
eloquenti per ricostruire la storia del territorio.
Il clima, la natura del suolo, l'esposizione delle superfici e la secolare azione umana hanno creato il superbo scenario verde del nostro paesaggio. Ciò che appare in distanza, un manto verde che riveste in maniera quasi continua ogni valle e monte del Parco, in una visione ravvicinata mostra tutta la ricchezza e la diversità di una vegetazione composta, di volta in volta, da specie con esigenze ecologiche diverse, in una mirabile corsa all'affermazione della vita. La complessa geografia del Parco, a seconda delle particolari situazioni topografiche e della presenza del lago con effetti mitiganti sul clima, presenta una diversa distribuzione dei tipi vegetazionali, anche nell'ambito di una individuabile e classica ripartizione per fasce altitudinali. Se la vegetazione del Parco ha risentito in misura diretta del modo di utilizzo dei suoli, secondo sfruttamenti certamente più incisivi e diffusi rispetto all'oggi - si pensi alla ceduazione ed allo sfruttamento pabulare - la flora si è in proporzione molto meno impoverita mantenendo la sua continuità biologica pur nella riduzione degli habitat.
Il territorio del Parco, vasto, articolato morfologicamente e coperto da una vegetazione in massima parte spontanea ed in equilibrio con i caratteri ecologici dell'ambiente ospita anche una fauna altrettanto ricca e diversificata. Per ragioni contingenti si fornisce solamente un elenco dell'avifauna e dei mammiferi evitando di fare distinzioni dettagliate relative a settori circoscritti del Parco ad eccezione di quelli relativi agli ambienti terrestri (secondo due fasce altitudinali) ed acquatici del fiume Oglio.
Il settore prealpino, di cui il Parco fa parte, è formato da strutture
sedimentarie mesozoiche che lasciano affiorare a settentrione, grazie
al solco del fiume Oglio, lo zoccolo paleozoico. Le valli fortemente
incise che penetrano e separano le masse montuose del Parco e la
presenza di uno dei maggiori laghi lombardi - il Sebino - creano un
paesaggio fisico articolato e complesso che conserva, nelle rocce che
lo costituiscono e nelle vicende deformative, un frammento di storia
della costruzione dell'edificio alpino.
La costituzione geologica è
la base che condiziona tutti i fenomeni fisici, biologici ed antropici
leggibili nel territorio del Parco. Ogni descrizione o spiegazione dei
caratteri ambientali si radica su considerazioni che chiamano in causa
la natura fisica del territorio come già intuì nell'Ottocento il
geologo lombardo Torquato Taramelli, che scrisse con efficacia: "Per
poco che noi vogliamo esaminare la geologia delle Prealpi, potremo
facilmente renderci conto di questa varietà di paesaggio e del
carattere che questo acquista in ciascuna valle o parte di essa; basta
fissare nella mente qualche corrispondenza fra la natura del paesaggio
e la qualifica della roccia che lo determina.