E' una razza di grande mole, la testa è priva di corna in entrambi i sessi, le orecchie sono lunghe, larghe e pendenti. La testa e l'estremità degli arti sono fortemente picchiettati e/o macchiati di nero. Il vello bianco (a volte macchiato) ricopre anche il ventre, la parte superiore degli arti e, parzialmente, la parte frontale della testa. La razza è assai longeva e prolifica grazie ai frequenti parti gemellari.
- Storia: la pecora Cornigliese (o del Corniglio), originaria dell'alto Appennino parmense, fu ottenuta alla metà del '700 dai Borboni, mediante incroci fra pecore locali e la pregiata razza Merinos spagnola. Agli inizi del '900 un diverso orientamento nelle produzioni indusse a migliorare la razza per l'attitudine carne attraverso incroci con arieti Bergamaschi.
- Zona di allevamento: originariamente diffusa nel solo Appennino Parmense, trova attualmente diffusione anche nelle provincie di Bologna, Reggio Emilia e Ravenna.
- Consistenza: nel 1994 (FAO) risultavano censiti non più di 50 capi della razza Corniglio. La consistenza attuale in provincia di Parma è intorno alle 500 unità (APA, 2008). Nonostante ciò è attualmente considerata a rischio di estinzione.
- Attuale impiego zootecnico: si tratta di una razza a triplice attitudine, in cui attualmente prevale quella per la produzione della carne; vista la grande mole, le masse muscolari compatte e la scarsa adiposità, si presta alla produzione di agnelloni e castrati.
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