Il Parco Naturale della Collina Torinese fu istituito nel 1991 per rispondere alla necessità di tutelare e valorizzare un territorio di notevole interesse naturalistico, architettonico e paesaggistico ancora ben conservato. Il Parco è esteso per circa 750 ettari sui territori prevalentemente coperti da boschi di Bandissero, Pino, Torino e S.Mauro. Tali aree sono ora gestite dall'Ente di Gestione delle Aree Protette della Collina Torinese, con sede a Castagneto Po.
L'istituzione di questa Riserva naturale è motivata principalmente dalla presenza, all'interno dei caratteristici boschi di castagno e quercia, di numerosi esemplari di faggio, una specie di ambiente montano rifugiatasi sulla Collina Torinese durante le ultime glaciazioni e per questo considerata "relitto glaciale". Pregevole è la coesistenza di ambienti diversi, caratterizzati da una grande ricchezza floristica, in cui le specie montane si incontrano con la flora di origine mediterranea "migrata" dalla vicina costa ligure durante i periodi interglaciali. Fra le rarità botaniche citiamo il giglio martagone, il fior di stecco e diverse specie di orchidee. Un aspetto importante della Riserva è la gestione forestale, improntata ai criteri della selvicoltura naturalistica; infatti il protrarsi dei tagli boschivi tradizionali (ceduo a turni brevi) avrebbe portato lentamente alla scomparsa del faggio. La fauna della Riserva non si differenzia da quella degli ambienti collinari piemontesi: fra i mammiferi sono presenti volpe, tasso, faina, donnola, riccio, scoiattolo; fra gli uccelli poiana, sparviere, allocco, civetta, picchio verde e picchio rosso maggiore, upupa, zigolo nero e numerose specie di passeracei. L'ambiente collinare è caratterizzato dai cosiddetti "Bric", con versanti ripidi sul lato padano, in cui ricade il Bosco del Vaj, e con pendii assai più dolci sul versante meridionale. La presenza di rocce tenere, poco consistenti e facilmente erodibili (arenarie nella parte inferiore e marne in quella superiore) è alla base della notevole franosità della zona. Fin dal Settecento, i naturalisti trovarono numerosissimi fossili, reperti ed impronte di organismi vegetali ed animali, vissuti in epoche remote e conservati negli strati rocciosi originatisi da sedimenti marini.
L'istituzione del Parco della Collina di Superga risponde alla necessità di tutelare e valorizzare un territorio di notevole interesse per le peculiarità ambientali, architettoniche e paesaggistiche ancora ben conservate nonostante la vicinanza con l'abitato di Torino. Il Parco si inserisce in un sistema di rilievi collinari la cui varietà morfologica e posizione fanno sì che il patrimonio floristico sia ricco ed interessante, con specie microterme (faggio, pino silvestre, sorbo montano, mirtillo nero) alternate a specie di ambiente mediterraneo (orniello, sorbo domestico, pungitopo, dittamo). I popolamenti forestali più diffusi sono i boschi misti di latifoglie a prevalenza di querce e castagno, fino a pochi decenni fa ampiamente coltivato per la legna e per il frutto. A ridosso della Strada Panoramica dei Colli sono presenti ampi nuclei di piante esotiche, soprattutto conifere, introdotte a più riprese negli scorsi decenni con scopi di riforestazione ed ornamentali. Nei coltivi e nelle vigne abbandonate, ma anche all'interno dei boschi di latifoglie, la robinia si inserisce con vigore e la sua presenza tende a soppiantare le specie autoctone collinari. La zona marginale del Parco è caratterizzata dalla comparsa di aree a coltivazioni intensive, mentre il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capolavoro dell'architettura barocca di F. Juvarra. Il quadro faunistico non si discosta da quello illustrato per il Bosco del Vaj con l'aggiunta di un ingombrante ungulato attualmente in espansione: il cinghiale. Da un punto di vista geologico i rilievi collinari sono costituiti da rocce sedimentarie (arenarie, conglomerati e marne, spesso ricche di fossili) formatisi sul fondale oceanico, a partire da circa 40 milioni di anni fa, sollevate come gigantesche pieghe da spinte tettoniche legate alla genesi dell'arco alpino.