Vai alla home di Parks.it
 

L'Area Protetta

Carta d'identità

 

 

Storia e dati generali

Nel dicembre del 2000, il Comune di Brescia, con l'approvazione di una specifica variante al Piano Regolatore Generale, ha individuava il perimetro del Parco delle Colline, dando così di fatto il via libera all'organizzazione e alla salvaguardia di uno spazio vitale per la città e i comuni limitrofi, costituito da un insieme di ambienti naturali diversificati tra loro, con caratteristiche ecologiche di grande interesse e rarità anche in ambito europeo, e non solo locale.

 

Aspetti geologici

I rilievi del Parco delle Colline si sono formati tra la fine del Triassico e l'inizio del Giurassico (circa 200 milioni di anni fa) e il Miocene inferiore/medio (circa 20 milioni di anni fa). Sono composti soprattutto da rocce sedimentarie calcaree e dolomitiche, talvolta anche marnose e selcifere. L'ambiente di deposizione dei sedimenti che le hanno originate è stato riconosciuto con l'analisi dei fossili delle alghe e degli animali marini contenuti nelle rocce più diffuse. Si trattava di un mare tropicale dal quale si è formata la catena delle Alpi. Le montagne e le colline che si sono sollevate da questo mare sono state successivamente deformate, fratturate e sovrapposte le une sulle altre fino a generare le forme del paesaggio attuale.

Le formazioni geologiche più diffuse, a partire da quelle più antiche, sono le seguenti:

  • Corna. Calcari di colore chiaro, compatti, ricchi di fossili marini e soggetti a fenomeni carsici. Questa roccia viene chiamata marmo di Botticino per i suoi utilizzi in ambito decorativo.
  • Medolo. In dialetto bresciano significa "concio di pietra squadrato". Mostra stratificazioni evidenti e si è formato per deposizione in ambiente marino di sedimenti calcarei. E' possibile distinguere due diverse formazioni: il "Calcare di Gardone Val Trompia" e il "Calcare di Domaro". E' stato utilizzato per costruire edifici storici di pregio, quali ad esempio il Duomo Vecchio di Brescia.
  • Formazione di Concesio. Calcari, anche marnosi, con frequenti noduli di selce e stratificazione in genere evidente.
  • Selcifero Lombardo. E' composto da selci di vario colore formatesi in un periodo compreso tra 170 e 150 milioni di anni fa. Mostra affioramenti di dimensioni piuttosto ridotte ma abbastanza diffuse.
  • Maiolica. Calcari compatti di colore bianco avorio con noduli e strati di selci. La sua formazione risale a un periodo compreso tra 150 e 115 milioni di anni fa.
  • Scaglia Lombarda. Si distingue nelle unità della Scaglia variegata (marne fogliettate) e della Scaglia rossa (marne e marne argillose).
  • Conglomerato di Monte Orfano. E' la roccia più recente del parco. Non è molto diffusa e si osserva ad esempio sul Colle di Sant'Anna nella sua caratteristica composizione di ciottoli tra loro cementati.
Foto di Aspetti geologiciFoto di Aspetti geologiciFoto di Aspetti geologici
 

La Flora del Parco

I boschi presenti nel Parco delle Colline si differenziano in due principali categorie: il bosco termofilo ed il bosco mesofilo, in funzione delle condizioni ambientali. Le specie arboree ed arbustive che crescono nel bosco termofilo trovano collocazione ideali sui versanti sud-orientali, caldi, aridi e calcarei. Lo stesso aggettivo che definisce il tipo di bosco (termofilo, amante del caldo) qualifica le caratteristiche delle piante che lo costituiscono: esse sono tipicamente presenti nella fascia climatica submediterranea: la roverella, il carpino nero, l'orniello; alcune specie sono invece prettamente mediterranee, come l'erica arborea e il terebinto.
I boschi mesofili crescono sulle pendici collinari nord-occidentali, con temperature fresche e terreni ad umidità media e maggiore acidità rispetto ai terreni carbonatici. Questi contesti ambientali sono ideali per la crescita di specie come il castagno, la rovere, il carpino bianco, ma anche della robinia, specie che tende a prevalere sulle altre e a diffondersi rapidamente.

Anacamptis Morio
Anacamptis Morio
Orchis Mascula
Orchis Mascula
 

La Fauna del Parco

Nel territorio del Parco delle Colline, parlando di animali vertebrati, le specie rinvenibili sono essenzialmente le seguenti.

Insettivori
Riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus), Talpa europea (Talpa europaea), Toporagno Comune (Sorex araneus), Crocidura dal ventre bianco (Crocidura leucodon)

Chirotteri
Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhli), Orecchione (Plecotus auritus)

Lagomorfi
Lepre comune (Lepus europaeus)

Roditori
Scoiattolo (Sciurus vulgaris), Moscardino (Muscardinus avellananrius), Arvicola rossastra (Chletrionomys glareolus), Arvicola campestre (Microtus arvalis), Surmolotto (Rattus norvegicus), Ratto nero (Rattus rattus), Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), Topolino delle case (Mus domesticus)

Carnivori
Volpe (Vulpes volpe), Donnola (Mustela nivalis), Faina (Martes foina), Tasso (Meles meles)

Artiodattili
Cinghiale (Sus scropha), Capriolo (Capreolus capreolus)

Uccelli del Parco
Nei boschi mesofili sono frequenti uccelli come Scriccioli, Pettirossi, Capinere e Usignoli. In presenza di prati e radure o alberi di nocciolo, fagio, quercia e castagno o altri arbusti ricchi di bacche troviamo anche altre specie come ghiandaia, codibugnolo, cinciallegra, lui piccolo, lui verde e il rigogolo (più raro). D'inverno si segnala la presenza dello sparviero.
Nei boschi termofili, dove gli alberi sono distanziati tra loro da prati aridi e macchie di vegetazione arbustiva si segnalano specie rare come l'ortolano, il canapino, la sterpazzola, il succiacapre, il calandro, l'averla piccola e la cappellaccia. In buona parte di questi ambienti, accanto ad una flora tipica mediterranea si è diffuso l'occhiocotto. Presenze ornitiche di rilievo sono la bigia padovana, la bigia grossa. Rapaci che frequentano le nostre colline sono la poiana, il falco pecchiaiolo, il biancone, il pellegrino e il nibbio bruno.
Negli ambienti aridi, sulle rupi e nelle cave abbandonate infine troviamo alcuni uccelli tipici come il passero solitario, la rarissima monachella, e il gheppio.

Rettili ed anfibi del Parco
Rettili ed anfibi sono animali in generale a forte rischio con numerose specie in netta diminuzione.

Anfibi
Nell'area si segnalano il tritone punteggiato, il tritone crestato, la salamandra pezzata, il rospo smeraldino, la raganella, la rana agile e la rana esculenta.

Rettili
Fra i rettili si segnalano la tarantola muraiola, la lucertola campestre, la lucertola muraiola, il ramarro, l'orbettino, il biacco maggiore, il saettone, la coronella austriaca, la biscia o natrice dal collare, la biscia tessellata, la biscia d'acqua e la vipera comune.

Foto di La Fauna del ParcoPercorso didattico non vedenti
Percorso didattico non vedenti
Panorama
Panorama
 

Architettura e Paesaggio

L'azione dell'uomo, sotto diversi ambiti socioeconomico, religioso e militare, ha fortemente caratterizzato il territorio del Parco.
Il territorio del Parco delle Colline di Brescia è stato caratterizzato, nel tempo, da una forte presenza e da un marcato intervento dell'uomo, che ha modellato e ''scolpito'' i rilievi collinari fino a determinare i caratteri paesistici ed architettonici ora percepibili.

È possibile indagare e approfondire le caratteristiche secondo alcuni ambiti tematici:

  • l'ambito "socio-economico", in cui emergono i caratteri residenziali, rurali ed industriali (legato alle presenze e alle attività economiche dell'uomo);
  • l'ambito "religioso" (emergenze dei forti caratteri della religiosità locale);
  • l'ambito "militare" (in conseguenza delle caratteristiche geomorfologiche del Parco, che fanno dei rilievi collinari punti strategici per il controllo territoriale​).
Foto di Architettura e PaesaggioFoto di Architettura e PaesaggioS.Rocco (Cellatica)
S.Rocco (Cellatica)
share-stampashare-mailQR Codeshare-facebookshare-twitter
© 2024 - Comune di Brescia (comune capofila)